Il mercato del pallet specchio della ripresa

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Nel primo trimestre 2021 risale la produzione a marchio EPAL (+7,5%) e FITOK (+15%). A scarseggiare è però il legname

Come tastare il polso all’economia italiana? Osservando le merci ed i loro spostamenti. Qualora i dati diretti non vi siano, esistono dei dati indiretti che si possono ricavare da uno strumento necessario alla movimentazione delle merci stesse: i pallet.

Dopo la leggera battuta d’arresto registrata lo scorso anno legata alla pandemia, ha ripreso a crescere il mercato del pallet: nei primi tre mesi dell’anno sono stati 2,9 milioni i pallet EPAL prodotti, la cifra più alta mai registrata dal 2016 ad oggi. 

«L’andamento del mercato dei pallet può essere considerato uno specchio dell’economia italiana, ma nonostante la crescita dei volumi di produzione sarà un anno difficile per il settore a causa del prezzo del legname fuori controllo e della scarsità della materia prima», afferma Orlando Fravega, presidente di Conlegno.

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Un trimestre da record per i pallet EPAL

Da gennaio a marzo sono stati prodotti 2.979.168 pallet a marchio EPAL (di cui 1.811.184 nuovi e 1.167.984 riparati). Si tratta del valore più alto mai registrato in un trimestre, battendo il record di 2.913.846 pezzi raggiunto tra aprile e giugno 2019. Rispetto agli stessi mesi del 2020, quelli che hanno visto lo scoppio della pandemia in tutto il pianeta, la produzione di pallet è cresciuta addirittura del 7,5%, trainata soprattutto dai pallet riparati (13% contro il +4% di quelli nuovi). 

Positivi anche i dati che arrivano da FITOK, marchio che certifica il corretto trattamento fitosanitario di imballaggi e componenti in legno: nel 1° trimestre sono stati trattati 758.495 m3 di legno, il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2020. Numeri forniti da Conlegno, Consorzio Servizi Legno Sughero, che si occupa della gestione dei marchi internazionale di prodotto EPAL e FITOK per l’Italia, garantendo la qualità dei pallet e la sicurezza delle merci trasportate.

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Pallet specchio dell’economia, ma occhio al legno

«In quanto strumento imprescindibile per trasportare qualsiasi tipo di merce, l’andamento del mercato dei pallet può essere considerato uno specchio dell’economia – spiega Orlando Fravega, presidente di ConlegnoNonostante la crescita dei volumi di produzione, in termini di marginalità sarà però un anno difficile per il settore a causa del prezzo del legname fuori controllo e della scarsità della materia prima che avrà inevitabili ripercussioni sul costo dei pallet, con aumenti dal 50 al 100%. Conlegno è pronto a supportare i consorziati in questa delicata fase di ripartenza mettendo a disposizione professionalità ed esperienza e si impegna a garantire alle aziende coinvolte nella ripresa economica imballaggi sicuri, sostenibili e affidabili».

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Si risolleva anche il marchio FITOK

Dopo il crollo del -17% (soggetti 7.1) e del -12% (soggetti 2) del 2° trimestre 2020, a registrare un segno positivo è anche la produzione a marchio FITOK: gli imballaggi, destinati prevalentemente al mercato extra-UE, sottoposti a trattamento fitosanitario sono stati il 15% in più rispetto al 1° trimestre dello scorso anno, per un totale di 758.495 m3 di legno. Come per la produzione a marchio EPAL, si tratta del numero più alto mai raggiunto, superando l’asticella fissata nel 2° trimestre 2018. In dettaglio, sono stati 478.465 m3 quelli trattati dai soggetti 7.1, ovvero coloro che eseguono il trattamento HT o DH su semilavorato, semifinito e finito, mentre la produzione con semilavorato trattato HT da parte dei soggetti 7.2 ha raggiunto quota 280.030 m3. 

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Il pallet ha tenuto bene durante la pandemia

Guardando, più in generale, ai dati relativi all’intero 2020, emerge come il mercato dei pallet a marchio EPAL si sia mantenuto stabile nonostante la crisi economica che ha colpito il Paese: infatti, i pezzi immessi sul mercato sono stati 11.153.266, pari a 250 mila tonnellate. Rispetto al 2019, si è quindi registrata solo una leggera flessione (-0,04%). A pesare in negativo sono stati soprattutto i pallet riparati che hanno registrato un -1,7%. A subire in modo più consistente le conseguenze della pandemia è stato, invece, il commercio con i Paesi extra-UE come dimostrano i numeri di FITOK: nel 2020 i volumi trattati sono stati il 5% in meno rispetto al 2019, una differenza che si traduce in quasi 138mila m3 di legno.

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