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Emirati Arabi, ‘shopping’ strategico nella logistica marittima

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Il fondo sovrano di Abu Dhabi acquisisce una storica holding attiva dalla UE alla Turchia, agli USA: obiettivo, la logistica marittima ed energetica

Quando si muovono determinati attori non è mai per caso e, forse, varrebbe la pena di osservare il fenomeno non come azione a sé stante, per quanto già di una certa rilevanza, ma in un’ottica sistemica rispetto alle mosse dei colossi dell’estremo oriente: il Medio Oriente, nella fattispecie rappresentato dagli Emirati Arabi e dal fondo sovrano di Abu Dhabi, mette a segno un’importante acquisizione nei confronti di una storica holding attiva in Europa, in Turchia e in Nord America.

L’operazione, che vede agire in veste di acquirente AD Ports Group, controllata appunto dal fondo sovrano emiratino, ha come target Noatum, holding cdi origine spagnola, in mano a JP Morgan, che si occupa di operazioni marittime con un volume di fatturato da 1 miliardo e 800 milioni di euro l’anno ed un valore all’acquisto di 660 milioni di euro.

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Piazzamento strategico nello shipping mondiale 

Acquisire Noatum per AD Ports Group significa entrare a piè pari nella terminalistica e nella movimentazione marittima mondiale: la società iberica, che la banca statunitense JP Morgan comprò dal gruppo spagnolo Dragados una dozzina di anni or sono per 720 milioni di euro, porta in dote terminal container, strutture di consignment, agenzie marittime, di movimentazione portuale e di chartering attive in 26 Paesi.

Rispetto a dodici anni fa, Noatum ha perso una parte dei suoi asset – due compagnie ferroviarie in Spagna e due terminal container – mantenendo però ben vive le sue tre aree di business: la logistica, i terminal marittimi e quelli portuali, spacchettati nelle tre filiali Noatum Marittime Services, Noatum Terminals e Noatum Logistics Spain.

Si tratta di una società che, sebbene abbia ceduto diversi asset ad altre aziende iberiche e all’asiatica Cosco, gode di buona salute finanziaria (l’ultimo esercizio disponibile, il 2020, parla di un fatturato da 857 milioni di euro in patria) e recita un ruolo da leader sia nel paese natìo, sia in Turchia, con una presenza importante anche nel Sud Est Asiatico, in Cina e nel Regno Unito.

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Asset focalizzati anche sull’energia

A rendere Noatum molto appetibile è senz’altro il ricco parterre di divisioni specializzate che ha al suo interno: la divisione terminal comprende 15 infrastrutture tra ro-ro, rinfuse solide, merci generiche e container in Spagna, mentre l’attività marittima fornisce servizi di agenzia, inclusi subappalto e servizi accessori, senza escludere operazioni di carico, come rinfuse liquide, break-bulk, refrigerate e secche. 

Inoltre, l’azienda dispone di ulteriori divisioni specializzate nel settore automobilistico, del project cargo e della logistica portuale e offre soluzioni complete per la catena di approvvigionamento per i settori petrolio e gas, energie rinnovabili, alimentare, produzione industriale, farmaceutica-sanitaria e della vendita al dettaglio con soluzioni personalizzate per i clienti.

 

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Shopping logistico

Dopo i cinesi, gli emiratini puntano ad entrare in prima persona sui mercati globali della movimentazione merci, energetica e dei servizi correlati: si tratta infatti della terza grande acquisizione internazionale di AD Ports Group nel solo 2022, dopo l’acquisto di una partecipazione del 70% in Transmar e TCI in settembre e l’annuncio, a novembre, dell’acquisizione di una partecipazione dell’80% in Global Feeder Shipping, con sede a Dubai.

La stessa AD Ports non fa mistero di voler costituire un grande marchio logistico conosciuto a livello mondiale, che sia annoverabili tra i leader globali del settore.

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