MSC e l’interesse per Ita: creare un ecosistema logistico

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La compagnia di navigazione merci più grande al mondo punta a realizzare una filiera logistica a 360 gradi

Dovesse nascere, si tratterebbe di un colosso logistico in grado di tenere testa a nomi del calibro di Amazon, sul fronte della distribuzione: la manifestazione d’interesse per Ita, la nuova nata dalle ceneri di Alitalia, proferita dai vertici di MSC – alias, la prima compagnia di navigazione al mondo nel settore container – è molto più che una notizia.

Al di là dello scenario positivo per quella che vorrebbe continuare ad essere la compagnia aerea di bandiera italiana, l’assetto previsto da un’entrata nel pacchetto azionario da parte di Gianluigi Aponte, fondatore di MSC, e di Lufthansa come partner commerciale lascia intravedere una strategia industriale volta costruire una sorta di ‘impero’ logistico.

 

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Triangolazione MSC-Lufthansa-Tesoro

Nell’idea avanzata con la manifestazione di interesse, MSC realizzerebbe una partnership con il governo italiano, acquisendo la maggioranza delle quote di Ita Airways e lasciando la minoranza al Tesoro, attuale detentore del pacchetto.

Lufthansa, che non ha emesso comunicazioni congiunte ad MSC, si terrebbe su un secondo piano, facendo da partner commerciale e, probabilmente, subentrando a quello Sky Team del quale Ita fa oggi parte assieme ad Air France e KLM – per altro esse stesse a loro volta in forse sull’acquisto di azioni dell’ex-Alitalia.

MSC, che ha sede in Svizzera ed è costituita come una ‘family company’, malgrado le dimensioni mastodontiche, ha effettivamente confermato l’interesse.

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Primo armatore nel settore container

La vera notizia non ha come cuore solo il futuro di Ita e dei suoi 2.500 dipendenti. Il fatto sconcertante, per certi versi inatteso, è che la compagnia aerea, oggi dotata di 52 velivoli, la maggior parte dei quali noleggiati, entrerebbe a far parte di un sistema, quello MSC, che vanta mal contate 700 navi, diverse società di trasporto su gomma, il controllo di parte degli hub portuali di Genova e Gioia Tauro e una partecipazione nella società marittima specializzata nel trasporto container Messina.

Tanto per dare due numeri, nel 2019 i fatturati MSC mostravano utili da oltre 24 miliardi di dollari, ossia più di quanto riuscisse a fare Maersk, da quel momento il secondo colosso della movimentazione container via mare.

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Le navi non bastano più

Il biennio 2020-21, grazie alle disgraziate circostanze derivate dal Covid, ha visto una rarefazione del trasporto aereo (leggi: dello spazio in stiva), una concentrazione dei traffici su un numero inferiore di rotte principali ed un boom della domanda di prodotti, gonfiata dall’eCommerce.

Questo ha fatto schizzare in cielo il prezzo del trasporto in stiva sulle navi e fatto diventare merce rarissima i container: non ci sono molte ragioni per dubitare, dunque, che gli utili della Mediterranean Shipping Company siano ulteriormente cresciuti.

Quel che però Aponte, da Capitano di lungo corso qual è, capisce alla perfezione è che lo shipping non è l’unica soluzione per la logistica su scala intercontinentale: dopo aver dunque messo piede anche nel settore dei trasporti su gomma, adesso tocca all’aria.

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MSC-Ita-Lufthansa, colosso logistico

Qualora il trio si formasse, il risultato sarebbe eccezionale, se non altro per potenza di fuoco di un simile gruppo sul mercato logistico.

Ita rimarrebbe infatti compagnia aerea di bandiera per lo Stato italiano, con una partecipazione del Tesoro ed un ruolo di punto di riferimento come immagine per il trasporto passeggeri tricolore. Diverrebbe però una potente risorsa per il trasporto merci, consentendo ad MSC di differenziare ulteriormente la propria offerta; di domanda da soddisfare, d’altronde, la compagnia di navigazione ne ha eccome, controllando calate nei principali porti italiani e muovendo più di 650 navi solo tra le portacontainer.

Il trio con Lufthansa lancerebbe dunque un polo di servizi logistici internazionali in grado di tenere testa ad un arrivo in Europa di Amazon Air, la compagnia aerea di Bezos dedicata al cargo e alla quale manca l’appoggio nautico.

Si tratta di uno scenario che sposterebbe degli equilibri nel mondo logistico: siccome, però, ‘del doman non v’è certezza’, al momento si tratta solo di prospettive.

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