Biden attacca i rincari dello shipping, pronto l’Ocean Shipping Reform Act

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Washington si prepara a favorire le esportazioni USA, esercitando maggior controllo sulle portacontainer

È stato il Presidente degli Stati Uniti in persona a pronunciarsi contro i vettori marittimi, ritenuti responsabili in parte dei colli di bottiglia affrontati dalla Supply Chain globale e in toto dell’aumento dei noli marittimi.

La Casa Bianca si prepara ad affrontare l’inflazione record e lo fa attaccando un settore nel quale essa galoppa già da mesi, ossia quello del trasporto merci marittimo: nel mirino di Biden le compagnie di navigazione che monopolizzano il commercio transpacifico.

 

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L’inflazione viaggia in coperta

Per il Presidente Biden non ci sono dubbi: lo shipping ha un ruolo pesante nella dinamica di rincari che tutte le merci di largo consumo hanno subito dal 2019 ad oggi.

Il dito è puntato sulle ‘nove sorelle’ della navigazione, anche se non citate esplicitamente: Biden parla di responsabilità diretta dei vettori di navigazione stranspacifica per i costi e gli standard del servizio, parlando di compagnie di proprietà straniera.

Qui il discorso di Biden – che, come ogni buon inquilino della Casa Bianca, utilizza toni da arringa di piazza per noi un po’ sopra le righe – si biforca, in parte diretto al suo elettorato e in parte valido a prescindere.

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Rincari extra in un anno

La critica di Biden al settore della navigazione e delle portacontainer ha un suo fondamento: per quanto siano indimostrabili reali intenzioni di costituire una sorta di ‘cartello’, i prezzi dei passaggi in stiva sono cresciuti di sette volte nell’ultimo anno.

Lo stesso Biden afferma che nove grandi compagnie di navigazione hanno aumentato le tariffe del 1000%, accusandole sostanzialmente di costituire un oligopolio che mina il principio di concorrenza.

Tra 2012 e 2020 ben l’85% del trasporto via mare sul Pacifico è stato appannaggio di una sola grande alleanza tra nove compagnie, quota scesa al 64% nel primo quadrimestre 2022.

 

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L’Ocean Shipping Reform Act

La contromossa – qui viene il messaggio ai propri elettori – è rappresentata dal varo dell’Ocean Shipping Reform Act, che il Congresso dovrebbe ratificare già questa settimana.

Si tratta di una riforma che trasferisce maggiori poteri alla Commissione marittima federale, soprattutto in ottica di controllo sulle portacontainer; lo scopo è di favorire l’export Made in USA, limitando la supremazia dei vettori stranieri e l’imposizione di tariffe capestro.

Un ragionamento legittimo da parte statunitense, sarebbe il caso di chiedersi cosa possa fare l’Europa, che di alcune delle compagnie più potenti al mondo è sede e patria.

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