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IA per le aziende, una visione per il successo

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L’intelligenza artificiale o IA continua a crescere a ritmi esponenziali tra le tematiche di interesse di privati e aziende: se per tutti si tratta però ancora di un argomento misterioso, specialmente nel settore delle catene di approvvigionamento comprendere come sfruttare al meglio le potenzialità rivoluzionarie dell’IA rimane argomento assai indefinito nei suoi risvolti pratici. 

Secondo una ricerca condotta da Gartner, una delle principali società di consulenza e ricerca IT al mondo, per avere successo nell’adozione dell’IA è fondamentale sviluppare una strategia ben strutturata: detto in parole povere, non si può andare in ordine sparso e sperare che la tecnologia faccia magie.

Gartner suggerisce dunque una strategia basata su almeno quattro pilastri chiave: visione dell’IA, valore dell’IA, rischi legati all’IA e adozione dell’IA.

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I quattro pilastri della strategia IA

L’istituto privato di ricerca e consulenza suggerisce una sorta di ‘scoperta dell’acqua calda’, ossia che occorra una pianificazione mossa da una chiara identificazione degli obiettivi anche per implementare l’uso dell’Intelligenza Artificiale. L’IA va, infatti, diretta dall’intelletto umano e, per fare ciò, occorre prima id tutto una visione complessiva che Gartner definisce ‘visione dell’IA’.

La visione dell’IA riguarda la capacità delle aziende di definire chiaramente come l’IA contribuirà alla loro strategia della catena di approvvigionamento: Gartner sottolinea che dichiarare apertamente come l’IA può costituire un avanzamento della strategia aziendale è essenziale per incoraggiare l’adozione e la cosiddetta fluency dell’IA a livello organizzativo, oltre ad essere utile per dimensionare un corretto finanziamento. 

Secondo Gartner, gli obiettivi aziendali che l’IA nella catena di approvvigionamento può facilitare includono la riduzione dei costi grazie all’automazione dei processi, un miglioramento della soddisfazione del cliente grazie all’aumento della prossimità e una maggiore accuratezza nelle previsioni attraverso l’analisi predittiva.

C’è poi un capitolo che riguarda il ‘valore dell’IA’ e che consiste nell’identificare le barriere organizzative che potrebbero ostacolare il successo delle iniziative rivolte all’intelligenza artificiale. Gartner suggerisce di utilizzare approcci di gestione del cambiamento per rimuovere tali ostacoli, che possono includere il dimensionamento del portafoglio IA della catena di approvvigionamento e l’implementazione di progetti pilota, la responsabilizzazione per lo sviluppo e l’esecuzione della strategia IA e la collaborazione con i leader IT e Data Analytics. Affrontare questi aspetti può garantire che l’IA sia effettivamente integrata nelle operazioni aziendali.

Un altro elemento cruciale per tutti e ancor più per un’azienda è l’identificazione e la gestione dei rischi associati all’IA. Gartner indica che le aziende devono riconoscere i rischi regolatori, reputazionali, di competenza e tecnologici che potrebbero dover affrontare. Una gestione proattiva di questi rischi è fondamentale per evitare che compromettano il successo delle iniziative AI.

Infine l’adozione dell’IA si riferisce all’assegnare delle priorità alle iniziative IA in base al loro valore e alla loro fattibilità. Secondo Gartner, è comune che le aziende perseguano progetti con un alto valore ma con elevati rischi, evitando invece quelli dove la fattibilità è così bassa da rendere il progetto impossibile. 

Per questo motivo, è importante che i leader della catena di approvvigionamento e gli altri stakeholder aziendali concordino sulla priorità delle iniziative IA.

Dati a supporto della tesi di Gartner

Gartner fornisce dati che supportano la necessità di una strategia chiara per l’adozione dell’IA. Ad esempio, prevede che entro il 2028, il 25% della reportistica sui KPI della catena di approvvigionamento sarà alimentata da modelli GenAI, ossia alimentati da intelligenza artificiale generativa. 

Tuttavia, attualmente solo il 10% degli amministratori delegati afferma che la propria azienda utilizza l’IA in modo strategico, mentre solo il 9% dei leader tecnologici ritiene che la propria azienda abbia una visione chiara dell’IA. Questi dati suffragano proprio la necessità di un approccio strategico ben definito per sfruttare appieno le capacità dell’IA.

L’IA nelle aziende italiane

Passando all’Italia, i dati mostrano che le aziende italiane sono ancora indietro rispetto alla media europea nell’adozione dell’IA nei processi decisionali. Secondo il Global Technology Report 2024 di Bain & Company, solo il 7% delle piccole e medie imprese (PMI) italiane e il 24% delle grandi imprese hanno implementato soluzioni di IA, rispetto al 9% e al 30% rispettivamente in Europa. 

Inoltre, un’indagine dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano ha rilevato che il 98% degli italiani ha sentito parlare di IA, ma ci sono ancora molte incertezze riguardo alla sua applicazione nelle aziende.

In conclusione, l’adozione dell’IA richiede una strategia ben strutturata che allinei le capacità dello strumento con gli obiettivi aziendali. Le aziende che riescono a definire chiaramente la loro visione, identificare i valori e i rischi e dare correttamente priorità alle iniziative IA saranno quelle che potranno sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia. Sebbene l’Italia sia ancora indietro nell’adozione dell’IA rispetto alla media europea, c’è un forte potenziale per crescere e sfruttare al meglio questa rivoluzione tecnologica.

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