Shipping dall’Asia, le ondate dei lockdown cinesi

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Il lockdown prolungato e tutt’ora in corso con allentamenti e strette a seconda delle zone che coinvolge Shanghai e la provincia limitrofa fa sentire i suoi effetti, anche se in modo meno pesante di quanto ipotizzato.

È vero che le previsioni più pessimistiche si concentrano soprattutto sulla prospettiva estiva che dovrebbe vedere l’operatività ripristinata e, dunque, un’enorme massa di container riprendere ad invadere gli scali portuali dell’Occidente.

A fare da termometro della situazione ci sono gli scali del nord America che sono una delle porte principali per le merci che arrivano dalla Cina.

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Andamento imprevedibile

Il problema che in questa fase affrontano i porti che hanno un tramite diretto con Shanghai e gli scali limitrofi è l’imprevedibilità.

Poiché le operazioni portuali nei due scali, marittimo e fluviale, di Shanghai sono ridotte, per gli spedizionieri è difficile avere la garanzia di far viaggiare le navi a pieno carico, il che vuol dire rischiare di non rientrare dei costi di mantenimento e gestione delle navi stesse.

Dunque, oltre alla scarsa capacità di evadere le operazioni di carico e scarico, si deve tenere conto delle valutazioni degli stessi vettori, che limitano a loro volta l’operatività su determinate tratte in base ai carichi ed alle prenotazioni in stiva.

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Una catena di disguidi

I ritardi nelle operazioni portuali si verificano a causa della mancanza di manodopera o camion e di tempo sufficienti per caricare i tanti container extra accumulati durante le finestre di carico.

La combinazione di ritardi, disponibilità limitata di manodopera e rallentamenti della produzione ha portato i vettori a spostare le chiamate delle navi per ridurre al minimo le soste e rispettare i programmi.

I vettori alterano le rotte commerciali per servire porti più redditizi, lasciando i beni di consumo essenziali in attesa nei cantieri di origine fino a quando lo spazio non sarà disponibile.

 

Una situazione eterogenea

È anche vero che non tutte le rotte stanno avendo questi problemi, come dimostra la diversa situazione dei porti della costa occidentale degli States: se Oakland sta registrando pesanti ritardi, con una diminuzione degli scali in entrata del 14% rispetto ad un anno fa, la baia di San Pedro ed il porto di Los Angeles non sembrano aver subito contraccolpi nel mese di aprile.

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