Le politiche di reso sono regole stabilite dai rivenditori online per gestire la restituzione dei prodotti da parte dei clienti in caso di errato acquisto.
Queste politiche hanno un impatto significativo sulla cosiddetta “reverse logistics”, ovvero la logistica dei prodotti restituiti, che rappresenta un costo significativo per le aziende di e-commerce.
La decisione di Amazon
A partire dal 25 marzo 2024, Amazon ha deciso di ridurre il periodo di reso da 30 a 14 giorni (il minimo previsto dal Codice dei Consumatori) su alcuni prodotti, in particolare nelle categoria dell’elettronica di consumo, ad eccezione di quelli a marchio Amazon.
Questa finestra di restituzione ridotta sarà applicata alle seguenti categorie: fotocamere, elettronica, prodotti per ufficio, pc, wireless, videogiochi, musica e film.
Sino al 25 aprile 2024 sarà comunque previsto un periodo di transizione, ma i clienti dovranno fare esplicita richiesta nella sezione resi del colosso dell’e-commerce.
Le motivazioni di Amazon
Nonostante Amazon non abbia fornito una spiegazione ufficiale, si sospetta che l’obiettivo sia scoraggiare gli abusi nei confronti dei ‘resi lunghi’.
In particolare, si vuole evitare che le persone usino i prodotti di elettronica per un mese e poi li restituiscano, disponendo, di fatto, prodotti sempre nuovi e del tutto gratuitamente.
La mossa, come sanno coloro che seguono le scelte dell’azienda, fa però anche parte di una più ampia strategia di Amazon per limare i costi e massimizzare l’efficienza, mentre in passato la politica societaria era votata alla sola espansione, anche a discapito dei profitti.
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Le implicazioni per i consumatori e i venditori
Questo cambiamento potrebbe però non essere indolore. Ci si può aspettare che susciti critiche tra i venditori, probabilmente superabili data la posizione di mercato di Amazon, ma potrebbe soprattutto portare a possibili azioni da parte degli enti antitrust, dato che i prodotti a marchio Amazon sono esclusi da questa nuova politica.
Amazon è d’altronde già stata sanzionata per abuso di posizione dominante e l’Antitrust americano ha avviato un’indagine sulla base di accuse simili: dopo aver costruito qualcosa di molto simile ad un monopolio, Amazon potrebbe approfittarne per cambiare in proprio favore le condizioni di vendita, secondo l’agenzia statunitense.
Le normative a tutela dei consumatori italiani ed europei
A tal proposito, i consumatori italiani sono tutelati dagli articoli 52 e seguenti del Codice del Consumo (D. Lgs. n. 206/2005), che prevedono la possibilità di restituire un bene o recedere da un contratto entro 14 giorni dall’acquisto online.
Se si acquista un prodotto o un servizio online, dunque, si ha il diritto di restituzione entro 14 giorni dalla consegna senza bisogno di fornire alcuna giustificazione.
Le politiche e le modalità, però, cambiano da azienda ad azienda e quello che sempre più spesso l’e-commerce farà pagare al cliente sono le spese di spedizione.