L’andamento dei volumi di container nei primi cinque mesi del 2024 per le città portuali della Cina rispecchia il rovesciamento dei traffici marittimi dalle rotte pre-crisi di Suez alle attuali, ivi compreso il boom di ordini conseguente all’anticipo di alta stagione provocato dai timori di nuove interruzioni della Supply Chain globale.
Nei primi cinque mesi del 2024 – non sarà un caso – i porti cinesi hanno registrato un significativo aumento dei volumi di container in transito. Il throughput totale, ossia il rendimento, ha raggiunto i 132,8 milioni di TEU, con un incremento dell’8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In particolare, si è distinto il porto di Shanghai, che ha movimentato 20,9 milioni di TEU segnando un aumento dell’8,6%, mentre il porto di Ningbo-Zhoushan – nelle ultime settimane oggetto di congestioni – ha registrato 15,8 milioni di TEU, con una crescita del 6,5%.
Il boom economico delle città portuali cinesi
Già nel 2023 l’andamento eccezionalmente positivo dei transiti marittimi si è ripercosso sull’economia delle 59 città portuali cinesi, che ha raggiunto un valore aggiunto di 6,2 trilioni di yuan (circa 869 miliardi di dollari), andando a rappresentare il 13,4% del totale dell’output economico di queste città.
Si tratta di un valore, anche in questo caso, fuori dalla media, che ha segnato un aumento di 192,9 miliardi di yuan rispetto al 2022.
La regione del delta del fiume Yangtze, sul quale insistono gli scali di Nanchino, Wuhan e Chongqing, oltre che Shanghai, ha contribuito con il 44,7% del valore aggiunto totale dell’economia portuale, emergendo come l’area più sviluppata tra le regioni costiere.
Impatto sull’economia cinese
L’importanza strategica dei porti cinesi, sostenuta dallo scenario commerciale internazionale, è direttamente riflessa dal loro contributo significativo al PIL nazionale e al sostegno alle industrie locali.
L’economia portuale gioca un ruolo di primo piano nelle città che ospitano gli scali: si calcola che essa abbia sostenuto le industrie primarie e secondarie attive nelle aree marittime costituendo rispettivamente il 15% e il 22% delle loro attività.
Nel prossimo futuro è previsto un salto di qualità, con un focus degli investimenti su nuove tecnologie e innovazioni per migliorare la produttività e favorire così nuovi trend di crescita.
Contestualizzazione globale e nuove rotte marittime
Il boom dei transiti container nei porti cinesi va inquadrato nello scenario globale. A livello mondiale, infatti, i traffici marittimi hanno subito cambiamenti significativi a causa della crisi dei passaggi attraverso il Canale di Suez, che ha raggiunto i livelli massimi di criticità a partire dalla fine del 2023.
Questo ha spinto molte compagnie di navigazione a esplorare nuove rotte che colleghino l’Asia verso gli Stati Uniti e l’America del Sud: per esempio, le rotte da Ningbo verso il Nord America hanno visto una forte domanda di trasporto, con la maggior parte dei viaggi in partenza a pieno carico.
Le rotte verso l’Europa del Nord e il Mediterraneo hanno registrato un aumento dei tassi di nolo sia come conseguenza diretta del prolungamento delle rotte che circumnavigano l’Africa e dei rischi assicurativi che ne derivano, ma anche a causa della continua situazione di carenza di spazi in stiva malgrado la flotta mercantile sia ai massimi storici di occupazione.
In questo contesto gli scali cinesi si sono ritrovati nuovamente a fare da ago della bilancia dei flussi container dalla ‘fabbrica del mondo’ al mercato globale dei consumatori, con redivivi episodi di congestione e tempi di attesa dilatati – teniamo anche conto che, dal 2020 ad oggi, sia il numero di nuovi container entrati in servizio, sia quello di nuove portacontainer è aumentato.
Malgrado i proclami di voler riportare le produzioni industriali in quei Paesi che dagli anni ’70 del Novecento le hanno delocalizzate proprio in Asia, la situazione attuale evidenzia ancora una volta l’importanza crescente dei porti cinesi nel contesto globale e il loro ruolo cruciale nel tenere in piedi l’economia nazionale e internazionale.