Logistica e ripresa, per il dopo virus poche ma chiare idee

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Per salvaguardare un settore che vale 110 mld di euro ed un milione di occupati, Assologistica stila i tre interventi cardine

Abbattere il costo del lavoro, riconoscere un credito di imposta e dichiarare la logistica “servizio pubblico”: il piano di battaglia per il post emergenza, quella cosiddetta “fase 2” che tutti agognamo, di Assologistica è basato su questi tre assunti.

Il post emergenza Covid-19 è il pensiero doverosamente fisso dell’associazione che rappresenta il settore, uno di quelli per altro rivelatisi fondamentali per la tenuta del sistema industriale del Paese: per non buttare gambe all’aria quella che sino ad adesso è stata la trincea di resistenza “ad oltranza”, per usare un gergo militare, con i suoi 110 miliardi di valore e poco meno di 1 milione di posti di lavoro, occorrono azioni precise e mirate. soprattutto, concrete.

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Post emergenza Covid-19, proposte concrete

La logistica, malgrado tutte le contromisure adottate dal Governo e dalle parti sociali per tutelarne l’attività in sicurezza, sta comunque accusando il colpo: gli aggravi nei costi si fanno sentire e la continuità aziendale in molti casi è a serio rischio.

Assologistica propone dunque una “terapia d’urto” per il settore (ossia per le attività contraddistinte dai codici Ateco 49, 50, 51, 52, 53, 89.82), da prolungarsi quanto necessario nel tempo, basata su pochi ma chiari punti.

Quanto l’associazione vuole proporre a Palazzo Chigi sono, dunque, una decontribuzione straordinaria mirata ad abbassare il costo del lavoro, l’istituzione di un credito di imposta  sugli acquisti di dispositivi di protezione individuale e l’inserimento della logistica tra i “servizi pubblici”.

Decontribuzione, credito di imposta e status di servizio pubblico

Ecco quanto chiede Assolgistica:

  • DECONTRIBUZIONE STRAORDINARIA PER ABBATTERE IL COSTO DEL LAVORO E MANTENERE L’OCCUPAZIONE: Assologistica chiede una riduzione straordinaria del 40% dell’aliquota contributiva IVS (Invalidità, Vecchiaia, Superstiti) a carico dell’azienda con decorrenza dal 1/4/2020 fino a tutto il 31/12/2021 a condizione che l’impresa mantenga fino a tale data almeno l’80% dei livelli occupazionali in forza alla data dell’1/2/2020, intendendo per tali i lavoratori non in prova a tempo indeterminato ed esclusi gli apprendisti. Resta ferma l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
  • CREDITO DI IMPOSTA SUGLI ACQUISTI DI DPI (dispositivi per la protezione individuale): Assologistica chiede il riconoscimento di un credito di imposta del 50% sul costo di acquisto sostenuto e documentabile da parte dell’azienda dei DPI necessari ai lavoratori, in applicazione delle misure previste dal protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. I costi ammessi al credito di imposta sono quelli sostenuti con decorrenza 1/3/2020 e fino al 31/12/2021.
  • RICONOSCIMENTO IMMEDIATO PER LA LOGISTICA DELLO STATUS DI “SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE” con relativa applicazione delle norme della Legge n. 146/90 e successive modificazioni per tutta la durata di permanenza dello stato di emergenza, così come da delibera del Consiglio dei ministri del 31/1/2020. Una norma di questo tipo (a onere zero per lo Stato) potrebbe generare un effetto mediatico molto positivo: sarebbe chiaro a tutti che chi lavora in logistica sta contribuendo al sostegno del Paese. Tale status viene richiesto limitatamente al periodo di permanenza dello stato di emergenza.

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Sostegno finanziario alle imprese

Altre richieste vengono poi avanzate da Assologistica, questa volta nell’ottica di alleggerire la pressione sulle imprese del settore.

In particolare, viene proposta l’estensione alle grandi imprese di quanto già previsto dal Decreto “Cura Italia” (D.L. 18 del 17/3/2020, Art. 56), ossia l’adozione di misure finanziarie a sostegno delle aziende, senza oneri per lo Stato.

Sono però nel mirino di Assologistica anche la liquidazione dei crediti fiscali (IVA, IRAP e IRES) vantati dalle imprese: in questo caso è contemplata anche lo sblocco alternativo sotto forma di credito bancario con copertura di garanzia da parte dello Stato.

Anche l’aumento IRES per i concessionari di demanio pubblico (articolo 1, comma 716, Legge 27/12/2019 n. 160) è definito insostenibile nella situazione attuale e, quindi, da rivedere per il 2020.

Salvaguardare l’export

Un altro, decisivo, punto – secondo Assologistica – è rappresentato dall’export. Malgrado quanto contenuto del Dpcm 22/3/2020 sia coerente con l’emergenza, nel settore delle esportazioni sta configurando uno scenario che potrebbe presto rivelarsi un boomerang.

Alle nostre imprese logistiche che operano anche con clienti all’estero sono state imposte delle restrizioni che, al contrario, le imprese concorrenti di diversa nazionalità in questo momento non hanno, come non le hanno i committenti stranieri.

La conseguenza è che non sbloccando queste restrizioni è prevedibile che i clienti esteri, importante voce per le nostre aziende di trasporti, si rivolgano altrove se a queste non sarà consentito di operare senza limiti nei confronti di questi ultimi. Per questo motivo Assologistica chiede che solo per queste operazioni venga modificato il testo del Dpcm.

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