Mar Rosso, la gestione della crisi tra Egitto e porti sudafricani al collasso

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Foto di 12019 da Pixabay

Gli attacchi Houthi nel Mar Rosso causano problemi di sicurezza, congestione e perdite economiche per il Canale di Suez, ma mettono anche sotto stress i terminal del Sud Africa

La situazione nel Mar Rosso è diventata critica dopo gli attacchi ai mercantili che hanno avuto luogo tra novembre e dicembre 2023, attribuiti ai gruppi ribelli Houthi attivi nello Yemen. A tutt’ora l’instabilità della zona si conferma con gli strike ai danni di portacontainer occidentali e le operazioni militari navali congiunte tra forze europee e USA; insomma, il rischio per la sicurezza e la continuità del traffico marittimo nella zona, snodo cruciale che collega Europa, Asia e Africa, permane.

Il Canale di Suez, che attraversa l’Egitto e consente il passaggio di circa il 10% del commercio marittimo mondiale, assieme allo stretto di mare di Bab-el-Mandeb, è l’obiettivo principale degli attacchi, che hanno costretto molti armatori a deviare le loro rotte attorno al Capo di Buona Speranza, in Sud Africa, per evitare il rischio di essere presi di mira.

L’Egitto cerca di minimizzare le perdite

Questa deviazione ha avuto ripercussioni economiche per l’Egitto, che dipende in gran parte dalle entrate generate dal Canale di Suez, che nel 2023 hanno raggiunto 5,84 miliardi di dollari, in aumento del 2% rispetto al 2022 e che dal 2020 segnavano un trend estremamente positivo. Tuttavia, il ministro delle finanze egiziano Mohamed Maait al recente World Economic Forum di Davos ha dichiarato che parte dell’impatto potrebbe essere assorbito dalle istituzioni del Cairo, proprio grazie alla crescita precedente agli attacchi registrata dalle attività nel Canale.

Il ministro ha aggiunto che il governo sta lavorando per migliorare la sicurezza e la protezione dei vascelli che transitano nel Mar Rosso e nel Canale di Suez e che si sta coordinando con le autorità regionali e internazionali per affrontare la situazione. Anche il presidente dell’Autorità del Canale di Suez, l’Ammiraglio Osama Rabie, ha minimizzato, nelle sue uscite pubbliche, le perdita di traffico causate degli attacchi, ricordando che finora le operazioni non si sono mai fermate un solo giorno. Nei suoi interventi, l’Autorità del Canale di Suez ha anche sottolineato che l’infrastruttura è dotata di sistemi di sicurezza avanzati, di una flotta di rimorchiatori e navi antincendio e di cantieri di riparazione in grado di garantire qualsiasi tipo di intervento alle navi che dovessero incorrere in sgradevoli incontri.

Porti sudafricani sotto stress

La deviazione di gran parte dei traffici marittimi da Suez a Capo di Buona Speranza ha avuto anche ripercussioni sui porti del Sud Africa, che si sono trovati a dover gestire un aumento del traffico delle navi in transito, con conseguenti problemi di congestione e ritardi. 

I porti del Sud Africa, in particolare Durban e CittĂ  del Capo, erano giĂ  afflitti da difficoltĂ  causate da problemi infrastrutturali e da attrezzature obsolete.

Tuttavia,si intravedono dei segnali di ottimismo per i porti sudafricani, dopo mesi di difficoltà. Secondo alcuni esperti del settore, si notano evidenti miglioramenti apportati da Transnet, l’operatore pubblico dei porti, grazie a cambiamenti nella direzione e a misure per aumentare la disponibilità dei rimorchiatori e dei servizi elicotteristici.

Problemi anche negli scali tra Sud Africa e Asia

Alla situazione sulle proprie coste, per il Sud Africa se ne aggiunge un’altra, quella dello scalo di Port Louis, nella Repubblica di Mauritius, fonte di criticitĂ  per lo smaltimento delle esportazioni sudafricane verso l’Asia. Port Louis è infatti un hub di transhipment per le merci provenienti da CittĂ  del Capo, che vengono poi caricate sulle navi della rotta Safari, operata da Maersk, CMA CGM e Cosco. 

Tuttavia, Port Louis è stato colpito dal ciclone Belal a fine gennaio, che ha interrotto le operazioni e causato ritardi e congestioni: questo ha portato Maersk a sospendere le nuove prenotazioni sul servizio Cape Town Express e a chiedere agli spedizionieri di ritardare e spalmare le spedizioni verso l’Asia, per evitare ulteriori problemi.

Insomma, l’equilibrio del trasporto marittimo è reso precario da una molteplicità di fattori ed è chiaro che per affrontare questa crisi è necessaria una cooperazione tra le autorità e gli operatori della logistica, ma anche una pianificazione strategica per fare fronte a continui imprevisti.

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