Last Mile, sempre più ‘smart’ e digitale

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Le municipalità guardando al digitale per gestire il carico/scarico, le aziende ad un approccio olistico

La consegna Last Mile ha sempre portato con sé delle sfide irrisolte – sul territorio, come la gestione degli spazi urbani, e lato aziende, per dissipare meno energie possibili – ma con l’aumento di volume dell’eCommerce tutte le tradizionali questioni in proposito sono esplose.

La consegna ultimo miglio è quella che si avvale poi delle metodologie più varie ed ibride, risultando molto più flessibile e meno ingessata degli altri anelli della catena logistica: pertanto è duplice la corsa alla digitalizzazione ed alla ricerca di un approccio sempre più smart.

 

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Gestire le consegne come un’orchestra

Il principale cambiamento portato dal ricorso intensivo al commercio digitale sta nella richiesta di flessibilità e di soluzioni ad hoc per ciascun singolo cliente.

Tra chi ritira in negozio, chi a domicilio, chi in una fascia oraria, chi con precisione cronometrica, l’incastro tra tutte le opzioni appare impossibile da gestire in modo tradizionale.

Inoltre, all’insieme di tutte le differenti opzioni di consegna e ritiro, si sommano volumi enormi da gestire, il diktat della rapidità e la necessità di far viaggiare il meno possibile a vuoto furgoni e fattorini.

Occorre dunque un’orchestrazione vera e propria, con capacità di adattamento in tempo reale.

Delivery van photo created by prostooleh – www.freepik.com
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Imparare da sé

Il sottotitolo non va inteso in senso autoreferenziale, quanto ‘dalla propria esperienza’. Il riferimento è ad alcune possibilità offerte dal machine learning, che permettano di costruire software di gestione delle spedizioni che si incrocino con le volontà del cliente e che si ‘autocorreggano’.

Non si tratta di magia nera, bensì di una versione più interattiva del classico ‘storico di dati’, che consenta di classificare e, in una certa misura, di prevedere cosa potrebbe succedere in un dato scenario a seconda di diversi comportamenti.

Di fatto, si tratta di programmi che lavorano su una grande matrice di dati, evitando il mal di testa all’operatore umano.

 

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Assi nella manica e feedback

Per rispondere sempre a tutte le esigenze in modo puntuale, gli ultimi due anni hanno insegnato che bisogna sviluppare strategie ‘tentacolari’.

Un settore non può essere approcciato in modo frontale e le stesse forniture di servizi accessori non possono provenire da un solo canale, fosse anche il più fidato al mondo.

Dunque, una piattaforma software in grado di gestire la complessità del Last Mile odierno deve appoggiarsi a molteplici fornitori di servizi, che vadano dal fattorino in bicicletta all’autotrasportatore, disponendo anche di più opzioni per lo stesso servizio.

È poi fondamentale il feedback dei clienti, unica grande risorsa di informazioni sul proprio operato, sulla base della quale impostare i correttivi necessari.

 

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Spazi urbani ‘smart’

Tutto ciò dal lato dello spedizioniere. Anche le municipalità vivono il Last Mile diversamente dal passato, senz’altro come un potenziale problema se non incanalato correttamente.

La disponibilità di spazi e di parcheggi riservati per la sosta, il carico e lo scarico merci non sono infinti e nemmeno potenziabili in molti casi, dunque la gestione dei flussi di traffico è fondamentale.

Per fare ciò stanno prendendo piede molte soluzioni digitali, come App che si integrino con il lavoro di chi effettua consegne e che svolgano il duplice ruolo di check-in nelle zone centrali della città e nelle aree adibite alla sosta e di controllo dei tempi di permanenza.

Alcune grandi capitali europee stanno sperimentando proprio dei sistemi digitali di regolamentazione della sosta per il carico/scarico, riportando un impatto positivo sul traffico locale. 

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