Packaging, forniture a rischio: cosa fare?

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Si va facendo strada, anche in Europa, il timore che le operazioni di packaging nella logistica, nei prossimi mesi, possano essere frenate dalla mancanza di materia prima in quantità sufficiente a soddisfare i picchi stagionali

L’allarme è stato dato dagli Stati Uniti, già alcuni mesi fa, alla luce delle crescenti difficoltà incontrate dalle aziende locali a reperire le forniture di imballaggi necessarie a soddisfare la domanda dei prossimi mesi, con particolare riferimento al prevedibile picco delle vacanze natalizie.

Le motivazioni appaiono di vario genere e vanno dai postumi della crisi pandemica che ha dato maggior volatilità al mercato logistico rompendo la “normalità” delle catene di approvvigionamento, all’accelerato e sostenuto sviluppo di settori quali, ad esempio, l’e-commerce, dalla maggior pressione esercitata sulla disponibilità di alcune materie prime all’aumento della richiesta di materiali sostenibili.

Come hanno sottolineato numerosi operatori americani e la stessa PMMI, l’Associazione per le tecnologie di imballaggio e lavorazione, i tempi di consegna per alcuni prodotti come il cartone ondulato si sono allungati fino a sei mesi contro le quattro o sei settimane di un recente passato.

Ciò sta generando una situazione veramente anomala nella filiera del packaging che non si ritiene possa normalizzarsi prima del 2023 e sta spingendo le aziende americane a fare scorta di materiali per coprire le necessità almeno sino a fine anno.

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Il coinvolgimento dell’Europa

Come spesso accade, un problema che sembrava circoscritto al solo continente americano, ha iniziato a manifestarsi anche in Europa dove non pochi paesi dipendono dalle importazioni di materiali legnosi da Russia, Ucraina e Cina.

Tra questi l’Italia ha una posizione di spicco e rischia di risentire in misura non marginale delle limitazioni dettate dal conflitto in atto che coinvolge i maggiori produttori del legno, il componente principale per la fornitura dei vari tipi di imballaggi e pallet.

Le conseguenze della guerra in atto e delle sanzioni economiche adottate dalla Comunità Europea si aggiungono poi alla siccità, evento di straordinaria importanza in quest’ultimo anno, che ha aggiunto una nuova criticità al reperimento dei materiali in questione.

Da tenere presente che la pandemia e i lockdown imposti dai governi per fronteggiarla, hanno svolto un ruolo moltiplicatore nello sviluppo dell’e-commerce generando nuovi comportamenti d’acquisto nei consumatori che, presumibilmente, manterranno elevato il volume di consegne di merce a domicilio anche nei prossimi mesi.

Soddisfare una domanda di packaging molto segmentata e sostenuta non sarà compito facile in queste condizioni ed impone alle aziende pianificazioni più severe e maggiore attenzione alla stessa definizione dell’imballaggio.

 

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Obiettivo pianificazione

Il packaging, in molti casi, è ormai diventato un elemento caratterizzante il prodotto stesso oltre che una necessità per salvaguardare l’integrità della merce nelle operazioni di movimentazione e spedizione.

Il suo studio, quindi, segue le regole della progettazione e, talvolta, della creatività facendo assumere al packaging anche funzioni proprie di una leva di marketing.

In questa particolare fase di disomogeneità tra domanda ed offerta, appare opportuno una più stretta collaborazione con il fornitore dell’imballaggio per trovare comuni soluzioni che tengano anche conto delle criticità in atto. 

Il dialogo con il fornitore può aiutare a superare nodi produttivi in funzione del rispetto di previsioni, tempi reali di realizzazione e consegne.

La pianificazione delle necessità, e quindi delle disponibilità, in questo contesto, risulta di fondamentale importanza.

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