Trasporto merci, transizione verso i carburanti gassosi

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Confindustria Brescia tratta il tema della transizione ecologica per i mezzi pesanti

Neutralità climatica: è il refrain che sentiremo di più nei prossimi anni. Per il settore del trasporto merci, soprattutto su gomma, vuole dire una transizione dagli attuali carburanti liquidi ad altre forme di alimentazione.

In pole position, per la mobilità dei mezzi pesanti, ci sono i carburanti gassosi, come è stato esposto durante il convegno “Dai carburanti liquidi a quelli gassosi nel trasporto merci: per un mondo migliore”, promosso dal settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia. 

L’obiettivo di questo incontro è di proseguire il dialogo con la Commissione Europea, in linea con quanto avevamo già fatto lo scorso anno con l’evento sui PPA, i Power Purchase Agreement. Oggi ci siamo invece concentrati sul tema della transizione ecologica nel trasporto merci: la nostra filiera è pronta per trovare soluzioni alternative ai carburanti tradizionali, valorizzando sempre più il concetto di sostenibilitàGiovanni Marinoni Martin, Presidente del settore Metallurgia, Siderurgia e Mineraria di Confindustria Brescia

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L’interesse delle realtà bresciane

Una delle promotrici del convegno è stata Coldiretti, impegnata a sviluppare un nuovo modello per la produzione di carburanti.

Il biometano liquido è uno di quelli con maggior potenziale e la sinergia tra mondo industriale ed agricolo, alimentata dai fondi del Recovery Fund può portare ad accelerare i processi di ricerca e immissione sul mercato.

Su Brescia è poi attivo un progetto a firma Arriva e Snam4Mobility per la fornitura di una stazione di rifornimento per 100 autobus alimentati a gas.

Il biometano ricavato da rifiuti organici e scarti di lavorazioni agricole e agroindustriali è una realtà rilevante in Italia: basti pensare che già oggi un terzo del gas usato per i trasporti nel nostro Paese è di origine bio. Con il biometano, infatti, è possibile alimentare autovetture, bus, veicoli commerciali leggeri, camion, ma anche trattori agricoli. In questo senso, esistono grandi potenzialità di valorizzazione dell’economia circolare in un territorio a forte vocazione agricola come il bresciano. Pensiamo che il biometano, sia gassoso sia liquefatto, e l’idrogeno avranno un ruolo decisivo nella decarbonizzazione dei trasporti pesanti, in sostituzione di carburanti più impattanti come il diesel. Siamo impegnati a sviluppare nuove infrastrutture di rifornimento anche per l’idrogeno, con l’obiettivo di favorirne l’adozione come vettore energetico pulito sia nella mobilità su gomma sia nel settore ferroviario, come testimoniato dall’accordo con FNM e A2A per trasformare la Valcamonica in una delle prime hydrogen valley italianeDaniele Lucà, Senior Vice President Mobility Solutions & Services di Snam4Mobility

 

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Neutralità tecnologica

«Il tema della decarbonizzazione dei trasporti va affrontato secondo il principio della neutralità tecnologica – la riflessione di Fabrizio Buffa, Head of gas business development di Iveco –. Elettricità e idrogeno giocheranno un ruolo importante nel prossimo futuro, ma l’utilizzo del gas naturale, in particolare nella sua forma bio è imprescindibile se si vogliono ottenere risultati immediati e sensibili. Secondo un recente studio del CNR, un veicolo pesante alimentato a bioLNG, ad esempio, può ridurre le emissioni di CO2 fino al -121% rispetto ad un equivalente Diesel. Il compito di un costruttore come IVECO oggi non è più solo quello di progettare, produrre e commercializzare i veicoli ma è, e sarà sempre più, quello di contribuire a creare un ecosistema tale da supportare la transizione e la scelta di soluzioni innovative da parte dei propri clienti”»

 

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«In un contesto in cui Governi, Istituzioni e aziende mettono al primo posto delle loro agende lo sviluppo sostenibile e l’impegno in vista di una società low carbon, il tema della riduzione delle emissioni prodotte dal trasporto pesante non può che essere centrale – aggiunge GianLuca Cremonesi, Chairman Air Liquide Italia – General Manager di Air Liquide Biomethane srl e Presidente Assogastecnici –. Alimentare la mobilità dei mezzi pesanti attraverso l’uso di carburanti alternativi è un passaggio essenziale nella transizione verso la neutralità climatica; in questo quadro, il bioLNG ha già mostrato le sue potenzialità ed avrà un ruolo sempre più strategico nei prossimi anni. La produzione di biometano liquido a partire dalla valorizzazione dei reflui zootecnici è in grado di instaurare un ciclo virtuoso di economia circolare che unisce il mondo agricolo a quello dell’industria. Air Liquide integra le conoscenze presenti sull’intera catena del valore – dal mondo agricolo, alla biologia della digestione anaerobica, fino alle tecnologie di purificazione e liquefazione dei biogas – e prevede un piano investimenti per la realizzazione di impianti produttivi di biometano liquido che sorgeranno in prossimità delle aziende agricole al fine di valorizzare i reflui zootecnici e gli scarti agricoli, in un’ottica di circolarità». 

«Quello dei trasporti è il settore tradizionalmente più difficile da decarbonizzare – chiude Carlo De Grandis, Policy Officer European Commission DG CLIMA –: per questo motivo, nel Fit for 55, è stata posta grande attenzione sul tema. L’obiettivo è una riduzione del 13% di carico Co2 associato a tutti i combustibili utilizzati nei trasporti entro il 2030. Inoltre, le nuove tassazioni per la produzione di anidride carbonica contribuiranno a rendere il biometano certamente competitivo. Voglio inoltre ricordare che l’idrogeno ricavato da biometano è considerato idrogeno verde, quindi rinnovabile: una risorsa, per questo motivo, molto preziosa». 

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