La densità: dalla fisica alla logistica

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Quando mi capita di intervistare un direttore logistico uno dei temi che più gli fa rizzare i capelli è legato all’anagrafica “logistica” degli articoli e al suo allineamento all’interno e all’esterno dell’azienda.

Se vi è un baco nell’anagrafica, questo può compromettere davvero tanti aspetti: dalle distinte base di produzione, agli ordini di vendita e persino i costi di magazzino
e trasporto. Questi ultimi, infatti, da sempre si basano sul cosiddetto rapporto “peso/ volume” sul quale vengono definite le tariffe di distribuzione.

Come noto, nel caso di merci con rapporto peso/volume inferiore ad una determinata soglia (200 o 300 kg/m3 in funzione della modalità di trasporto utilizzata) è di grande importanza conoscere in anticipo il peso tassabile (che si ottiene riconducendo il volume effettivo del carico ad unità di peso volumetrico) e di raffrontarlo con il peso reale della stessa. Infatti, tra i due pesi, è il maggiore viene utilizzato per calcolare il costo della spedizione.

Ciò dimostra quanto sia importante per un’azienda disporre di un’anagrafica aggiornata con i dati pondo-volumetrici di ciascun articolo, specialmente se si tratta di prodotti finiti imballati. In cui sia presente, oltre che al peso netto anche il peso lordo, comprensivo della tara degli imballaggi primari e secondari, e il volume lordo delle confezioni e dei colli (o per lo meno le loro dimensioni nel caso di forma non parallelepipeda).

Se l’azienda che spedisce non è in grado di conoscere il volume della merce spedita (ma solo il peso), si dovrà fidare del volume rilevato dal corriere o spedizioniere, attraverso i loro dispositivi di riconoscimento volumetrico della sagoma caricata sul pallet. Chi organizza il trasporto è infatti obbligato a conoscere cosa e quanto affiderà ai diversi vettori.

Un anagrafica corretta ma non aggiornata con quella che è disponibile all’esterno presso i clienti può generare un ulteriore danno: ad esempio, un cliente che è abituato a ordinare 40 cartoni di un determinato prodotto pensando di acquistare un pallet intero, se non gli viene comunicato per tempo il cambio del formato del pallet, genererà un maggior costo della logistica per il fatto che il suo ordine subirà un’attività di picking non prevista e che magari gli verrà addebitata.

Non è quindi un caso che Amazon, leader nell’innovazione dei processi logistici, rilevi in modo ossessivo tutto ciò che entra nei suoi magazzini. Non fidandosi delle anagrafiche delle migliaia di fornitori preferisce costruirsi un’anagrafica “fai da te”, misurando sistematicamente pesi e volumi degli articoli ricevuti e acquisendo le immagini degli eventuali codici a barre o bidimensionali presenti.

Così facendo è in grado di stabilire, in fase di ricezione, in quali scaffali poter posizionare un determinato articolo in funzione delle dimensioni e, in fase di uscita, quali dimensioni deve avere l’imballo per il trasporto. E visto che per più della metà degli ordini ricevuti il cliente richiede un solo articolo, Amazon in Italia si è dotata di una fantastica macchina con tecnologia italiana in grado di costruire su misura il pacco, qualunque sia la forma dell’oggetto da spedire (dal semplice libro al caso più complesso di un casco per bicicletta).

In definitiva potremmo concludere che la presenza di un Master Data Manager “prossimo” alla funzione logistica può rappresentare una leva per ridurre i costi e ridurre le anomalie.

A cura del Prof. Fabrizio Dallari – Direttore del C-log,LIUC Università Cattaneo

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