Canale di Panama a mezzo servizio per il 2024: shipping in allerta

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Image by fanjianhua on Freepik

Il Canale di Panama, uno dei due canali navigabili più importanti del mondo, è alle prese con un problema senza precedenti. Nel 2023, un’inaudita siccità ha causato una riduzione della portata tale da limitarne la navigabilità del canale: la notizia è che i disagi si estenderanno anche nel corso del 2024. 

Si tratta di una situazione che sta ovviamente avendo un impatto significativo sulle rotte commerciali globali e sulla Supply Chain, generando una serie di conseguenze che vanno ben oltre la congestione delle rotte nelle immediate vicinanze.

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Le restrizioni del Canale di Panama nel 2024

Le riduzione della navigabilità del Canale di Panama è il risultato diretto dell’inaridimento delle risorse idriche nell’area. Mentre in condizioni normali permette il transito di navi con un pescaggio di 50 piedi, l’attuale situazione ha richiesto la riduzione del pescaggio massimo a 44 piedi.

Per soddisfare i criteri di pescaggio, le navi devono di conseguenza imbarcare meno merci: dunque, per rispettare i limiti consentiti sono costrette a viaggiare con parte della stiva vuota, ammortizzando meno i costi di navigazione. 

La situazione non si delinea come passeggera, in quanto i livelli del lago Gatun, che alimenta il Canale, sono scesi sotto i 25 metri, ossia molto al di sotto degli usuali 27 metri al termine della stagione delle piogge. La capacità di ripristino dei livelli d’acqua è limitata e tutt’altro che rapida, il che porta ad un prolungamento delle restrizioni.

Impatti sul traffico di container

Un Canale di Panama a mezzo servizio ha un impatto significativo in primis sul traffico di container, soprattutto in direzione degli Stati Uniti. Circa il 40% del suo volume passa attraverso il Canale di Panama, il che lo rende una infrastruttura critica per le aziende che basano i propri servizi su spedizioni rapide ed efficienti. 

Non è un caso che le imprese stiano cercando alternative per evitare ritardi nella consegna di materiali e prodotti.

Strategie di mitigazione

Per le aziende coinvolte in quei settori della Supply Chain che necessariamente dipendono dalle sorti del Canale di Panama non resta che attuare delle strategie di mitigazione per limitare i danni. 

Molte dano priorità alla visibilità delle spedizioni, ossia monitorano attentamente le spedizioni per mantenere la massima trasparenza e tracciabilità: in questo modo gli spedizionieri cercano di identificare e affrontare tempestivamente eventuali ritardi, gestendo i disagi lato cliente.

Un altro approccio ha per protagonista la valutazione della flessibilità della Supply Chain: le aziende interessate esaminano le loro catene di approvvigionamento per capire se sono sufficientemente flessibili per adattarsi ai possibili ritardi. Proprio la flessibilità è essenziale per garantire che le operazioni non subiscano arresti improvvisi.

Esistono poi una varietà di opzioni alternative, la cui esplorazione è fondamentale per trovare nuove vie: considerare percorsi o modalità di trasporto alternativi per ridurre l’incertezza è una strada che potrebbe portare una maggiore diversificazione delle rotte nel giro di pochi mesi.

Le aziende stanno anche rivedendo e adattando i loro processi interni per garantire la priorità delle merci più critiche, contribuendo a minimizzare gli impatti dei ritardi e, infine, un altro aspetto fondamentale è quello della comunicazione: esplicitare con chiarezza i costi aggiuntivi che potrebbero derivare dai ritardi alle spedizioni è fondamentale sia per una gestione finanziaria efficace, sia per evitare incomprensioni con i clienti.

Foto di Jens da Pixabay

Diversificazione e pianificazione strategica

La crisi del Canale di Panama mette ancora una volta in evidenza l’importanza della diversificazione nelle catene di approvvigionamento, nonché della pianificazione strategica. 

Fare affidamento su una singola via o modalità di trasporto espone le aziende a rischi significativi in caso di eventi imprevisti, come dimostrato da recenti incidenti, come il blocco del Canale di Suez per l’incagliamento della Ever Given nel 2021, o i continui rovesci geopolitici nel mondo. 

La diversificazione e la pianificazione strategica sono fondamentali per garantire la resilienza delle operazioni e la riduzione dei rischi.

In conclusione, le restrizioni alla navigabilità del Canale di Panama hanno generato incertezza e costi aggiuntivi per molte aziende. Il settore più colpito è quello dello shipping e, con esso, l’industria e l’indotto che vi si relazionano; paradossalmente, si tratta degli stessi che sono già alle prese con le previsioni di andamento negativo del trasporto container via mare per i prossimi mesi.

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