Produzione industriale, per l’Eurozona una ripresa incerta

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I dati sulla crescita della produzione industriale non sono negativi, ma l’economia rallenta: non c’è fiducia in prospettiva

Come va l’Eurozona? Né bene, né male: dopo la catastrofe della pandemia si era vista una ripresa significativa, ma la guerra tra Russia e Ucraina ha gettato nuovamente tutto nel limbo dell’incertezza.

Ora assistiamo ad una nuova ripresa, compensata però dalla caduta provocata nei mesi scorsi dallo shock dell’invasione russa ai danni di Kiev. Vi sono poi le spade di Damocle appese in giro dalla questione energetica: si tratta dunque di una situazione dai contorni davvero indefiniti.

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La produzione industriale migliora

Maggio 2022 ha visto un miglioramento pari allo 0,8% che è a sua volta seguito ad un timido rialzo in aprile. Tuttavia i livelli di produzione nell’Eurozona non sono ancora paragonabili a quelli pre-bellici, figuriamoci a quelli pre-Covid.

A determinare una violenta compensazione di quanto di buono l’encomia europea ha fatto nei mesi scorsi vi è stata la produzione di energia, nettamente calata.

Stabile la produzione di beni intermedi, mentre beni di consumo e strumentali hanno registrato una buona crescita, con forti guadagni per i produttori di beni in genere.

 

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Più fluida la catena di approvvigionamento

Altro fattore sulla carta positivo è la fluidificazione della supply chain, come dimostra la ripresa sensibile della produzione automobilistica a maggio.

I problemi legati alla catena di approvvigionamento stanno divenendo più gestibili e , quindi, le industrie stanno evadendo parte degli ordini accumulati nei mesi precedenti. Tuttavia, l’industria sta attualmente sbrigando lavoro inevaso, ossia sta marciando grazie ad ordini congelati che corrispondono alla domanda di alcuni mesi fa.

 

L’incertezza sul futuro

Non è un caso che, con il caro-energia e l’inflazione galoppante, l’economia dell’Eurozona stia rallentando velocemente: secondo i dati dell’indagine mensile PMI, l’indicatore economico globale, i nuovi ordini si stanno già indebolendo.

Oltre a ciò va tenuto in considerazione che la supply chain non è in grado di assicurare i ritmi e l’affidabilità di prima, dunque è plausibile che anche qualora gli ordini dovessero continuare ad affluire, l’industria non sarebbe in grado di soddisfarli appieno.

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