Noli ancora in calo: le previsioni a Davos

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Permane negativo l’andamento dei noli del trasporto marittimo con previsioni per il 2023 di un’ulteriore flessione per il calo della domanda, il perdurare della crisi economica e le ripercussioni di fattori geopolitici

Le tariffe per la movimentazione dei container lungo le principali rotte mondiali, ormai dal mese di agosto 2022, continuano a segnare variazioni negative di mese in mese vanificando i temporanei tentativi di rimbalzo registrati su alcune rotte.

Complice la pandemia ed una domanda di container superiore alla capienza disponibile, i noli avevano infatti raggiunto quotazioni eccezionalmente elevate dal 2019 in poi sino a toccare massimi record nel 2021 con un picco storico a settembre.

La graduale discesa seguita nei mesi successivi non ha impedito comunque di mantenere, ancora per la prima parte del 2022, tariffe spot di spedizioni molto forti che hanno in gran parte influenzato la stipula dei contratti annuali con sostanziali incrementi dei prezzi.

Gli accadimenti successivi sono storia recente che vede un improvviso, o quantomeno non previsto, cambiamento in negativo della domanda e l’affacciarsi di nuovi ed imprevedibili fattori quali il confitto tra Ucraina e Russia, le sanzioni a quest’ultima ed il generale peggioramento della situazione economica internazionale.   


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Il crollo dei noli

Non più sorretta da una domanda insistente e basata sulla previsione di una ripresa molto sostenuta dopo due anni di emergenza sanitaria e di lockdown forzati, la richiesta di container è andata via via scemando, sino a imboccare una discesa quasi senza soluzione di continuità.

Basti pensare che solo il 6 gennaio 2023, l’indice composito di Drewry, WCI ( World Container Index ), uno dei principali strumenti di riferimento e di analisi nel settore, ha segnato una tiepida risalita dello 0,7% delle tariffe di trasporto spot, dopo ben 43 settimane consecutive di decrementi.

 Ciò ha portato la quotazione a 2.135 $ per feu (container da 40 piedi) con un crollo del 79% rispetto al massimo di 10.377 $ per feu registrato a settembre 2021.

Valori che si collocano al di sotto della media decennale pari a 2.694 $ per feu ma che non appaiono ancora stabilizzati al punto da decretare un ritorno alla normalitĂ .

Ne sono prova giĂ  le rilevazioni del WCI del 19 gennaio che hanno evidenziato una nuova inversione di tendenza con un ulteriore flessione del nolo del 3% arrivando ad una quotazione per il trasporto di un container da 40 piedi a 2.079 $

Tale valore è inferiore dell’80% rispetto al picco di settembre 2021 ed è al di sotto della media decennale del 23%. 

Esso rimane tuttavia superiore del 46% rispetto ai valori medi del 2019, cioè in periodo pre-pandemico, allorché la quotazione si attestava su 1.420 $ per feu.

Da tener presente che le valutazioni medie riportate scontano le diverse valorizzazioni delle singole rotte. A titolo d’esempio, sulla rotta Shanghai-Genova, il nolo praticato è di circa 2.780 $ per feu con una flessione annuale del 78%, mentre per la rotta Shanghai-Rotterdam il nolo medio è di circa 1.808 $ con un calo annuale dell’87%.

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Le previsioni

Prudenza e, in molti casi pessimismo, pervade gli operatori che formulano previsioni per l’anno appena iniziato.

Al World Economic Forum (WEF) appena conclusosi a Davos, l’argomento, seppur a margine del convegno, è stato affrontato da DP World, società di logistica globale con sede a Dubai, che all’agenzia Reuters ha dichiarato che i noli continueranno a scendere nel 2023 di un ulteriore 15.20%.

Le cause della discesa, secondo DP World sono da attribuire a tre fattori prevalenti: “le interruzioni della catena logistica durante la pandemia, l’inflazione in Europa a causa del picco dei prezzi dell’energia e le successive gravi interruzioni delle catene di approvvigionamento dovute alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia”.

Un ulteriore elemento da valutare nella descrizione dello scenario di medio termine è, poi, il previsto varo di alcune delle portacontainer che erano state poste in ordine dalle compagnie marittime quando gli squilibri tra domanda ed offerta denunciavano una chiara mancanza di capienza.

Nella situazione odierna, la loro mesa in attivitĂ , se non sarĂ  compensata da altrettante rottamazioni delle navi piĂą vecchie, rischia di diventare una nuova incognita di non facile gestione.

Fonte: shipmag.it

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