Come possono le supply chain dei microchip diventare più resilienti

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Stabilità e flessibilità, nonché resilienza, sono le caratteristiche che i produttori di semiconduttori stanno cercando di conferie alle loro supply chain per garantire un flusso di forniture senza interruzioni

Non se ne era mai parlato tanto al di fuori dell’ambiente scientifico. Articoli, analisi, persino un saggio, “Chips war”, di Chris Miller, premiato dal Financial Times come libro dell’anno, testimoniano la crescita di interesse per i semiconduttori.

Detti anche microchip, questi minuscoli componenti caratterizzano ormai ogni prodotto o applicazione che contenga una parte elettronica e la cui presenza è indispensabile per il suo funzionamento. 

L’interesse, negli ultimi anni, è diventato cruciale quando la domanda mondiale di semiconduttori ha cominciato a superare le capacità dell’offerta e, soprattutto, quando la pandemia e le turbolenze geopolitiche dell’area asiatica, a maggior tasso produttivo, hanno messo a dura prova le catene di forniture.

La recente carenza di chip ne è stata una diretta conseguenza e le sue ricadute sono state evidenti in svariati settori quali l’automotive, la telefonia cellulare, l’elettronica di consumo, il medicale senza dimenticare quello strategico rappresentato dal militare.

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Microchip e catena di approvvigionamento

L’ultimo studio pubblicato da DHL dal titolo “Resilienza della catena di approvvigionamento dei semiconduttori”, riporta i risultati di un indagine condotta da Deloitte secondo cui le interruzioni della catena di approvvigionamento hanno causato mancati ricavi per oltre 500 miliardi di dollari in tutto il mondo nel biennio 2020-21 e stima che le aziende del settore dei semiconduttori raddoppieranno, già dall’anno in corso, gli investimenti, toccando la cifra di 99 miliardi di dollari, finalizzati ad  aumentare la capacità produttiva a fronte di una domanda in rapido sviluppo.

Lo studio, basato su interviste a leader industriali in vari settori, evidenzia, inoltre, le aree chiavi su cui le aziende si stanno impegnando per rendere più resilienti e flessibili le loro supply chain.

L’obiettivo è quello di far tesoro delle esperienze passate in modo da rafforzare le capacità operative anche con il contributo delle aziende di logistica che possono fornire migliori servizi in termini di visibilità della supply chain, approfondimenti sui dati critici raccolti, supporto al miglioramento delle strategie di stoccaggio e di sostenibilità.

I fornitori di servizi logistici possono inoltre avere un ruolo attivo nei progetti di costruzione di nuovi impianti paralleli in più siti, coordinando ed ottimizzando le consegne, le manutenzioni di beni strumentali e macchinari.

 

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Le aree di intervento

Lo studio DHL identifica quattro possibili approcci per aiutare le aziende a migliorare la resilienza delle proprie catene di approvvigionamento nello specifico settore dei semiconduttori: digitalizzazione, collaborazione, strategie di prodotto e scorte, sostenibilità.

La prima area di intervento è costituita dalla digitalizzazione dei processi, fattore ormai divenuto imprescindibile per poter disporre di dati in tempo praticamente reale su spedizioni, giacenze di magazzino, fornitori e vettori.

La loro disponibilità aumenta la visibilità nella supply chain mentre la loro analisi consente un sostanziale miglioramento del processo decisionale.

Ottimizzare la visibilità del trasporto e delle operazioni di magazzino consente di avere una visione a 360 gradi dell’intera catena di approvvigionamento.

Il secondo approccio suggerisce di rendere più stretta la collaborazione con i fornitori di servizi logistici in modo da poter affrontare insieme problematiche relative alla limitata capacità di trasporto o della disponibilità di beni strumentali.

In questo modo si creano e si rendono più solide delle partnership che, man mano che si ampliano, costituiscono reti integrate a livello globale, con gestione centralizzata e portatrici di maggior resilienza.

 

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L’importanza della strategia

Un ulteriore area di interesse, emersa nello studio, è quella relativa alla creazione di una solida strategia di prodotto e di scorte. Anche in questo campo le società di logistica possono assumere un ruolo importante con la loro capacità di dare un contributo, ad esempio, nel passaggio a scorte di sicurezza aggiuntive, nel rendere disponibili reti di evasione ordini più flessibili e nella semplificazione della gamma prodotti nella catena di approvvigionamento dei microchip.

I fornitori di logistica, in spirito di sempre maggiore collaborazione, possono anche offrire capacità di stoccaggio aggiuntivo e analisi più specifiche del magazzino stesso e delle giacenze.

Infine, l’ultimo approccio suggerito è quello della sostenibilità inteso come obiettivo aziendale da conseguirsi attraverso la riduzione dell’impatto ambientale massimizzando, nello stesso tempo, la resilienza della supply chain.

Anche in questo caso l’analisi condotta nello studio pone in risalto le possibili aree di cooperazione con le società di logistica.

Queste ultime, infatti, possono fornire dati sulle emissioni di trasporto e stoccaggio, ottimizzazione dei percorsi e dei carichi, scelta dei mezzi di trasporto più opportuni in funzione dei diversi tipi di alimentazione, tradizionale, elettrica o con carburanti alternativi.

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