Idrogeno: lo stato dell’arte tecnologico in Italia

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Il quadro normativo e tecnologico della mobilità a idrogeno in Italia sta muovendo i primi passi e necessita di una visione strategica per implementare una rete di stazioni di rifornimento sul territorio in linea con gli obiettivi europei

È di pochi giorni fa l’annuncio della Comunità Europea che, riconfermando la data del 2035 per lo stop ai motori endotermici, individua nell’idrogeno il carburante “pulito” da utilizzare soprattutto per il trasporto pesante.

In linea con le indicazioni già contenute nel Pacchetto Fit For 55 che mira a ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030 del 55% per raggiungere la neutralità climatica nel 2050, la UE ha lanciato il piano detto Alternative fuel infrastructure regulation (AFIR) che prevede, tra l’altro, l’installazione di stazioni per il rifornimento per autoveicoli alimentati ad idrogeno entro il 2031 ad una distanza massima di 200 km l’una dall’altra sui corridoi europei strategici, vale a dire lungo la rete centrale Ten-T.

Il relativo regolamento è in fase di sviluppo e diventerà vincolante per tutti gli stati membri.

A fronte di questa accelerazione, peraltro prevedibile in quanto da tempo oggetto di confronti tra i diversi stati, qual è la situazione italiana e cosa ci si può aspettare che accada?

Una risposta la si può trovare nel recente report “Sviluppo di Stazioni di rifornimento idrogeno – Barrire normative e scenari di implementazione” elaborato da H2IT – Associazione Italiana Idrogeno – che rappresenta imprese, centri di ricerca e università che lavorano nel settore delle energie pulite e dell’Idrogeno in particolare.

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Lo scenario odierno

Lo sviluppo dell’idrogeno come fonte di energia pulita idonea ad alimentare, attraverso la tecnologia delle celle a combustibile, motorizzazioni per il trasporto sia leggero che pesante, ha compiuto grandi progressi negli ultimi anni.

Gli studi si sono focalizzati soprattutto sul superamento di alcuni limiti importanti legati alla sua trasportabilità e alla conseguente pericolosità di trattamento, con il risultato di aumentare l’interesse del mondo dell’automotive sia in termini di prestazioni tecniche sia di responsabilità sociale.

Sull’idrogeno, che ha il grande vantaggio della velocità di ricarica, hanno scommesso forte i paesi asiatici, Cina, Corea del Sud e Giappone in testa seguiti dall’ India, e gli Stati Uniti. 

In Europa, pur riconoscendo l’importanza dell’idrogeno per un percorso di decarbonizzazione, si fatica a conciliare gli obiettivi e gli interessi dei singoli stati impegnati, tra l’altro, nella non facile transizione verso l’elettrico.

I paesi più attivi si sono mostrati la Germania, i Paesi Bassi e la Svizzera. In particolare, la Germania ha sviluppato con una logica a perdita di mercato una rete di 100 stazioni di rifornimento per idrogeno che le hanno consentito un balzo nelle immatricolazioni del 70% nel 2021.

Complessivamente, l’Europa ha comunque conseguito un incremento delle vendite di autoveicoli alimentati ad idrogeno nello stesso anno del 22%, malgrado le carenze sia strutturali che di prodotto.

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In Italia, un aiuto arriva dal PNRR

L’Italia, pur disponendo di un quadro normativo per lo sviluppo di stazioni di rifornimento di idrogeno, basato sulla direttiva europea 2014/94/UE che stabilisce obiettivi minimi di copertura geografica delle infrastrutture per carburanti alternativi, presenta una realtà molto limitata per quanto riguarda le stazioni in questione.

Si trova quindi nella condizione di dover accelerare il passo per rispettare i nuovi obblighi comunitari.

A tale proposito il PNRR ha previsto per la filiera dell’idrogeno 3,64 miliardi di cui 530 destinati alla costruzione di infrastrutture per il trasporto su strada (230 milioni per 40 stazioni), e ferroviario (300 milioni per 10 stazioni) da realizzarsi entro il 2026.

L’obiettivo, secondo le Linee Guida Preliminari della Strategia Italiana Idrogeno del MISE, è quello di poter disporre di un 2% della flotta nazionale di camion alimentato a idrogeno entro il 2030.

Anche le ferrovie sono coinvolte con la finalità di supportare con l’idrogeno le linee non elettrificate che in Italia sono quantificate in 4670 chilometri.

Da pochi giorni, a metà marzo, è stato pubblicato il bando per le prime 36 stazioni di rifornimento stradale, sulla base di altrettanti progetti, con un investimento previsto di 230 milioni di cui 103,512 garantiti dal PNRR. 

I progetti selezionati vedono una netta prevalenza delle località del Nord Italia (Autostrada del Brennero, in particolare) ma non mancano alcune realizzazioni al Centro, al Sud ed in Sardegna, mentre rimane esclusa la Sicilia.

Lo scenario italiano appare quindi, sotto la spinta del PNRR, in movimento anche se gli operatori osservano che la nostra normativa è molto stringente e ha tempi per le autorizzazioni più lunghi rispetto a quelli di altri paesi europei e le norme risultano talvolta limitanti.

Da qui la richiesta di un quadro normativo abilitante che incoraggi le aziende a puntare sul settore con un percorso autorizzativo in linea con lo spirito del PNRR.

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