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Trasporto navale, energia dal calore dissipato

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Il comparto del trasporto marittimo cerca di decarbonizzarsi: E-PowerPack offre intanto una soluzione parziale

Quello del trasporto marittimo è uno dei settori che ha iniziato più tardi a prendere in considerazione una sua decarbonizzazione, dovendo combattere intestinamente contro quello che è un interesse proprio della categoria, vale a dire la durata stessa degli investimenti nelle flotte.

Una nave rimane in servizio almeno una trentina d’anni, ma non sono rari i casi che sforano quest’anzianità di servizio: seppur riammodernate, molte navi sono di vecchia concezione e, dunque, hanno unità motore e sistemi di smaltimento dei fumi che possono essere resi ‘puliti’ entro certi limiti.

Mentre tutto il settore si sta pian piano dirigendo verso l’utilizzo di carburanti più ecologici, ecco una proposta complementare per ridurre i consumi a bordo: si chiama E-PowerPack e permette di ottenere energia elettrica convertendo il calore dissipato.

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Elettricità dal calore

In realtà una nave spreca un sacco di energia. Del potenziale energetico dei carburanti, ad esempio, il 50% se ne va letteralmente in fumo o, meglio, in calore durante la combustione. Per il funzionamento dei motori occorrono liquidi di raffreddamento, che a loro volta dissipano calore: gli esempi possono essere molteplici, fatto sta che a bordo viene prodotto moltissimo calore da fonti diverse e si tratta di una forma di energia per nulla messa a frutto.

L’idea di Alfa Laval è esattamente questa: sfruttare il calore che viene costantemente dissipato dalle macchine di bordo per produrre energia elettrica gratis.

 

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Carburanti sostenibili per il trasporto marittimo, gli obiettivi DHL al 2030

 

Energia e più efficienza

Potendo ricavare elettricità direttamente dal calore emesso – le navi che utilizzano carburante a basso contenuto di zolfo dispongono di un eccesso di vapore come reazione della combustione – le imbarcazioni saranno in grado di alimentare molti altri processi senza costi aggiuntivi e sfruttando appieno quello che è il potenziale energetico del carburante, senza sprecarlo.

 

Sempre più recupero energetico 

D’altronde il recupero energetico a bordo sta divenendo fondamentale anche in prospettiva del passaggio a biocarburanti come etanolo e ammoniaca verde, che hanno oggi costi più alti e densità energetica inferiore, il che rende necessario sprecarne la minor parte possibile.

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