Dopo quasi due anni di pandemia possiamo constatare che le abitudini nate durante le più o meno rigide limitazioni imposte alla libertà di spostamento personale hanno avuto una ripercussione non soltanto immediata, ma anche duratura, sulla logistica.
Della logistica fanno infatti parte retail, distribuzione e consegne last mile, tre mondi che si compenetrane e che hanno dovuto, per forza di cose, rimodularsi ed adeguarsi alle richieste del mercato.
Attenzione però: il solo aumento della porzione di persone dedite all’eCommerce e l’esplosione del delivery non sono il vero cambiamento.
Essi sono dei segnali precursori; sono, evidentemente, per quella parte consistente che si è stabilizzata negli usi dei consumatori, la ‘breccia di Porta Pia’ che darà inizio ad una rivoluzione del mmodo di fare acquisti.
Qualcosa che impatterà anche sulla Supply Chain.
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Non basta la consegna a domicilio
Senza fare nomi, è sotto gli occhi di tutti che i servizi dedicati alla vendita diretta online di prodotti – dall’alimentare al non-food -si moltiplicano. L’intuizione di molte startup è che a frenare l’eCommerce sia soprattutto la scarsa dimestichezza con lo strumento tecnologico, sia da parte dei consumatori anziani che da parte dei giovani, ‘viziati’ dagli smartphone con interfacce che definire ‘user friendly’ è anacronistico.
Dunque ecco fiorire una selva di app che scodellano la proverbiale ‘pappa pronta’ al potenziale cliente: ottenere la spesa a domicilio, uno spuntino o un qualsiasi oggetto è diventato facile come prenotare un passaggio.
Ma basta questo al consumatore di domani? Meglio, quale ulteriore evoluzione che proponga un mix di eCommerce ed estrema comodità (a domicilio) muterà ulteriormente le abitudini delle persone?
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Se il cliente non va nel negozio…
Sarà il negozio ad andare dal cliente. Nel senso fisico del termine, però. Negli Stati Uniti, tipico precursore delle mode che poi invadono l’Occidente, stanno trovando attuazione dei progetti che negli anni pre-pandemia si potevano osservare giusto al CES di Las Vegas o in simili manifestazioni.
Tecnologia ed una certa lungimiranza sull’evoluzione dei costumi si stanno incontrando per dare vita a qualcosa che ridisegna completamente il last mile, ma soprattutto il modo in cui le persone faranno acquisti.
Una società in particolare sta applicando il principio della semplicità e dell’immediatezza dell’ordine via app a quello della velocità di consegna. Nulla di nuovo, a parte che per la modalità: non esiste la figura del corriere che esegue la consegna, in quanto coincide con il negozio stesso.
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A domicilio in pochi minuti
L’idea in questione, attiva al momento in pochi distretti di alcune città negli States, è di allestire flotte di furgoni che altri non sono che dei distributori automatici su ruote che coprano capillarmente sezioni di territorio. C’è il furgone degli snack, quello dei vestiti, in teoria uno per tipologia di prodotti o miscellanee varie, oggetti o alimenti che siano.
Alla chiamata via app per un determinato prodotto, il furgone si reca all’indirizzo giusto in pochi minuti (l’obiettivo dichiarato è azzerare i tempi, con un forbice ammessa tra i 2 ed i 9 minuti), eroga automaticamente il prodotto al cliente tramite la lettura di un codice sull’app e, sempre via smartphone o carta di credito, fa effettuare il pagamento.
Semplice, immediato, senza intermediazione umana: in un futuro prossimo, anche l’autista – che in tutto ciò non mette mano – sparirà per lasciare posto alla guida autonoma.
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Un nuovo modello di commercio
Per quanto possa lasciare perplessi, a mio avviso si tratta della chiara evoluzione – o esasperazione? – dell’attuale modello del delivery.
C’è da credere che abbia una prospettiva e non solo negli Stati Uniti, molto fertili per questo tipo di innovazioni. L’estrema comodità e rapidità del servizio potrebbero infatti risultare disarmanti.
In ogni caso, la Supply Chain deve aspettarsi simili evoluzioni; questo comporta un cambiamento anche della struttura che sta alle spalle del servizio: approvvigionamento e distribuzione su tutti. Nello specifico, con un coinvolgimento forte anche del retail al dettaglio, magari dei negozi di quartiere, che potrebbero trovare modo di sfruttare il sistema invece che di subirlo.