Infrastrutture in Italia: burocrazia e complessità normative scoraggiano gli investitori nel settore dei trasporti

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Mentre il settore dell’energia brilla, l’interesse per gli investimenti infrastrutturali nei trasporti segna un marcato calo determinato da un complesso di criticità normative e burocratiche

Il mondo delle infrastrutture in Italia sta vivendo un momento di sfide e opportunità, secondo quanto evidenziato nell’annuale indagine dell’EY (Ernest&Young) Infrastructure Barometer 2023.

L’ultima edizione del rapporto annuale, basato su interviste a dirigenti di grandi aziende, investitori infrastrutturali, istituti finanziari e fondi di private equity, offre uno sguardo approfondito sull’interesse degli investitori nel settore delle infrastrutture italiane.

L’indagine sottolinea come il settore delle infrastrutture offra opportunità significative per coloro che sono disposti a superare gli indubbi problemi rappresentati dalla burocrazia e dalle complessità normative.

La revisione del codice degli appalti potrebbe aprire nuove porte per gli investimenti, contribuendo a colmare il diverso infrastrutturale esistente e a rendere l’Italia più competitiva nell’arena internazionale.

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Investimenti in crescita, ma le difficoltà persistono

Una notizia positiva è che il 71% degli intervistati ha investito o fornito finanziamenti nel settore infrastrutturale italiano negli ultimi quattro anni.

Tuttavia, c’è una netta differenza tra le diverse asset class infrastrutturali. Mentre il settore dell’energia brilla con il 45% degli investitori che hanno confermato investimenti nell’ultimo anno, il settore dei trasporti sta affrontando una contrazione dell’interesse, con una flesione del 2%.

La principale sfida per gli investimenti nei trasporti in Italia è rappresentata dalla complessità normativa e autorizzativa percepita. Questi ostacoli tradizionali e burocratici stanno scoraggiando gli investitori dal considerare progetti legati ai trasporti, nonostante il loro ruolo cruciale nell’import-export e nel turismo.

Secondo l’opinione di EY che ha condotto l’indagine, la revisione del codice degli appalti potrebbe aprire nuove opportunità per rendere l’Italia più attrattiva agli occhi degli investitori.

In particolare, potrebbe incentivare gli investitori istituzionali a partecipare alle procedure di partnership pubblico-privata (PPP), risolvendo alcune delle fragilità osservate recentemente in questo settore strategico.

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Asset Class in crescita e in declino

L’analisi delle asset class infrastrutturali in Italia rivela un quadro interessante. Le strutture sanitarie, i data center, le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, i porti commerciali e la logistica sono tra le cinque aree che hanno registrato maggiore interesse e investimenti nell’ultimo anno.

Al contrario, i traghetti, le torri di trasmissione, il settore del gas, gli interventi su edifici pubblici in partenariato pubblico-privata ei porti turistici sono tra le aree di minor interesse, anche a causa delle limitate opportunità di investimento in questi settori nel nostro paese.

Gli investitori riconoscono l’importanza di ridurre il divario infrastrutturale esistente in Italia per ottenere rendimenti più elevati rispetto ad altri paesi dell’Unione Europea. Tuttavia, identificano alcune barriere agli investimenti, tra cui l’incertezza normativa (74%), l’alto livello di complessità burocratica (68%) e il rischio di contenziosi (40%).

Nonostante queste criticità, la performance degli investimenti nel settore infrastrutturale italiano è generalmente vista in linea con la media del portafoglio (67%) o addirittura superiore (27%) da parte degli investitori.

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Prospettive future e focus sugli investimenti

Guardando al futuro, il 56% degli intervistati prevede un aumento del numero di deal che le loro aziende concluderanno in Italia, mentre il 64% si aspetta un aumento della competizione.

Nel settore delle fusioni e acquisizioni, le infrastrutture energetiche sono il principale punto di attrazione (32%), mentre seguono a forte distanza i trasporti (18%), le infrastrutture sociali (15%) e il settore TMT (13%).

Gli investitori stanno anche diventando più sensibili ai criteri ambientali, sociali e di governance (ESG) nella selezione dei loro investimenti.

Il 63% afferma di selezionare aziende con un alto rating ESG, mentre il 31% utilizza criteri di screening negativi per evitare investimenti in società non conformi ai requisiti di sostenibilità.

Le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, il cloud, gli analytics e l’Internet delle cose (IoT), stanno guadagnando importanza nel settore delle infrastrutture. Queste applicazioni potrebbero apportare notevoli benefici, in particolare nei settori dell’energia e delle telecomunicazioni, e sono considerate un asset class rilevante dal 54% degli intervistati.

Fonte: mmh.com

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