Vaccino, virus e Supply Chain: lezioni di gestione e distribuzione

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Screenshot via DHL.com
Un anno di pandemia vale come 10 di esperienza ‘normale’: un White Paper firmato DHL esamina quanto appreso sulla distribuzione vaccinale

Non era mai capitato, nemmeno in tempo di guerra, che la Supply Chain mondiale subisse uno stress ed un’accelerazione così violenti sotto tutti i punti di vista.

La corsa al vaccino anti Sars-Cov-2 ha contemporaneamente sommato alla già delicata sopravvivenza della catena di approvvigionamento dei beni di prima necessità, nei lockdown, ed alla forsennata richiesta di strumentazioni mediche e dispositivi di protezione lo sforzo organizzativo per predisporsi all’arrivo dei sieri immunizzanti.

Una situazione mai vista in nessuna epoca storica per vastità e complessità delle operazioni: la sola DHL ha distribuito qualcosa come 200 milioni di dosi in 120 Paesi, attivando più di 9.000 voli aerei e coinvolgendo 350 strutture territoriali. Senza contare le oltre 50 collaborazioni bi- e multi- laterali messe in campo nei settori pubblico e farmaceutico.

Proprio da questa esperienza arriva la produzione di un’analisi, un white paper, che tira le somme di quanto appreso grazie ad un anno di lotta contro il virus e quasi sei mesi di campagne vaccinali a tappeto.

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Revisiting Pandemic Resilience

Il white paper di DHL “Revisiting Pandemic Resilience” fa luce su ciò che il settore ha imparato dalla corsa contro COVID-19: l’intento è di essere meglio preparati a gestire le emergenze sanitarie in futuro.

D’altronde, le circostanze sono più uniche che rare: mai dei vaccini erano stati sviluppati e testati a tali velocità (5 volte più rapidamente degli usuali tempi), mai ne era stata messa in piedi una produzione su scala così vasta simultaneamente e in Paesi con infrastrutture tanto diverse, per non parlare della distribuzione, non soltanto ‘a tappeto’ in tutto il mondo, ma anche con requisiti stringentissimi (si pensi ai -70° C dei vaccini ad mRNA).

Si è senz’altro trattato di un caso studio eccezionale, per via anche del coinvolgimento politico ed istituzionale, sul fronte della sanità pubblica e non solo, oltre che dei normali attori della logistica.

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I settori chiave della distribuzione

Con la premessa che per raggiungere un livello di immunizzazione definibile ‘alto’, occorrerà aver distribuito 10 miliardi di dosi di vaccino in tutto il mondo entro fine anno e che, nei prossimi, la richiesta sarà di almeno altre 7 o 9 miliardi di dosi di vaccini annue per tenere la situazione sotto controllo, è chiaro che la macchina sin qui appena messa in piedi dovrà essere ottimizzata al massimo.

Per accelerare la distribuzione del vaccino, che in appena quattro Paesi, ad oggi, ha raggiunto più del 50% della popolazione, DHL identifica le seguenti aree:

  • Le industrie e le nazioni devono promuovere la collaborazione, prestando particolare attenzione alla costruzione di solide partnership e una dorsale di dati di supporto.
  • Per flussi di approvvigionamento in entrata sicuri, sono necessari una gestione proattiva della capacità di trasporto e flussi di ritorno sostenibili per gli imballaggi. Ciò è particolarmente critico poiché oltre il 95% delle dosi globali di vaccino COVID-19 viene prodotto in soli otto Paesi e deve essere somministrato in tutto il mondo.
  • Anche i modelli di distribuzione a terra dell’ultimo miglio personalizzati dovrebbero essere messi in atto con un focus sulla posizione strategica dei magazzini, la sincronizzazione del flusso di vaccini e accessori, nonché il numero e l’ubicazione dei punti di vaccinazione.
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Non trascurare il futuro

Pianificare per il futuro è essenziale: servono partenariati attivi per identificare e prevenire tempestivamente le crisi sanitarie, ma anche sistemi di allarme globali ampliati, programmi integrati di prevenzione delle epidemie e investimenti mirati in ricerca e sviluppo. 

Vi è poi il capitolo del tracciamento digitale dei contatti e delle scorte nazionali per garantire una preparazione strategica e tempi di risposta più efficienti. 

Infine, per facilitare una rapida introduzione dei farmaci (ad es. diagnostica, terapie e vaccini), i governi e le industrie dovrebbero impiegare una capacità di produzione “sempre calda”, progetti di ricerca, produzione e approvvigionamento, nonché espandere le capacità di distribuzione locale.

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