Green Corridor attraverso le Alpi: si riparte dall’idrogeno

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Trucks crossing the Alps by rail at the Brenner Pass in Austria
Commissionato dalla Società Autostrada del Brennero all’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche Bolzano uno studio di fattibilità per la realizzazione di una serie di punti di ricarica per la distribuzione dell’idrogeno lungo la principale via che collega Italia e Germania

Progetti che coinvolgono il Brennero, definiti prioritari e qualificanti per il congiungimento del nord e sud Europa, se ne annoverano molti nell’arco dell’ultimo decennio. La stessa Comunità Europea, nella visione della necessità di un territorio unico e nel riconoscimento che la sua creazione passa, oltre che per il rafforzamento della politica comunitaria di coesione economica e sociale, anche dalla realizzazione di efficienti reti di trasporto, delle telecomunicazioni e dell’energia, ha definito strategico lo sviluppo di un “Green Corridor” che, nel rispetto del particolare ambiente alpino, favorisca ed acceleri il trasporto combinato nord – sud del continente.

Non a caso, fin dall’inizio degli anni duemila, la Commissione Europea ha inserito nel progetto multimodale nord-sud Europa n.5 la realizzazione di un tunnel ferroviario sotto le Alpi, in grado di ricevere l’alta velocità, collegando Fortezza Verona con Innsbruck, agevolando così la circolazione di persone e merci.

L’obiettivo dichiarato dell’imponente opera, che una volta terminata sarà il più lungo tunnel sotterraneo al mondo con i suoi 64 chilometri, è anche quello di riequilibrare il peso del trasporto merci su rotaia rispetto a quello su gomma a tutto vantaggio della sostenibilità ambientale. Quest’ultimo, infatti, oggi incide per il 70% creando non pochi problemi sia sul piano della percorribilità stradale, ormai ampiamente ai suoi limiti, sia su quello dell’inquinamento acustico ed atmosferico oltre che della salvaguardia del delicato ecosistema alpino.

 

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Ecosostenibilità: una scommessa vincente

A corollario di questo intervento, si sono poi sviluppate numerose iniziative tutte mirate a rafforzare il concetto di mobilità sostenibile sull’Autobrennero, in particolare sul tratto autostradale che collega Modena a Monaco di Baviera.

Tra di queste, l’anno scorso è stato inaugurato un nuovo impianto a biometano liquido che costituisce una non trascurabile alternativa all’utilizzo di carburanti tradizionali quali il gasolio.

Il biometano liquido infatti annulla le polveri sottili oltre a presentare basse emissioni di CO2 ponendosi in netto vantaggio rispetto all’utilizzo del diesel.

Inoltre, se si utilizzano biomasse per ottenere Bio Metano Liquido, il nuovo carburante non è completamente soggetto a emissioni di CO2 con enormi vantaggi per l’ambiente. Purtroppo, la sua affermazione è frenata dalla carenza di impianti dotati di attrezzature idonee a garantire l’identificazione e la separazione della molecola Bio rispetto a quella di origine fossile.

L’impianto previsto sull’Autobrennero, prevedendo un serbatoio di stoccaggio riservato esclusivamente per il Bio Metano Liquido, si pone all’avanguardia in questo campo, unico in Europa a poter fornire, seppur ancora in una fase pilota, carburante praticamente a zero emissioni.

 

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Il futuro nell’idrogeno

Un ulteriore passo avanti verso una mobilità sostenibile ed al tempo stesso nella direzione indicata di una coerente riduzione dell’impatto ambientale è senz’altro testimoniato dallo studio di fattibilità commissionato in questi giorni dalla società di gestione dell’Autobrennero all’Istituto per le Innovazioni Tecnologiche di Bolzano per studiare una rete di distribuzione per veicoli alimentati ad idrogeno.

Da sempre i veicoli equipaggiati con sistema a celle a combustibile (Fuel Cell Vehicles) dove l’energia elettrica necessaria ad alimentare il motore elettrico nasce da una reazione chimica tra idrogeno e ossigeno, senza alcuna combustione termica, emettono solo vapore acqueo e quindi nessun inquinante, si sono contrapposti a quelli elettrici a batteria (Battery Electric Vehicles) anch’essi “puliti” ma più limitati in termini di autonomia.

Per contro i veicoli, per così dire, ad idrogeno hanno visto sino ad oggi il loro sviluppo frenato dal sistema di distribuzione ancora poco diffuso ed affidabile e dai costi elevati, pur presentando caratteristiche di sostenibilità e prestazioni che li indicano come i preferiti in un futuro di medio-lungo periodo.

A Bolzano si trova uno dei due impianti ad accesso pubblico di produzione e stoccaggio di idrogeno in grado di rifornire i veicoli a celle a combustibile, impianto realizzato proprio dall’Autostrada del Brennero in partnership con l’istituto per le Innovazioni Tecnologiche. Fattore questo che avvantaggia certamente la scelta di proporre tra le soluzioni possibili alla creazione del Green Corridor del Brennero anche la maggior diffusione dei veicoli ad idrogeno oltre che a rafforzare anche la rete di alimentazione per quelli elettrici a batteria.

I mezzi pesanti per il trasporto merci è presumibile siano tra i primi ad usufruirne per i problemi legati a peso e tempi di ricarica come già si percepisce da alcuni segnali provenienti da altri paesi europei.

 

 

 

 

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