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Robot in crescita: l’Italia seconda solo alla Cina

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Aumenta l’automazione dell’industria manifatturiera italiana con tassi di crescita, negli ultimi anni, secondi solo a quelli del colosso orientale, ed un significativo impatto anche sulla logistica.

Lo ha certificato il Governatore della Banca d’Italia nella sua relazione di fine maggio: il ruolo della robotica nell’industria italiana è cresciuto negli ultimi anni, recuperando posizioni in Europa, con tassi di aumento percentuali secondi solo a quelli conseguiti dalla Cina, leader assoluto nel settore e primo mercato a livello globale.

Dalle sue parole emerge infatti che il nostro Paese è terzo in Europa, dopo Germania e Spagna, come utilizzatore di robot, ma la nostra industria manifatturiera, al netto di quella automobilistica balza al primo posto.

Se poi si considera che nel 2022, le unità installate in Italia sono state oltre 91.000 e quelle vendute 11.475 (fonte: IFR, International Federation of Robotics),  l’incremento in dieci anni, dal 2012 al 2022, si attesta nel complesso rispettivamente su percentuali del 50,6% e del 160,7%, risultati di assoluto valore mondiale.

Tenendo conto che nel 2023, il settore ha continuato la sua corsa, è facile pensare che il traguardo delle 100.000 unità installate è stato raggiunto.

In buona parte il merito di questa vera e propria esplosione di investimenti, lo si deve ascrivere al Piano Nazionale Industria 4.0 che con i suoi incentivi ha letteralmente sbloccato la domanda.

Forte è stata anche la ricaduta sul settore logistico dove, secondo stime di Federmeccanica, nel 2022 il valore del mercato è stato di circa 220 milioni di euro, con una crescita del 15% rispetto all’anno precedente, con una proiezione, effettuata da operatori del settore, di un miliardo di euro nel 2025.

Il futuro nella logistica

Questa crescita è motivata da diversi fattori, tra cui l’aumento dell’e-commerce che, con la sua esplosione degli acquisti on line, ha portato a un aumento della domanda di spedizioni rapide ed efficienti che i robot possono aiutare a soddisfare automatizzando compiti come il picking e l’imballaggio.

L’automazione aiuta, inoltre, a superare in qualche misura la carenza di manodopera ed in particolare di lavoratori qualificati intervenendo sui compiti ripetitivi e faticosi.

La maggiore diffusione dei robot, si deve anche alla necessità di aumentare l’efficienza e la produttività delle supply chain e alla crescente attenzione alla sicurezza sul lavoro.

Per i prossimi anni, il settore della robotica nella logistica dovrebbe beneficiare di un tasso di crescita annuo previsto del 20% nel periodo 2023-2028 (stima Valutates Reports). Questo significa che la diffusione dei robot nella logistica italiana è in accelerazione e si prevede che aumenterà significativamente nei prossimi anni. Lo testimonia un recente studio di McKinsey & Company, secondo il quale entro il 2030 il 20% delle attività di magazzino sarà automatizzato.

Nonostante la crescita, l’Italia è rimasta per molto tempo indietro rispetto ad altri paesi europei in termini di adozione di robot nella logistica, con un indice di penetrazione nelle aziende solo del 18% contro una media europea del 31% (Dato 2021 Eurostat).

Benefici più forti degli ostacoli

Vale la pena approfondire le motivazioni che hanno frenato lo sviluppo di questo settore,ricordando che il panorama logistico italiano è caratterizzato da un elevato numero di piccole e medie imprese prive, da una parte delle risorse necessarie da investire in soluzioni robotizzate, dall’altra con una minore propensione al rischio e quindi più caute nell’adottare nuove tecnologie rispetto alle controparti estere.

Un ulteriore freno è costituito dalla mancanza di un numero adeguato di professionisti con le competenze necessarie per programmare e gestire i robot. Sulle aziende, quindi, ricade anche il compito di formare i lavoratori all’utilizzo dei robot con i conseguenti costi.

Tutti elementi, questi, che ancor oggi contribuiscono a rallentare l’adozione delle nuove tecnologie così come la convinzione che l’integrazione dei robot con i sistemi IT e infrastrutturali già presenti nei magazzini possa essere complessa e richiedere competenze specifiche.

Esiste, inoltre, un diffuso timore che l’automazione potrebbe portare a una perdita di posti di lavoro nel settore logistico e richieda un cambiamento culturale da parte dei dipendenti, che potrebbero essere restii ad adottare le innovazioni.

Nonostante ciò, le aziende italiane di logistica stanno investendo sempre di più in soluzioni robotizzate convinti che la loro introduzione porterà numerosi benefici in termini di aumento della produttività e dell’efficienza, miglioramento della sicurezza e riduzione dei costi.

Le stime più diffuse indicano nel 20% l’incremento medio di produttività ottenibile con l’adozione di robot nei magazzini e nel 30% la riduzione media degli errori in attività come il picking e il confezionamento.

Altro argomento convincente è, poi, il contributo che l’utilizzo di robot può dare alla prevenzione degli incidenti, potendo assolvere le mansioni più pericolose per gli operatori, come il sollevamento di carichi pesanti o il lavoro in ambienti a rischio. 

Non si può infine non citare lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni che ha trasformato il robot da semplice braccio meccanico automatizzato a strumento sempre più sofisticato e, grazie alla digitalizzazione, in grado di collaborare attivamente ed interagire con l’ambiente umano. Una evoluzione che è solo agli inizi potendosi avvalere nell’immediato futuro, in maniera ancor più massiccia, del contributo dell’intelligenza artificialediventando una assoluta necessità per mantenere la competitività sui mercati.

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