Il futuro del magazzino, se non un pezzo del presente, è rappresentato dai robot: si tratta della tecnologia che può offrire la maggior innovazione ed i ritorni più consistenti nel settore dello stoccaggio e della movimentazione delle merci, ottimizzando i processi e riducendo la manodopera impiegata per fini materiali e non concettuali.
Tuttavia la fase di implementazione di questa opzione tecnologica è iniziale, dunque è normale che molte aziende abbiano in mente una figurazione ‘ideale’, più che ‘reale’, di ciò in cui essa consista.
Come fare per evitare malintesi dei quali pentirsi seriamente? Intanto, bisogna chiarirsi le idee su cosa davvero possano fare i robot impiegabili in magazzino, soprattutto se si parla di AMR.
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Autonomous Mobile Robots, malintesi comuni
Pare che Albert Einstein dicesse che valutando un pesce in base alle sue capacità di arrampicarsi sugli alberi, per forza il giudizio risultasse scadente. Come a dire che ogni cosa va considerata nel giusto contesto applicativo.
I robot non fanno eccezione: il più grande problema di chi approccia al mondo dell’automazione di magazzino risiede proprio nel distinguere tra credenze, luoghi comuni e verità.
Un frequente malinteso riguarda i problemi di sicurezza che essi potrebbero portare dato che lavorano appoggiandosi a sistemi di gestione via clou: si tratta di una errata credenza dovuta alla scarsa dimestichezza di molte realtà aziendali con processi informatici di gestione dei dati su piattaforme cloud, alimentati dalla paura di incorrere in problemi di privacy e cyber-sicurezza.
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Attenzione all’ambiente di lavoro
Al contrario, molti non considerano nemmeno che gli AMR possano incappare in problemi di funzionamento ben più ‘terra terra’: è infatti diffusa la superficiale convinzione, colpa forse di un certo marketing facilone, che gli Autonomous Mobile Robots possano essere inseriti in qualsiasi ambiente di lavoro.
Al contrario, a seconda del tipo di AMR vanno considerati ostacoli fisici che i sensori dello specifico modello, adatto alle proprie esigenze lavorative, potrebbero non essere in grado di rilevare.
Sebbene alcuni AMR siano dotati di tecnologie laser e sensori che li rendono altamente consapevoli dell’ambiente circostante, molti si affidano ancora esclusivamente a laser a piano singolo che consentono loro di vedere solo una piccola parte del mondo: scale, rampe o pozze d’acqua possono rappresentare ostacoli insormontabili.
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Cosa fa davvero un AMR?
La principale caratteristica degli AMR consta dell’essere una unità autonoma, dotata di controlli autonomi e capace di ricevere implementazioni ed aggiornamenti via clou.
La gestione può dunque essere effettuata in tempo reale e gestita da remoto, non a caso molte soluzioni AMR sono progettate come integrazioni software-as-a-service (SaaS) o robot-as-a-service (RaaS), che presentano l’indubbio vantaggio di godere di assistenza online 24h su 24h, sette giorni su sette e con criteri di ridondanza notevoli.
Si tratta anche di soluzioni attivabili nel giro effettivamente di poche ore anche in un nuovo ambiente di lavoro.
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Un corretto inserimento
Tra i passaggi fondamentali da compiere per scegliere consapevolmente quale AMR (e SE un AMR) vada bene per le proprie esigenze c’è sicuramente uno screening iniziale dell’ambiente-magazzino.
La conformazione e le caratteristiche del luogo operativo forniscono già elementi discriminanti per effettuare una prima scelta.
In secondo luogo è consigliabile lavorare spalla a spalla con dei consulenti esperti in materia e, poi, con gli installatori del servizio prescelto: a tal proposito, una delle cose più utili che si possano fare è richiedere una demo del sistema.
Ci si può affidare ad una dimostrazione virtuale, ma in alcuni casi è preferibile un’installazione ‘laterale’, vale a dire in una porzione ridotta dello spazio di lavoro, cui dedicare il tempo necessario a valutare se il sistema funzioni e quali vantaggi effettivamente apporti.
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Norme e cloud
Non da ultimo, va poi chiarito l’aspetto normativo: devono essere prese in considerazione tutte le informazioni disponibili e gli obblighi di legge e di sicurezza cui ottemperare, al fine di capire sia se si è all’altezza del loro rispetto nel tempo, sia se il fornitore è in grado di produrre il supporto necessario.
Bisogna infine chiarirsi le idee sulle implicazioni di una gestione informatizzata e via cloud del flusso di lavoro dei robot; da valutare sono le integrazioni con i gestionali dell’azienda, di norma sempre possibili, e le ottimizzazioni da compiere.
Un aspetto da non sottovalutare sono le resistenze interne a razionalizzare processi farraginosi ma consolidati in favore di più efficienti, ma meno familiari soluzioni digitali.