Meno grano nella UE: previsioni per il 2024/25 sulla filiera e la supply chain alimentare europea

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La Commissione Europea fa i conti con una diminuzione della produzione di grano nell’area UE nel biennio ’24/’25

La Commissione Europea ha recentemente rilasciato le sue previsioni per la produzione di grano nell’Unione Europea per il biennio 2024/’25: secondo queste previsioni, la produzione di grano dell’UE scenderà ai minimi da quattro anni a questa parte, ossia dal 2020/’21. 

La causa è, in primis, correlata al cambiamento climatico: i fenomeni alluvionali violenti degli ultimi quattro anni hanno decurtato le aree coltivate nei principali Paesi produttori europei, ossia Francia e Germania.

Dal 2020 la UE aveva ovviato aumentando le importazioni dall’Ucraina, uno dei primi produttori mondiali di grano, diminuite però anch’esse a causa della guerra.

La produzione di grano nella UE

La produzione utilizzabile di grano comune, o grano tenero, nell’UE raggiungerà 120,8 milioni di tonnellate metriche, in calo di quasi il 4% rispetto al livello atteso per questa stagione e al livello più basso dal 2020/21. 

Questa riduzione è imputata in buona parte a una diminuzione dell’area piantumata: infatti, i terreni coltivati a grano tenero nell’UE sono stimati in 20,95 milioni di ettari, in calo rispetto ai 21,75 milioni del 2023/’24. Se non altro, la proiezione della resa media per ettaro è invariata per questa stagione a 6 tonnellate.

Esportazioni e importazioni

Le esportazioni di grano tenero dell’UE nel 2024/25 sono state stimate a 31,0 milioni di tonnellate metriche, invariate rispetto al volume previsto nel 2023/’24. 

D’altra parte, le importazioni sono diventate un punto di contesa nell’UE a causa di un afflusso di grano ucraino: la Commissione ha stimato che gli afflussi di grano tenero caleranno a 4,4 milioni di tonnellate nel 2024/’25 rispetto ai 7,5 milioni previsti in questa stagione.

Scorte di grano in calo

Si prevede che anche le scorte di grano tenero a fine stagione scenderanno a 12,1 milioni di tonnellate nel 2024/’25 rispetto ai 19,9 milioni previsti questa stagione. 

Si tratta di un dato da non sottovalutare, in quanto potrebbe avere un impatto significativo sul mercato del grano nell’UE.

Altre colture: orzo e mais

Per quanto riguarda le altre colture, si prevede che la produzione di orzo rimbalzerà a 53,7 milioni di tonnellate da un minimo di 12 anni di 47,5 milioni questa stagione, mentre si prevede che la produzione di mais aumenterà a 69,0 milioni di tonnellate da 62,3 milioni. 

Le importazioni di mais dell’UE dovrebbero scendere marginalmente a 17,4 milioni di tonnellate rispetto ai 17,5 milioni previsti nel 2023/24.

Produzione di colza e importazioni di olio di palma

La produzione di colza è stata stimata a 19,5 milioni di tonnellate nel 2024/25, in calo rispetto ai 19,8 milioni di questa stagione. Allo stesso tempo, si prevede che le importazioni di olio di palma scenderanno a 3 milioni di tonnellate da 3,7 milioni.

Lo scenario: un panorama complesso per la filiera alimentare UE

Le previsioni della Commissione Europea per il 2024/25 indicano un panorama complesso per la filiera e la supply chain alimentare europea del grano. 

Mentre la produzione di grano è in calo, altre colture come l’orzo e il mais stanno vedendo un aumento della produzione. 

Queste tendenze richiederanno una gestione attenta delle risorse e una pianificazione strategica da parte del settore.

La diminuzione della produzione di grano nell’Unione Europea sta già avendo – è sotto gli occhi di tutti – diverse implicazioni economiche sulla vita quotidiana delle persone.

Sono difatti in atto aumenti dei prezzi del grano e dei prodotti basati su di esso, con un evidente rincaro dei prezzi sia al consumatore, sia per le aziende che utilizzano il grano come materia prima per la produzione.

La diminuzione della produzione di grano potrebbe, in uno scenario futuro di maggior crisi, influenzare l’equilibrio commerciale dell’UE: se essa non fosse in grado di produrre abbastanza grano per soddisfare la domanda interna, potrebbe dover aumentare le importazioni, con un notevole impatto sulla bilancia commerciale.

Tra i problemi più spiccioli da affrontare vi è anche l’impatto sul settore agricolo dell’UE, con gli agricoltori che coltivano grano già sul piede di guerra per via degli effetti sulla redditività del loro lavoro a fronte delle richieste UE in termini di investimenti strutturali.

Infine, la diminuzione della produzione di grano potrebbe avere implicazioni per la sicurezza alimentare nell’UE, tema che appare lontano e dai toni catastrofisti, ma che non va trascurato in un momento di forte instabilità globale.

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