Droni e ultimo miglio: corsa all’Africa

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Il continente africano diventa lo scenario perfetto per test sui droni di larga scala. In palio, lo sviluppo del continente stesso

Droni e ultimo miglio sono un connubio ormai scontato, ma per lo più preso in scarsa considerazione dal mondo del business. O forse no? La maturità della tecnologia e l’affidabilità dei piccoli velivoli – ne è una dimostrazione, suo malgrado, l’impiego nel conflitto in Ucraina – sta aprendo a scenari (e appetiti) del tutto nuovi.

Teatro di queste trasformazioni è, solo apparentemente in modo inaspettato, l’Africa, che porta in dote il suo stesso sviluppo.

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12.000 droni per l’Africa

Quella che a primo acchito può suonare come una boutade rivela in realtà uno schema ben più tangibile.

Una grossa società di consegne tedesca, Wingcopter, ha stretto un accordo con Continental Droni Ltd., per la fornitura di uno stormo da 12.000 droni nei prossimi 5 anni; sin qui, nulla di strano: a parte la materia dell’ordine, è un ‘banale’ accordo commerciale.

Ad incuriosire sono due dati: le coordinate geografiche e il grosso investimento sulla tecnologia dei droni, che lascia presupporre una discreta certezza di impiego.

Eppure, non si tratta della prima volta che l’Africa viene accostata alle consegne via drone e Wingcopter-Continental Droni non è la prima partnership che investe su questa soluzione nel continente.

 

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Africa, test su larga scala

L’aspetto più cinico che si può cogliere è che l’Africa rappresenta un ottimo caso studio. In questo momento storico c’è una vera e propria corsa agli investimenti nel continente africano per via del sostanziale ‘campo libero’ rappresentato dall’assenza di concorrenti autoctoni.

Dunque le aziende occidentali e asiatiche fanno a gara per accaparrarsi una fetta dei potenziali mercati del futuro, ma non solo.

Operare in molti Paesi dell’Africa sub-sahariana in questo momento significa lavorare su un territorio ‘vergine’: l’assenza di infrastrutture, critica da sempre per lo sviluppo di quegli stessi Paesi, rappresenta una condizione ideale per la sperimentazione di un settore del tutto nuovo come quello dei droni.

Nell’Occidente super-sviluppato e regolamentato, testare le consegne via drone su lunghe distanze comporta il superamento di ostacoli normativi ed economici ben differenti.

 

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Un investimento nell’area sub-sahariana

Va detto che studiare l’impiego dei droni ha un risvolto positivo, in prospettiva, per l’Africa stessa.

Il loro impiego – stiamo parlando di velivoli pilotabili da remoto o auto-pilotati dai software secondo rotte preimpostate, con capacità di trasporto sugli 11 kg e raggio d’azione di circa 80 km – potrebbe effettivamente risolvere i problemi altrimenti insormontabili legati all’assenza di infrastrutture stradali o ferroviarie.

Se non altro, affermano i vertici delle aziende coinvolte, per quanto riguarda le consegne di beni di prima necessità, soprattutto in campo medico.

Indubbiamente si tratta di una condizione ideale per chi intende affinare la metodologia di consegna attraverso droni, per poi reimportarla in Occidente una volta raggiunto un livello di maturità adatto agli standard nostrani.

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