Supply Chain automotive, sfida all’approvvigionamento delle materie prime dalla Cina: l’Inflation Reduction Act

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L’Inflation Reduction Act della Casa Bianca sta spingendo l’industria automobilistica a riconsiderare le sue strategie di supply chain, nonché l’approvvigionamento di materie prime dalla Cina

La Supply Chain dell’Automotive è nuovamente alle prese con una fonte di incertezza per il suo futuro. Apparentemente, si tratta di fuoco amico e proviene nientemeno che dalla politica di riduzione dell’inflazione della Casa Bianca.

Stiamo parlando dell’Inflation Reduction Act, promosso dall’amministrazione Biden-Harris, che mira a ridurre l’inflazione negli Stati Uniti e promuovere un’economia sostenibile, con un particolare focus sul settore dell’energia pulita e della mobilità sostenibile. 

Sin qui, nulla che non suoni come un meritorio intento; tuttavia, alcune disposizioni fiscali dell’atto stanno creando sfide per l’industria automobilistica, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime dalla Cina, super-potenza critica anche in ambito minerario.

Le strategie che adotteranno le Case statunitensi avranno probabili ripercussioni sull’intera Supply Chain del mondo automobilistico. 

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La dipendenza delle case automobilistiche dalla Cina

L’industria automobilistica si è storicamente affidata alla Cina per l’approvvigionamento di minerali critici, soprattutto per quelli necessari a produrre batterie e veicoli elettrici. Tuttavia, l’Inflation Reduction Act limita l’accesso a questi materiali provenienti da quelle che vengono definite “entità straniere preoccupanti“, includendo la Cina nella lista dei paesi regolamentati – tra gli altri si trovano Iran, Corea del Nord e Russia.

Il problema della dipendenza delle industrie occidentali da pochi, grandi fornitori globali, spesso coincidenti con nazioni governate in barba al rispetto dei più elementari diritti, è noto; altrettanto noto è che la Cina detenga una posizione dominante nell’industria dei minerali critici, importando la maggior parte del litio globale e raffinando una percentuale significativa del grafite e del cobalto. 

Questa dipendenza crea sfide inevitabili per l’industria automobilistica, che cercherà ora di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento per garantire la conformità con le normative dell’Inflation Reduction Act.

 

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Minerali critici: la ricerca di nuove soluzioni

Una possibile mossa, almeno per i grandi gruppi automobilistici, è passare dall’outsourcing completo alla produzione ‘in house’.

Le case automobilistiche si stanno impegnando a investire in strutture di produzione e miniere al fine di garantire un maggiore controllo sulla propria supply chain e qualificarsi per i crediti fiscali dell’Inflation Reduction Act. 

Alcune aziende stanno anche cercando di cooperare con Paesi alleati che dispongono di riserve di minerali come il litio e il nichel. 

Tuttavia, l’industria automobilistica statunitense chiede orientamenti chiari sull’applicazione delle disposizioni dell’Inflation Reduction Act, soprattutto per quanto riguarda l’approvvigionamento di materie prime. Le aziende vogliono che il governo favorisca riforme che semplifichino il processo di approvazione e limitino le controversie legate alle nuove miniere.

L’Inflation Reduction Act rappresenta infatti una sfida significativa per l’industria automobilistica, che deve affrontare limitazioni nella fornitura di materie prime dalla Cina e trovare una strada per una transizione senza intoppi verso un’industria automobilistica più sostenibile.

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