La fine delle alleanze rivoluzionerà il mercato dei container e della logistica marittima?

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La stagione delle alleanze per la movimentazione container volge al termine e apre grandi interrogativi sul nuovo assetto dei servizi logistici marittimi

L’accordo decennale tra i due maggiori vettori al mondo per capacità nel settore del trasporto marittimo, Maersk Line e MSC, non sarà rinnovato al suo termine fissato per il 2025.

L’alleanza, nata in uno scenario di mercato caratterizzato da un eccesso d’offerta in termini di disponibilità di navi e spazi e dalla conseguente necessità di saturarla in modo efficace, aveva l’obiettivo di unire le forze per recuperare margini economici in virtù di possibili forti economie di scala.

Questa formula, inoltre, consentiva ai due vettori di condividere capacità di carico per affrontare rotte commerciali strategiche quali Asia-Europa, Transatlantica e Transpacifica, pur rimanendo indipendenti sul piano della vendita di servizi logistici e dei prezzi praticati.

La sua istituzione aveva incentivato e favorito la costituzione di altre alleanze a difesa della competitività della concorrenza.

Le prime crepe si sono manifestate durante la pandemia allorché le strategie delle compagnie si sono gradualmente distaccate dagli obiettivi iniziali a fronte di un mercato fortemente in cambiamento.

I volumi di container da movimentare, infatti, sono oggi in via di diminuzione e non giustificano più una alleanza per condividere la capacità dei vettori tra compagnie che perseguono obiettivi diversi.

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Le ricadute sul mercato

Per quasi un decennio il mercato della movimentazione container via mare è stato definito e consolidato dall’esistenza delle alleanze.

E’ molto probabile che venendo meno la realtà più consistente, le cui componenti sono in grado di movimentare autonomamente oltre 4 milioni di TEU con navi proprie o in noleggio (dati Alphaliner), si inneschi un effetto domino che potrebbe portare al dissolvimento, nell’arco di un paio d’anni, anche di altre alleanze.

In alternativa, altri analisti prevedono un rimpasto delle alleanze con cambiamenti nelle loro strutture anche se tale ipotesi si scontra con alcune considerazioni che vale la pena accennare.

La prima riguarda il fatto che le alleanze attuali si basano su partner di dimensioni più o meno comparabili, senza un soggetto dominante. Alterare questo equilibrio può pregiudicare non solo gli accordi interni al consorzio ma provocare anche l’intervento delle autorità garanti della concorrenza che potrebbero bloccare ogni mossa.

La seconda concerne le previsioni sull’andamento del mercato nel breve e medio termine. Per molti operatori i prossimi due-tre anni presenteranno non poche difficoltà a causa di un eccesso d’offerta con tariffe tendenzialmente in calo.

In pratica il settore rivivrebbe un quadro simile a quelle del 2015 che favorì la nascita delle alleanze. Ciò potrebbe suggerire, nella prospettiva di un mercato “ribassista” di non apportare modifiche importanti alle strutture attuali almeno in attesa che l’incertezza venga meno.

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Tendenze in atto

La separazione tra MSC e Maersk, come accennato, ha alle sue origini il perseguimento di strategie sostanzialmente diverse, che consentono di mettere a fuoco due tendenze che, al di là del caso in questione, costituiscono orientamenti ben presenti sul mercato.

La missione del vettore marittimo, semplificando al massimo i concetti, è sostanzialmente quello di soddisfare, con la sua capacità di carico, le esigenze di movimentazione merci della clientela prendendone, quindi, in carico la spedizione da un porto ad un altro.

In quest’ambito la preoccupazione è quella di disporre della capacità di carico adeguata alle potenzialità delle richieste, rafforzando e modernizzando la flotta per offrire un servizio personalizzato, di qualità ad una vasta gamma di clienti per cui vengono sviluppate soluzioni competitive per il trasporto merci.

Operazione che mal si concilia con la presenza paritetica in una alleanza, perseguendo invece la leadership del settore in un contesto più globale possibile.

Altro orientamento che va facendosi strada è quello di concentrarsi su una strategia di integrazione verticale puntando su un’offerta completa, affidabile, flessibile e sostenibile in tutti gli aspetti della logistica.  

In altri termini, la missione in questo caso si configura nel proporsi come fornitore integrato di logistica end-to-end, collegando e semplificando le catene di approvvigionamento dei clienti.

Anche in questa ipotesi, la presenza in una alleanza per la movimentazione container stride con la necessità di porre il massimo dell’attenzione sull’offerta di servizi logistici, magari concentrandosi su alcuni mercati chiave, e considerando il trasporto marittimo solo come uno strumento che comunque è necessario e deve funzionare.

Due tendenze che le due grandi compagnie marittime stanno interpretando e contribuiranno a disegnare nuovi assetti nel mercato delle spedizioni dei container.

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