Ordini: come i sostegni per la pandemia hanno spinto i consumi

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Un’analisi condotta negli Stati Uniti rivela che i massicci aiuti messi in campo per sostenere la crisi pandemica hanno portato ad un incremento storico delle merci movimentate

Il ritorno alla “normalità” dovrebbe quasi sempre accompagnarsi con una fase di rielaborazione critica di quanto si è passato. 

Tanto più se il passato in questione ha portato traumi e difficoltà che necessitano di una rivisitazione per evitare il ripetersi di eventuali errori.

Negli Stati Uniti, la tentazione di mettere in relazione i sostegni economici elargiti dal governo federale per l’emergenza Covid-19 e l’incremento dei consumi nello stesso arco di tempo, ha portato ad interessanti analisi i cui risultati sono significativi anche di quanto può essere accaduto in altri paesi.

I dati utilizzati, a questo riguardo, sono quelli sul rapporto mensile sul reddito personale incrociati opportunamente con le spese affrontate dal Bureau of Economic Analysis (BEA) per i programmi straordinari governativi messi a punto per sostenere le famiglie e stimolare l’economia nel periodo pandemico.

Ebbene, il primo dato rilevante è che tali aiuti federali hanno, di fatto, aumentato il reddito della popolazione di circa 2,3 trilioni di dollari nel periodo da marzo 2020 a dicembre 2022.

Ancor più interessante, è, però, notare che quasi due terzi di essi hanno coperto un arco temporale di soli otto mesi, ripartito nei due momenti epidemici “più caldi” per il paese, da aprile a luglio 2020 e, successivamente, da gennaio ad aprile 2021.

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Le ricadute sui volumi dell’autotrasporto

L’analisi delle quantità di merci trasportate negli ultimi tre anni mostra uno storico aumento proprio in coincidenza dei programmi di sostegno federali sia del 2020 che del 2021.

Questi ultimi hanno tendenzialmente mantenuto vivacità per buona parte del 2021, sino a vederne svanire gli effetti quando sono cessati.

Una curva analoga si riscontra per le tariffe spot dell’autotrasporto, in ascesa all’aumentare della domanda sino a ritornare ai livelli precedenti, in corrispondenza del suo ridimensionamento.

Sembrerebbe quasi, come recita il rapporto, che improvvisamente sia esplosa la voglia di acquistare biciclette, elettrodomestici, computer e tanti altri beni quasi tutti di fabbricazione asiatica al punto da creare un colossale ingorgo di navi destinate a restare bloccate per giorni nei porti di partenza e di arrivo.

Situazione che ha fatto, inevitabilmente, lievitare sia i noli delle navi che le tariffe dei camion.

Quando i programmi di sostegno si sono fermati, il mercato dell’autotrasporto, e quindi delle merci, ha accusato una progressiva flessione mettendo in seria difficoltà le aziende del settore che non hanno più avuto la possibilità di sostenere adeguatamente gli aumenti di costo dovuti anche all’aumento dei prezzi del carburante.

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Ulteriori rischi a medio termine

La stima del sostegno degli aiuti governativi effettuata nello studio, per quanto sia considerata abbastanza ampia, non tiene conto di altri fattori che comunque hanno costituito un ulteriore aiuto per determinate categorie di persone.

Tra questi, la tolleranza sui pagamenti delle rate dei mutui ipotecari, il miglioramento del contributo per i buoni alimentari, la pausa sul rimborso dei prestiti studenteschi e altri ancora.

La probabile sospensione di queste facilitazioni o la loro riduzione potrebbe avvenire a tempi brevi, terminato ormai il periodo emergenziale.

Ad esempio, la revoca della sospensione del rimborso dei prestiti studenteschi avrebbe impatto su circa 40 milioni di persone con effetti molto forti, tenendo anche presente che il 25% di tali prestiti era già in stato di insolvenza più o meno grave, prima della pandemia.

Anche alcuni benefici come i buoni alimentari maggiorati destinati ai soggetti più fragili e i contributi per le iscrizioni all’assistenza sanitaria, sono in via di riduzione o eliminazione con ricadute su milioni di famiglie.

Le ripercussioni di questi inevitabili “ritorni alla normalità” pre-pandemia, potrebbero colpire in maniera ancor più pesante l’autotrasporto già alle prese con una riduzione del suo volume d’affari. 

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