Unione Interporti Riuniti, associazione in crescita

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Credit: unioneinterportiriuniti.org
Con Gorizia e Marghera-Carbones si aggiungono due importanti tasselli del puzzle interportuale italiano

Gli Interporti Italiani crescono e, con loro, l’esigenza di essere rappresentati: lo dimostra il numero di adesioni – 24 al momento – raggiunto con l’iscrizione alla UIR delle infrastrutture di Gorizia e Marghera-Carbones.

Per entrare a far parte della UIR, l’Unione Interporti Italiani, occorre presentare una domanda ed essere valutati da una Commissione apposita, che sino ad oggi ha valutato positivamente le richieste di Bari, Bologna, Catania, Cervignano, Gorizia, Livorno, Marcianise, Mortara, Nola, Orte, Padova, Parma, Pordenone, Portogruaro, Porto Marghera, Prato, Rivalta Scrivia, Rovigo, Torino, Trento, Trieste, Vado Ligure, Venezia e Verona.

 

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Interporti cuore della logistica 

Con oltre 32 milioni di metri quadri di aree per la logistica e 5 milioni di metri quadri di magazzini, 50.000 treni arrivati/partiti ed oltre 65 milioni di tonnellate di merci (più di 2 milioni di TEU) annui, il sistema interportuale è, quindi, un assoluto protagonista della Logistica in Italia e, anche in chiave di programmazione PNRR, può rivestire un ruolo strategico in futuro per lo sviluppo del comparto logistico e del sistema industriale italiano.

Dal punto di vista della sostenibilità ambientale, gli interporti contribuiscono ad evitare che una serie di costi esterni possano ricadere sulla comunità. Utilizzando i dati di traffico 2020, per il mondo appartenente a UIR, secondo stime favorisce una riduzione di circa 1.500.000 tonnellate di CO2 (500 milioni di Euro non ricaduti sulla collettività) derivanti dallo spostamento del traffico merci dalla gomma alla ferrovia.

Credit: unioneinterportiriuniti.org
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UIR, attese nuove adesioni

«I numeri di UIR e le nuove richieste di adesioni confermano – sottolinea il presidente Matteo Gasparato – il cambio di passo impresso all’associazione che ci ha consentito di fare un salto di qualità. L’associazione, infatti, si è dotata di una nuova struttura organizzativa, con il segretario generale Marcello Mariani, ed è proiettata verso l’obiettivo della definitiva consacrazione del ruolo delle strutture interportuali in Italia, quali infrastrutture strategiche nazionali e servizi essenziali».

 

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«Abbiamo festeggiato i trent’anni di anniversario della legge 240/90, con un bando da circa 50 milioni di euro che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile e tutta la struttura tecnica ha già ripartito i fondi tra gli interporti partecipanti, con una rapidità di tempi mai vista prima. Nel 2022 – continua Matteo Gasparato – puntiamo ad una non più eludibile riforma legislativa che dovrà svecchiare l’impianto normativo della Legge 240/90, che istituì trenta anni fa gli interporti. Penso che grazie anche al PNRR – Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, misura a favore interporti, si arriverà a soluzione anche di temi, che sono delle inutili “zavorre” e non consentono di far decollare le nostre strutture».

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