Shipping, retrofitting per navi più green

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Al via un nuovo progetto congiunto Regno Unito-UE per sviluppare tecnologie innovative che attraverso processi di retrofitting consentano di adeguare le flotte a standard operativi sostenibili

Il problema di supportare l’adeguamento delle navi che compongono le flotte esistenti ai nuovi e pressanti standard operativi ambientali è da tempo particolarmente sentito non solo da tutti gli operatori marittimi ma anche dalla Comunità Europea stessa.

Quest’ultima ha già promosso, in un recente passato, iniziative per individuare le metodologie più opportune per valutare le tecnologie verdi che possono essere installate sulle navi già in esercizio prendendo in considerazione i vari aspetti tecnici, economici e normativi.

L’indicazione ricorrente è sempre stata quella che l’adozione di soluzioni di retrofitting non solo è una via obbligata per consentire a tutte le navi di rispettare le normative vigenti e previste, ma dovrebbe anche diventare una pratica consolidata nel settore dei trasporti marittimi. 

Si pone in questo scenario, il lancio di un nuovo progetto congiunto Regno Unito – Comunità Europea per sviluppare nuove soluzioni di retrofit e delle tecnologie ad esse connesse finalizzate alla riduzione delle emissioni inquinanti e, al tempo stesso, limitare il consumo di carburante.

Il progetto, denominato Green Marine, si svolgerà sotto la guida del Cyprus Marine & Matitime Institute (CMMI) e prevede il coinvolgimento di partner industriali e istituzioni accademiche tra le più qualificate sia a livello comunitario europeo che del Regno Unito.

Tra di essi spiccano il Dipartimento di architettura navale, ingegneria oceanica e marina dell’Università di Strathclyde, il Politecnico delle Marche e numerosi brand industriali.

Immagine di tawatchai07 su Freepik
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Gli obiettivi del progetto

Tutti i partner del progetto condividono il più generale programma europeo di decarbonizzazione dei trasporti, compresi quelli marittimi, finalizzato al raggiungimento della neutralità climatica.

In quest’ambito ritengono che si debba operare per rendere disponibili, per tutta la comunità marittima, efficienti soluzioni di retrofitting a bordo, capaci di abbattere in maniera significativa le emissioni di gas serra.

A tale scopo il progetto Green Marine svilupperà e convaliderà strumenti di protocollo di retrofit che possano opportunamente intervenire sulle emissioni dei motori rendendoli conformi alle nuove direttive.

In particolare, dovranno essere in grado di catturare la CO2 dei gas di scarico e renderne possibile l’utilizzazione con la messa a punto di soluzioni integrate di risparmio energetico.

Un ulteriore obiettivo del progetto è poi quello di realizzare un catalogo di strumenti software che raccolga le conoscenze sulle soluzioni considerate in modo da offrire un contributo al processo decisionale delle diverse parti interessate.

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Linee operative

Seppur enunciati a grandi linee, i contenuti operativi dovrebbero prevedere la sperimentazione e la convalida di diverse opzioni innovative.

Tra queste si può citare quella finalizzata alla mineralizzazione della CO2 per la sua cattura, mediante l’estrazione di una soluzione alcalina di Calcio e Magnesio dall’acqua di mare, in grado di reagire con la CO2 stessa. 

Tale processo di cattura mediante il solvente alcalino Ca-Mg potrebbe essere in grado di rimuovere il 75% della CO2 dai gas di scarico.

Un’altra soluzione che sarà oggetto di sperimentazione consiste nella personalizzazione di membrane, già in commercio peraltro, che applicando una tensione per acidificare un flusso di alimentazione, scindono l’acqua e separano la CO2.

Un ulteriore via da analizzare prevede, infine, la possibilità di adattare una tecnologia ad ultrasuoni alle navi per consentire il riutilizzo dell’aria risparmiando energia per i sistemi HVAC (riscaldamento e ventilazione dell’aria) e gestirla come pretrattamento per migliorare il processo di cattura del carbonio attraverso membrana.

Tutte le soluzioni individuate saranno testate e verificate prima su un motore terra che sarà rappresentativo di quello utilizzato sulle navi e quindi sarà eseguita una dimostrazione a bordo.

La durata del progetto è prevista sino al 2027 ed il finanziamento previsto sarà di quasi 5 milioni di euro a carico UE e Regno Unito.

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