Il 3 ottobre 2024, l’International Longshoremen’s Association (ILA) e la United States Maritime Alliance (USMX) hanno annunciato la sospensione dello sciopero dei porti della East Coast e del Golfo degli Stati Uniti. Questo sciopero, iniziato l’uno ottobre, è stato il primo a livello costiero dal 1977 e ha coinvolto porti di cruciale importanza dal Maine al Texas.
La sospensione delle agitazioni è stata possibile grazie a un accordo provvisorio che prevede uno storico aumento salariale del 62% distribuito su sei anni e l’estensione del contratto collettivo fino al 15 gennaio 2025. Questo periodo di transizione è stato voluto per consentire alle parti di negoziare ulteriori questioni, in primis l’automazione portuale e i benefit sanitari per i lavoratori.
Nel frattempo, anche se limitato a soli 3 giorni, lo sciopero che ha coinvolto una trentina di hub portuali container sulla costa orientale degli States ha avuto delle ripercussioni sui traffici marittimi e aerei che vale la pena osservare.
Congestione dei porti e navi in attesa
La serrata dalla mezzanotte di lunedì alla mezzanotte di venerdì scorsi è riuscita, seppur limitata nel tempo, a causare un significativo arretrato di container da sbarcare nei porti, con circa una cinquantina di navi (grosso modo 300mila TEU) in attesa all’ancora lungo la East Coast e il Golfo.
Ad esempio, presso il porto di Savannah, il numero di navi in attesa è aumentato da tre a dieci il giorno prima dello sciopero, raggiungendo le 13 navi già il 2 ottobre.
Si tratta generalmente di un arretrato che potrebbe richiedere da due a tre settimane per essere smaltito, secondo gli esperti del settore, anche se i pareri sono contrastanti e ce ne sono di più ottimisti: i funzionari portuali di New York ritengono infatti che le operazioni potrebbero tornare alla normalità in pochi giorni, assimilando la paralisi dovuta allo sciopero a quelle che mediamente si verificano in caso di tornado o tifoni.
Leggi anche:
Porti USA fermi, trasporto aereo cargo in attesa
Ripercussioni sulle rotte Asia-USA e USA-Europa
Lo sciopero non ha avuto il temuto impatto sulle rotte commerciali tra Asia e Stati Uniti, così come tra Stati Uniti ed Europa, se non in termini di congestione.
Dal punto di vista delle tariffe applicate al trasporto marittimo dalle compagnie di Shipping verso entrambe le coste statunitensi, queste sono rimaste in calo anche durante le chiusure, proseguendo un trend iniziato prima dello sciopero con una riduzione di oltre il 30% rispetto ai massimi di luglio (le deviazioni delle navi verso il Capo di Buona Speranza avevano già contribuito a mantenere le tariffe sopra i livelli minimi raggiunti ad aprile, quando le tariffe transpacifiche erano scese a 3.000 dollari per TEU verso la West Coast e 4.000 dollari per TEU verso la East Coast).
La congestione causata dallo sciopero potrebbe rallentare questo trend al ribasso mentre le operazioni si riprendono, sebbene non abbiano fatto in tempo a diventare effettivi i rincari paventati dalle compagnie navali per compensare i disagi alla Supply Chain: in tal caso si sarebbe parlato di sovrapprezzi dai 1000 ai 4500 dollari per TEU.
Effetti sul trasporto aereo cargo
Lo sciopero ha portato a un aumento delle tariffe del trasporto aereo su alcune rotte, con un incremento del 30% delle tariffe Dubai – Nord America a 3,12 dollari per kg rispetto a metà settembre. Questo aumento potrebbe riflettere un cambiamento modale dal trasporto marittimo al trasporto aereo, con importatori che accelerano le scorte essenziali fino a quando le operazioni marittime non si stabilizzano. Le tariffe per queste rotte sono rimaste elevate fino alla fine della settimana, suggerendo che la pressione sulle tariffe del trasporto aereo potrebbe persistere fino a quando le operazioni portuali sulla East Coast non si riprenderanno completamente.
Dando un’occhiata agli indici, il Baltic Air Freight Index (BAI00) ha mostrato un aumento dell’1,8% nelle quattro settimane fino al 30 settembre, con un incremento del 7,5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre le rotte in uscita da Hong Kong (BAI30) e Shanghai (BAI80) hanno registrato aumenti rispettivamente dello 0,3% e del 2,7% mese su mese.
Questi dati indicano una pressione continua sulle tariffe del trasporto aereo, con un aumento del 4% delle tariffe Europa-Nord America a 1,77 dollari per kg dall’inizio di settembre. Le tariffe Cina-Nord America sono salite invece a 7,07 dollari per kg da 5,91 dollari per kg la settimana precedente, riflettendo un aumento dovuto allo sciopero e alla crescita dei volumi di e-commerce dalla Cina.