Rallenta la crescita dell’e-commerce in Italia nel 2022

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Le incertezze sui mercati internazionali rallentano, anche in Italia, la crescita del commercio elettronico che tuttavia consolida la sua posizione all’interno del settore distributivo.

Gli anni della pandemia hanno contribuito ad assegnare al commercio elettronico un ruolo trainante nell’ambito del retail, assicurandone la crescita e provocando notevoli innovazioni nel settore in particolare della distribuzione urbana dell’ultimo miglio.

Dopo la straordinaria performance conseguita nel 2021, l’anno appena concluso ha però registrato una fase più riflessiva nell’andamento delle vendite a domicilio a livello internazionale a cui l’Italia non ha fatto eccezione.

Le cause, comuni a tutti i paesi occidentali, si possono riscontrare nelle conseguenze economiche delle tensioni socio-politiche, peraltro ancora in atto, che si sono susseguite dopo l’emergenza Covid-19.

Quest’ultima, seppur evidenziando forti criticità nelle supply chain, aveva favorito una vera e propria esplosione delle vendite on line anche in paesi in cui questo modello d’acquisto aveva stentato ad attecchire.

Nel 2022 però, l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e del trasporto in genere ha fortemente condizionato l’andamento del digital retail così come quello offline anche a causa del ridotto potere d’acquisto che, complice la ripresa dell’inflazione, sta limitando i consumi.

Queste, alcune delle considerano che scaturiscono dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio eCommerce B2c presentato nel convegno “eCommerce B2c: verso una crescita sostenibile?”, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e Netcomm.

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La situazione in Italia 

L’Italia, come detto, segue l’andamento in atto nei principali paesi risentendo delle dinamiche inflazionistiche che portano, in molti casi, a rimandare o ritardare gli acquisti in attesa di offerte promozionali a prezzi più contenuti.

Malgrado ciò, il 2022 ha segnato ancora una crescita dell’e-commerce di prodotto dell’8%, raggiungendo i 33,2 miliardi di euro, che evidenzia un trend comunque positivo anche se con un andamento più moderato rispetto a quello visto nel 2021 (+18% sul 2020).

Ha marcato, invece, una netta ripresa l’e-commerce dei servizi con un balzo del +59%, per un fatturato di 14,9 miliardi di euro, grazie alla crescita del comparto turistico e dei trasporti, che in buona parte compensa le perdite del settore nel periodo pandemico.

Complessivamente, come indica il rapporto dell’Osservatorio, il commercio on line in Itala vale 48,1 miliardi di euro con un incremento del 20% rispetto al 2021.

Il settore impiega più di 300 mila lavoratori ed è determinante per l’economia italiana anche in chiave di valorizzazione del Made in Italy, tenuto presente che i consumatori digitali sono più di un terzo della popolazione co prospettive di ulteriore crescita.

Ciò che appare evidente dallo studio è che l’e-commerce di prodotto, dopo due anni di grande crescita, si trova in una fase di consolidamento e di maggior strutturazione anche se le criticità delle supply chain, l’instabilità geopolitica e l’incremento dei costi, soprattutto di energia e trasporti, ne ritardano il pieno sviluppo.

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Cosa c’è dietro l’angolo

L’obiettivo prevalente, al momento, appare quello di contenere i costi prioritariamente rispetto al miglioramento dei ricavi, cosa che rimane tuttavia un traguardo cui tendere.

Le azioni allo studio coinvolgono tutti i fattori che compongono la catena del valore, dal marketing al customer care, dal credito alla logistica senza trascurare l’utilizzo delle nuove tecnologie sempre più destinate ad assumere un ruolo di rilievo.

L’implementazione di queste ultime nei processi, oltre a provocarne il ripensamento secondo canoni più aderenti alla realtà del momento, dovrebbe consentire di abilitare un inedito modello di commercio omnicanale che prevede la trasformazione e l’integrazione completa della struttura di back-end.

Una rivoluzione che dovrebbe coinvolgere, pertanto, la raccolta ed utilizzo dati, la gestione delle informazioni e degli ordini.

Il superamento del momento di difficoltà che potrebbe accentuarsi nel breve termine, perdurando la situazione geopolitica ed economica internazionale, passa, secondo lo studio dell’Osservatorio, attraverso una molteplicità di strade che i diversi operatori stanno seguendo a dimostrazione della grande flessibilità di cui l’e-commerce è dotato.

Tali azioni vanno, principalmente, verso la ricerca di collaborazioni finalizzate a ottenere economie di scala attraverso l’aggregazione dei flussi, verso la ridefinizione del proprio modello di business o, in molti casi, verso la revisione delle proprie politiche di prezzo salvaguardando però sostenibilità economica e preservando la continuità del business.

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