Emergenza Coronavirus, le criticità maggiori per la Supply Chain

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L’Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management esamina i punti cardinali da affrontare per le aziende logistiche italiane. Al vaglio anche una serie di richieste “su misura” per il settore

Ad un mese dall’inizio dell’emergenza Coronavirus in Italia la situazione del settore logistico inizia ad avere abbastanza dati a disposizione per ragionare sulla propria condizione. Ailog, l’Associazione Italiana di Logistica e di Supply Chain Management, propone una sua lettura dei fatti, articolando anche una serie di possibili risposte da attuare sia dal lato dei manager d’azienda, che dal lato del governo.

Manifattura settore più colpito

In questa “battaglia navale” giocata contro il nemico invisibile, Ailog rileva come sia l‘industria manifatturiera, che è poi anche quella trainante l’economia del Paese, ad essere la più danneggiata da quarantene, lock down e sospensioni delle forniture.

La prospettiva è, poi, da non limitarsi alla sola Italia in quanto tutta Europa è sotto scacco: occorre dunque fare un ragionamento ad ampio spettro e non limitato nel tempo.

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Ailog identifica quattro principali criticità che le aziende italiane si trovano davanti, che riportiamo di seguito:

  • riduzione della domanda per la maggior parte dei settori e dei prodotti

I consumi sono in diminuzione in Italia ed in tutta Europa. Il fabbisogno energetico in Italia si è ridotto dl 10%; la produzione industriale è in calo.
  • liquidità

La situazione di crisi rischia di compromettere fortemente la situazione delle casse delle aziende. Il mancato afflusso di liquidità dovuto allo stato di crisi potrebbe portare, già nel brevissimo tempo, all’impossibilità di poter adempiere a pagamenti verso fornitori e dipendenti. Ancora più grave per in particolare le piccole e medie imprese che costituiscono l’asse portante dell’industria italiana
  • manodopera e tecnologia

La diffusione del virus e le misure di contenimento adottate stanno avendo un impatto sulla produttività delle aziende italiane di ogni settore, dal manifatturiero ai trasporti. Nei prossimi giorni la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare. Gli operatori logistici continuano a lavorare per permettere il flusso di prodotti di largo consumo verso i negozi e quello di componentistica verso le aziende che hanno tenuto aperti i loro impianti. In questo contesto si è dimostrata critico l’impiego ancora parziale (e non sempre possibile) dei sistemi per lo smart work e per l’automazione. Ci siamo resi conto oggi che la diffusione di processi automatizzati nella logistica è ancora limitata e che la maggior parte dei processi dipende fortemente dal fattore umano.

  • accesso alle materie prime e trasporto merci, per mantenere attive filiere produttive e supply chains

La limitazione all’operatività delle industrie cinesi ha fortemente compromesso l’afflusso di materie prime e di semi-lavorati, che sconta gravi ritardi. Inoltre AILOG ricorda che è essenziale tenere viva la supply chain complessiva, fatta di infrastrutture, aziende di servizi e prodotti. Ogni filiera produttiva va vista nella sua globalità: la chiusura anche di singole componenti rischia di compromettere l’efficacia del risultato finale.

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Coronavirus e criticità per la logistica: le proposte

Ailog non si limita a fare una panoramica di quanto il settore stia vivendo, ma propone anche una serie dettagliata di azioni. Da una parte si rivolge alle Istituzioni, chiedendo sostegno finanziario e fiscale, ma anche infrastrutturale, con interventi di ristrutturazione non solo economica.

Dall’altra parla ai manager, chiedendo maggior flessibilità nella gestione delle catene di fornitura e di avere coraggio nell’investire su automazione e tecnologie per l’industria 4.0.

 

Al governo italiano e alle amministrazioni regionali:

  •  Di disegnare ed avviare un ampio programma di investimenti pubblici in infrastrutture fisiche e digitali e con misure a sostegno degli investimenti in automazione e tecnologie, sia per accelerare la ripresa economica, sia per continuare il processo di digitalizzazione e di automazione nelle imprese italiane
  •   Di intervenire con misure finanziarie e fiscali, come garanzie per crediti transitori, a sostegno della PMI in particolare per evitare fallimenti e contenziosi a non finire
  •   Di riprogettare le infrastrutture di trasporto per favorire una maggiore flessibilità e compatibilità fra trasporto passeggeri e merci, con regole e procedure armonizzate a livello Europeo per tutti i modi di trasporto
  •   Di attivare un Piano Europeo e nazionale che favorisca in tempi brevi lo sviluppo tecnologico nella logistica e nella produzione e la diffusione in tutto il tessuto produttivo di strumenti più avanzati di movimentazione, trasporto sostenibile e scambio di informazioni
  •   Di attivare un ingente flusso di liquidità attraverso garanzie e finanziamenti agevolati che consentano di diluire nel lungo termine l’impatto della crisi
  •   Di studiare ed implementare regole speciali per il bilancio 2020 per evitare problemi di default, in particole per le PMI

 

Agli imprenditori e ai manager della logistica:

  •  Di ripensare le politiche del “sole sourcing” e di delocalizzazione della supply chain per ridurre i rischi di rottura totale di approvvigionamenti e di stock
  •   Di rivedere criticamente tutte le politiche di riduzione estrema delle scorte che hanno portato, nel momento della crisi, ad un irrigidimento delle catene di fornitura, ritardi, perdita di efficienza e a mancanze drammatiche di materiali strategici
  •   Di investire in automazione e tecnologie Industria 4.0 anche nella logistica, in analogia con quanto è avvenuto nel manifatturiero, al fine di migliorare l’integrazione fra aziende, la flessibilità e la velocità di risposta alla domanda e la resilienza dei processi logistico-produttivi

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