Camion elettrici: quale il futuro?

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camion elettrici

Il ruolo del trasporto merci nel raggiungimento dell’obiettivo posto dalla Comunità Europea di neutralità climatica entro il 2050, passa attraverso la sua decarbonizzazione. Numerosi studi pongono però dubbi e problemi di difficile soluzione a breve e senza investimenti sostanziali nei camion elettrici.

Mentre arrivano dagli Stati Uniti, notizie di un impegno crescente da parte dei maggiori
operatori logistici per un rilevante aumento delle loro flotte elettriche, supportato anche dall’approccio dell’amministrazione Biden rendere il trasporto pulito una realtà, investendo nella produzione americana e creando una rete nazionale per supportare più veicoli elettrici su strada”.

 

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Numerosi studi e analisi pongono l’accento sulle difficoltà che rischia di incontrare il trasporto merci di casa nostra con il perdurare dello stato attuale ed in assenza di interventi che scaturiscano da una reale strategia nazionale per un trasporto merci a zero emissioni.

Un recente webinar di Motus-E e Kyoto Club, “Verso un trasporto merci a zero emissioni al 2050 in Italia”, ha evidenziato come siano necessarie una serie di azioni urgenti come:

  • la realizzazione delle necessarie infrastrutture per la ricarica agli incentivi destinati agli autotrasportatori per l’acquisto di veicoli a zero emissioni,
  • la convinzione di investire localmente nella ricerca di nuove tecnologie per le batterie,
  • la promozione della loro produzione oltre che nella filiera di riciclo e riuso delle batterie stesse

Un processo che deve prevedere una pianificazione di medio-lungo termine, che passi attraverso un piano nazionale che limiti la circolazione dei mezzi più vecchi, coinvolgendo i Ministeri competenti, gli operatori logistici ed i produttori di veicoli ed infrastrutture.

 

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Un obiettivo irrealizzabile

L’urgenza nel rendere operativamente concrete le azioni suggerite dal report è condizione
necessaria per il raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica nel 2050.
Lo scenario però non è roseo neppure a livello europeo.

A tale proposito la quinta edizione del Dossier Trasporto Merci su strada realizzato dall’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Automobilistica – Area Studi e Statistiche) relativo al 2021, fornisce una fotografia del settore dell’autotrasporto su dati ACEA (European Automobile Manufacturers’ Association) così caratterizzata:

  • 98,3% di tutti i camion medi e pesanti circolanti in Europa è alimentato a gasolio,
  • 0,01% dei mezzi circolanti in Europa sono a trazione elettrica,
  • 88% dei mezzi pesanti in Italia è alimentato a diesel,
  • 70% dei mezzi pesanti in Italia ha un’anzianità di oltre 10 anni e classe ambientale Euro 4 o inferiore.

Il raggiungimento dell’obiettivo di politica ambientale intermedio fissato dalla Comunità
Europea per il 2030, pari ad una riduzione netta delle emissioni di CO 2 di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Secondo le stime ACEA, questa iniziativa richiederebbe una flotta di circa 200.000 camion medi-pesanti elettrici con una conseguente crescita del mercato dei veicoli alimentati a batteria di almeno 28 volte nei prossimi 10 anni. Un boom a cui è difficile credere in assenza di forti e strutturali interventi a livello continentale.

 

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Grido d’allarme: mancano le stazioni di ricarica per i camion elettrici

Come si è detto, l’altra condizione chiave per cercare di centrare l’ambizioso obiettivo
europeo è costituito dalla presenza di una idonea, per numerosità, collocazione geografica e funzionalità, rete di punti di ricarica.

ACEA ha, nel mese di maggio di quest’anno, commissionato uno studio al Fraunhofer
Institute for Systems and Innovation Research Isi per tracciare una mappa che definisca una corretta distribuzione dei punti di ricarica per camion elettrici in Europa.

Lo scopo è quello di dare un contributo ai governi per orientare al meglio i necessari investimenti. La convinzione è che l’elettrificazione del trasporto merci giocherà un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione ma è necessario agire con la massima velocità.

L’analisi resa disponibile da Acea si basa sulla rilevazione delle coordinate GPS di circa
400.000 autocarri operativi in Europa nell’arco di un anno e sull’osservazione che il 10% delle località frequentate dai camion rappresenta circa il 50% delle soste totali effettuate. In base a ciò Acea ritiene che almeno il 10% delle principali aree di sosta all’interno dei relativi paesi debba essere dotato di infrastrutture di ricarica entro il 2027.

A puro titolo di confronto, riportiamo quanto oltre oceano l’amministrazione Biden, con una legge bipartisan, si è impegnata a realizzare nei prossimi cinque anni per espandere
l’infrastruttura di ricarica a oltre 500.000 stazioni sparse nel territorio. Il progetto richiede un investimento di oltre 7,5 miliardi di dollari a cui se ne aggiungeranno altri 7 finalizzati alla catena di approvvigionamento delle batterie.

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