L’outsourcing ad un punto di svolta?

Condividi

Bisogna fare un passo indietro nel tempo, ben prima della pandemia, per ritrovare i segnali di avvenimenti che hanno determinato i forti cambiamenti in atto nel settore della logistica.
Già con la Brexit si era registrata una scossa che aveva messo in luce le criticità delle imprese di fronte a repentini cambi di paradigma. Da allora […]

Bisogna fare un passo indietro nel tempo, ben prima della pandemia, per ritrovare i segnali di avvenimenti che hanno determinato i forti cambiamenti in atto nel settore della logistica.

Già con la Brexit si era registrata una scossa che aveva messo in luce le criticità delle imprese di fronte a repentini cambi di paradigma. 

Da allora, il susseguirsi di tensioni geopolitiche come quelle determinate dal conflitto commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti e dalla guerra tra Russia e Ucraina, per non parlare della crisi energetica e di quella delle materie prime, hanno ancor più evidenziato la necessità, da parte delle aziende produttrici e di quelle di logistica, di rimettere in discussione, non solo il tradizionale modus operandi, ma soprattutto le strategie di gestione dell’intero comparto.

Leggi anche:
Interruzioni nella Supply Chain, boost per un magazzino tecnologico

Tanto più che l’intero scenario mondiale, nell’ultimo biennio, è stato ulteriormente aggravato dalla necessità di far fronte all’emergenza pandemica che doveva essere considerata non come un fatto contingente ed occasionale ma, purtroppo, come una realtà dolorosa ma ripetibile.

La maggior parte di tutti questi avvenimenti si sono tradotti in interruzioni della catena di approvvigionamenti i cui effetti si sono fatti sentire in maniera differenziata in funzione di una molteplicità di fattori quali le specifiche attività svolte, il parco fornitori, le diverse tipologie di trasporto utilizzate, il particolare momento strategico vissuto dalle imprese.

Se è comunque vero che la reazione del settore è stata generalmente positiva, ed ha avuto il merito di accelerare l’introduzione di nuove tecnologie, stimolando un rinnovamento più rapido di quanto era stato programmato, l’accaduto ha in molti casi richiesto un ben più profondo cambio di passo.

 

Leggi anche:
Come evitare le perdite di merce nella supply chain

Un’inversione di tendenza

Per molto tempo la parola d’ordine è stata quella di esternalizzare le attività logistiche, in una parola affidarsi all’outsourcing.

Oggi però, misurati i rischi crescenti di alcune operazioni, quali l’approvvigionamento di materie prime, la tentazione di riportare questo processo sotto un controllo più diretto, senza affidarlo completamente ad una parte terza, appare forte e, comunque, meritevole di un approfondimento.

Tanto più che, rimanendo nell’esempio dell’approvvigionamento delle materie prime, la crisi a cui può essere soggetta la loro disponibilità nei tempi richiesti, provoca pericolose strozzature nelle filiere produttive e logistiche, le cui ripercussioni in svariate attività sono un fresco ricordo.

Gli avvenimenti accaduti hanno, inoltre, ben evidenziato la complessità del settore logistico e come lungo la supply chain sia oggi necessario prevedere la partecipazione di molte e svariate competenze. 

Al tempo stesso la tecnologia sta sempre più mettendo a disposizione nuovi strumenti di gestione operativa come, ad esempio, la nascita di piattaforme di trasporto in grado di mettere in contatto domanda ed offerta di capacità, con il risultato di rendere meno indispensabili figure professionali come quelle degli spedizionieri.

Forse è prematuro giungere alla conclusione che l’outsourcing logistico è giunto ad un punto di svolta, ma, indubbiamente, i cambiamenti in atto che coinvolgono anche la domanda, le nuove forme di competitività, la necessità di investimenti in tecnologie innovative e la crescente percezione dei pericoli che ancora sono dietro l’angolo, non possono non indurre alcune riflessioni sulle strategie future.

Leggi anche:
Big Tech si misura con le piattaforme di Supply Chain

I flussi commerciali

Uno dei fattori che maggiormente influisce nelle decisioni delle imprese sono gli spostamenti dei flussi commerciali a seguito delle tensioni geopolitiche oltre che della stessa crisi pandemica.

Lo scenario che molto spesso si delinea è caratterizzato da forti variazioni della domanda, instabilità dei prezzi dei trasporti in funzione di una capacità di carico critica e imprevedibilità dei prezzi del carburante.

Le decisioni delle aziende finiscono per essere improntate alla salvaguardia della redditività, e non lasciano il tempo di concentrarsi su un autentico rinnovamento che garantisca il loro futuro.

Proprio per questo si ravvisa la tendenza a orientare le catene di approvvigionamento a livello locale, cercando di avvicinare le attività di produzione ai mercati di vendita, riducendo la complessità delle supply chain e la dipendenza dai fornitori.

 

Leggi anche:
Nella modellazione della domanda il futuro della Supply Chain

L’espansione delle compagnie di trasporto marittimo

Il nuovo scenario logistico si va infine arricchendo di nuove forme di concorrenza rappresentate dall’ingresso nel comparto logistico dei grandi vettori marittimi.

Non è un mistero che compagnie come Maersk, CMA/CGM e MSC, grazie agli alti profitti realizzati negli ultimi anni in virtù dei forti rialzi dei prezzi dei container, stiano entrando in alcune parti significative della catena di approvvigionamenti.

L’obiettivo è quello di conquistare una posizione privilegiata nella gestione delle supply chain su scala globale.

I loro investimenti in terminal per container, acquisizioni di società di rimorchiatori, servizi di spedizioni e l’utilizzo di altre modalità di trasporto merci oltre il mare, come le linee aeree cargo, ormai sono all’ordine del giorno.

Il loro approccio al settore sta inoltre mostrando una piena consapevolezza dell’importanza che rivestono le nuove tecnologie per trasformare l’attività logistica in un reale strumento strategico. 

Ad esse, pertanto, stanno destinando specifica attenzione di cui sono testimonianza gli investimenti sulla visibilità delle attività logistiche, giudicate indispensabili per gestire filiere internazionali molto lunghe e complesse e per poter garantire le informazioni sullo stato del carico in qualsiasi punto della catena.

La crescente presenza delle grandi compagnie marittime nel settore rappresenta pertanto, in prospettiva, un ulteriore elemento di concorrenza sul mercato di assoluto rilievo con cui le tradizionali imprese di logistica dovranno fare i conti.

Ti potrebbero interessare