Merci aviotrasportate: nuovi segnali di crisi

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Si moltiplicano gli indicatori della flessione della domanda di trasporto cargo aereo a livello globale facendo prevalere nuovamente le incertezze sui tempi necessari alla ripresa del settore

Dopo aver superato il periodo pandemico con un certo ottimismo, le nuvole sembrano tornate ad oscurare l’orizzonte del trasporto merci aviotrasportate.

L’emergenza sanitaria e i conseguenti lockdown, infatti, avevano convinto molte aziende a ricorrere in modo più massiccio all’utilizzo di servizi cargo aereo proprio per superare le difficoltà manifestate dai vettori marittimi.

Seppur con differenze talvolta marcate in relazione alle aree geografiche, l’imprevisto aumento di domanda si era scontrata con oggettive carenze di capacità al punto da portare alla conversione di aerei passeggeri in cargo.

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Un accenno di ripresa per il argo aereo

Una decisiva spinta in tale direzione era pervenuta inoltre dall’e-commerce che, con la sua forte accelerazione, ha contribuito a creare le condizioni per riconvertire gli aerei passeggeri inutilizzati in vettori cargo per il trasporto merci.

L’opportunità era di interesse non solo per le aziende di logistica, desiderose di poter soddisfare le nuove richieste del commercio elettronico, ma anche per i produttori di aerei, imprese di manutenzione, compagnie aeree, società di leasing che soffrivano le conseguenze della crisi del settore passeggeri.

La richiesta era così forte che alle conversioni temporanee, ottenute modificando parzialmente un aereo di linea, utilizzate soprattutto al culmine della pandemia in situazioni di oggettiva incertezza, si sono poi aggiunte quelle permanenti, frutto di trasformazioni più radicali, operate dalle stesse case costruttrici e che avevano il vantaggio di ridurre nettamente i tempi di consegna rispetto alla costruzione di un nuovo aereo.

A titolo d’esempio si può ricordare come la stessa Boeing   abbia allestito alcune linee di conversione di propri aerei nei suoi hangar, formulando previsioni di crescita del mercato mondiale del trasporto aereo cargo per i prossimi 20 anni.

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L’inversione di tendenza

Il brusco rallentamento della domanda manifestatosi a fine anno scorso ha rimesso in discussione  ogni previsione e, soprattutto nelle aree dove l’e-commerce ha frenato la sua corsa, il mercato delle riconversioni ha cominciato a subire un ridimensionamento.

A riprova di ciò, grandi colossi dell’e-commerce come Amazon hanno ridotto la propria flotta aerea da quest’anno e secondo Air Transport Services Group, l’azienda di Seattle ha rinnovato solo due dei dieci contratti di locazione dei suoi cargo aerei in scadenza.

Altri fattori concorrono, comunque, alla flessione del settore delle merci trasportate via cargo, come i tassi di leasing che abbassandosi hanno reso più conveniente per i locatori spingere maggiormente il settore passeggeri ritornato competitivo.

Né occorre dimenticare il rincaro delle materie prime che scarseggiano e sta penalizzando le riconversioni oltre ai tassi di interesse in rialzo, frutto della nuova inflazione.

Il cambiamento quasi simultaneo dell’insieme di questi elementi ha modificato grandemente lo scenario delle merci aviotrasportate togliendogli slancio e portando a formulare previsioni di medio termine più caute con un orizzonte a breve comunque in flessione.

 

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In Europa ed in Italia

La domanda mondiale di cargo aereo ha evidenziato nel 2022 una contrazione dell’8%  in termini di Ctk (cargo-tonne kilometers) rispetto al 2021 (dato Iata), dovuta soprattutto al forte calo del mese di dicembre (-15,3%).

Risultati peggiori si sono registrati in Europa dove il calo è stato del 11,5% con punte del 17% nel mese di dicembre e previsioni per il 2023 ancora negative a causa dell’inflazione ed il prevedibile raffreddamento dell’economia.

L’Italia, dopo il positivo andamento che ha caratterizzato l’anno scorso, malgrado la decisa flessione del mese di dicembre (-9%), ha iniziato il 2023 con numeri in calo rispetto all’anno precedente (-10,4%).

Le quantità movimentate negli aeroporti nazionali mostrano quasi tutti segni negativi con l’eccezione di Roma Fiumicino e Brescia.

Nella maggioranza dei casi, però, il confronto con il 2019, anno della pandemia, evidenzia ancora un saldo decisamente positivo.

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