Distribuzione urbana: le tendenze in atto

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La crescente domanda di merci in città è responsabile dell’aumento dell’intensità giornaliera di veicoli sulle strade che contribuiscono a rendere critici i livelli di emissioni inquinanti e di rumorosità

Ineco, società da cinquanta anni considerata punto di riferimento nell’ingegneria e nella consulenza dei trasporti, con specifico riferimento alla mobilità sostenibile e la trasformazione digitale, ha da poco pubblicato il suo secondo rapporto recante una dettagliata analisi su alcune tendenze in atto in Europa nel mondo dei trasporti urbani.

L’attenzione dei ricercatori spagnoli si è in particolare soffermata su come l’esplosione dell’e-commerce abbia influito, in quasi tutta Europa, sull’aumento delle emissioni inquinanti e su quali leve si possa agire per contenerne gli effetti.

Si tenga presente che secondo i dati forniti dall’Alliance for Logistics Innovation through Collaboration in Europe, il traffico merci in città determina oltre il 15% delle movimentazioni urbane. Nel contempo è responsabile del 25% delle emissioni di CO2, del 30% di NOX e del 50% del particolato.

A tale proposito, occorre doverosamente osservare come alcune aziende, tra le più importanti e coinvolte, abbiano messo in campo importanti investimenti per sostenere il comparto delle consegne a domicilio, realizzando programmi di decarbonizzazione delle strutture di trasporto europee ed incoraggiando l’estensione dell’elettrificazione dei vettori.

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Le aree di intervento

Lo studio di Ineco, non si limita a prendere atto di una situazione la cui evoluzione è fin troppo facile immaginare se lasciata a sé stessa, ma indica una serie di possibili interventi, alcuni dei quali, seppur in ordine sparso, è già stato adottato o è in corso d’opera.

La prima linea d’azione è quella legata all’evoluzione della tecnologia che, a passi da gigante, ha già meso in cantiere, in alcuni casi, già sperimentata, la realizzazione di droni che supportino la navigazione cittadina nonché di piccoli robot che si configurano come veri e propri veicoli a guida autonoma. 

La seconda area riguarda l’importante capitolo delle infrastrutture indispensabili per rendere concreto ogni progetto che preveda l’elettrificazione delle flotte da adibire alla distribuzione delle merci in città. Un capitolo, questo, che tocca temi di grande rilievo come quello della costituzione di microhub urbani  da utilizzare anche come piattaforme di scambio a favore di mezzi più piccoli ed agevoli per la mobilità cittadina.

Non meno importante è da ritenersi il terzo asse individuato nell’area normativa ed in particolare nelle regolamentazioni che le Amministrazioni Pubbliche sono chiamate a emanare. Esse non riguardano soltanto le regole locali sul traffico e sul rispetto delle norme di circolazione ma toccano anche aspetti legati all’uso del suolo pubblico, all’applicazione di nuove tecnologie, alla raccolta dati, etc.

Lo studio, infine, mette l’accento anche sull’importanza delle relazioni e sulla collaborazione tra i diversi attori in modo da poter disporre di spazi dedicati ai problemi logistici.

 

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La sostenibilità come obiettivo

Dalle raccomandazioni ai fatti. La sostenibilità può diventare un obiettivo aziendale, un mezzo necessario per entrare su un mercato “protetto” da normative più severe, acquisire un vantaggio competitivo mostrando concreta partecipazione ai problemi di salvaguardia ambientale e suscitando interesse nei diversi segmenti di clientela, specie i più giovani e sensibili ai problemi ecologici.

A titolo d’esempio, citiamo il maxi-investimento da un miliardo di euro lanciato da Amazon per elettrificare infrastrutture e veicoli nei prossimi cinque anni in Europa.

Da sottolineare che il colosso dell’e-commerce sta già utilizzando circa 3.000i furgoni a trazione elettrica per le consegne cittadine che con l’investimento previsto potrebbero crescere sino a 10.000 entro il 2025.

Alla strategia legata alla transizione della propria flotta veicoli da motorizzazione tradizionale ad elettrica, si affianca poi la creazione di micro-hub di mobilità che sono vere e proprie stazioni di scambio verso mezzi più idonei alla circolazione cittadina come veicoli più piccoli ed ecologici o cargo-bike elettriche. In alcuni casi è addirittura prevista la consegna a piedi.

I micro-hub, attualmente posizionati in 20 città europee dovrebbero raddoppiare entro il 2025.

L’investimento è inoltre diretto anche a potenziare le infrastrutture di ricarica presenti nei siti logistici aziendali.

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