Il calo dei volumi importati è ancora all’orizzonte

Condividi
I consumatori si spostano dai beni ai servizi, le imprese ordinano meno: gli effetti di tutto ciò sono ancora lungi dal manifestarsi

Il monitoraggio dei volumi di importazioni via container dall’Asia verso USA ed Europa è indubbiamente in calo. 

L’andamento dei TEU, ossia dell’unità di misura dei container, prenotati in base alle date di partenza dai porti di origine registrano un calo del 36% ad inizio giugno, segno che le aziende ordinano meno merci: tuttavia gli effetti materiali di questo calo non sono ancora sensibili, in quanto stiamo parlando delle stive mercantili che, in media, impiegano almeno 26 giorni per attraversare l’oceano.

Di fatto, al momento, a confermare il trend è il calo degli ordini e non tanto la sua ripercussione a valle.

Water photo created by tawatchai07 – www.freepik.com
Leggi anche:
Trasporto container, mai così redditizio

 

Un segnale per il futuro

La diminuzione degli ordini e, quindi, dei container in partenza verso occidente è frutto di più fattori congiunti: da una parte vi è stato un aumento delle scorte a partire da febbraio, che ancora non sono state smaltite, cui si è sommato lo spostamento dell’interesse dei consumatori dai beni ai servizi e, da ultima, è piombata la minaccia recessiva, con l’innalzamento dei tassi di interesse sia da parte della BCE che della FED in modo inaspettatamente repentino.

C’è un dato interessante da osservare, ossia che il calo degli ordini che si sta attualmente registrando non è ancora inferiore a quello pre-pandemia: rispetto a tre anni fa le aziende ordinano ancora il 22% in più; dunque, è possibile che si sia raggiunto l’attuale picco nel ciclo di domanda dei beni e che questo preluda ad un ulteriore calo.

Inoltre, inflazione e aumento dei tassi di interesse non si risolvono in breve tempo e i loro effetti si ripercuoteranno sulla domanda a 2023 inoltrato.

 

Leggi anche:
Container, movimentazione in tempo di guerra

 

Movimentazione in miglioramento

Nell’immediato un lato positivo c’è: la catena di approvvigionamento dovrebbe infatti decongestionarsi, se non altro per quanto riguarda il trasporto.

In una prima fase sia trasporto marittimo che terrestre, che ferroviario dovrebbero smaltire gli accumuli di ritardi dovuti agli ultimi lockdown cinesi, oltre che alle errate previsioni di domanda e offerta dei mesi passati.

In questo momento anche le tariffe dei noli stanno diminuendo.

Il problema si porrà quando gli arretrati saranno finiti: a quel punto subentrerà una stagnazione al ribasso ed i vettori potrebbero rimanere sotto-occupati a causa del crollo della domanda.

Ti potrebbero interessare