Produzione industriale, sale o scende?

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Segnali contrastanti tra Confindustria e Istat, i cui indici divergono sistematicamente da tre mesi

In un periodo di già difficile lettura per le imprese italiane, costrette a fare quel che mai dovrebbero, ossia navigare a vista, ci si mettono anche le statistiche a dare i numeri. Letteralmente, perché sono circa tre mesi che le rilevazioni dell’Istat sulla produzione industriale divergono sensibilmente da quelle elaborate da Confindustria.

Secondo l’Istituto di statistica va tutto bene, negativo è invece il responso dell’associazione degli industriali: dove sta la verità?

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Produzione industriale, percentuali impazzite

Facendo riferimento al 2021 come termine di paragone, l’Istat ci comunica che la produzione industriale italiana è cresciuta del +4,2%.

Il dato è frutto del terzo mese consecutivo a segno ‘+’ e di una serie di comparti che, malgrado tutte le bufere, da quella energetica alla guerra passando per le materie prime, sono riusciti a mantenere alta la testa. 

Addirittura, in maggio sono cresciuti i consumi di energia, segno che l’industria lavora.

Nel dettaglio mensile, aprile 2022 ha fatto segnare un +1,6% sul mese precedente, marzo 2022, e addirittura il +4,2% su aprile 2021.

Una rilevazione del tutto dissonante con quella fatta dal Centro studi di Confindustria, che per i due mesi appena trascorsi stimavano un -1% e un -1,4% rispettivamente ad aprile e maggio 2022, calcolando un calo decisamente significativo del -6,7% sull’anno.

 

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Solo questione di rilevamento?

Giustificare una differenza di quasi 11 punti percentuali non è facile e una risposta ufficiale non c’é. L’ipotesi che ha più campo parla di una distorsione dovuta al campione, ossia a quante aziende compongono la platea degli intervistati e al criterio in base al quale esse sono scelte.

Confindustria ne consulta un migliaio, Istat oltre cinque volte tante.

È anche vero che allineate con gli industriali ci sono anche Bankitalia e Prometeia, anch’esse inclini ad analisi pessimistiche sulla produzione industriale nel 2022, strozzata da incertezze di mercato, rincari e carenza di materie prime.

Di certo avere a che fare con una duplice e discorde rilevazione sullo stato di salute del paziente non aiuta a decidere la terapia giusta.

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