Industria batterie UE, sviluppo senza precedenti: urge ripensare la Supply Chain

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La domanda di accumulatori crescerà di 14 volte entro il 2030, l’Europa vuole produrre batterie ultra performanti e sostenibili

L’invasione dell’elettrico sul mercato dei trasporti è pronta: se le previsioni sono corrette, la domanda di veicoli a trazione elettrificata e, dunque, di batterie crescerà di ben 14 volte nei prossimi 8 anni e mezzo.

Si tratta di un lasso di tempo breve se si considera che occorre ripensare un’intera filiera, Supply Chain compresa: quella automotive.

Un’indagine rivela la portata di questa rivoluzione attesa, per prepararsi alla quale l’Europa punta ad investimenti ingenti sull’industria dell’energia e dell’accumulo, con opportunità di crescita da non farsi sfuggire.

 

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Protolabs “In Charge”: l’intervista a 201 aziende di 7 paesi europei

L’Indagine Protolabs “In Charge” ha intervistato 201 aziende di 7 paesi europei, 30 delle quali italiane, operanti nel settore elettrico.

Si è trattato di aziende produttrici di batterie al Litio, aziende produttrici di componenti per batterie, produttori di sistemi di accumulo diversi dal Litio, produttori di veicoli elettrici e automobili, produttori di sistemi ad energia solare, metà delle quali fatturano più di 200 milioni di Euro all’anno.

Quanto emerso dall’indagine è il comun denominatore dell’urgenza: entro il 2030 il 70% delle auto vendute sarà elettrico e questo richiede un nuovo approccio alla produzione per far fronte alla crescente domanda in così poco tempo. 

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Ripensare la Supply Chain

Nell’immediato va ripensata la supply chain: l’80% degli intervistati dichiara che entro 12 mesi avvicineranno la supply chain agli stabilimenti di produzione per far fronte alla crescente domanda. L’82% dichiara che in meno di un anno presenterà nuove batterie con una tecnologia alternativa agli ioni di Litio. 

E i tempi potranno essere rispettati perché i 4 quinti degli intervistati si avvarranno o amplieranno la capacità produttiva interna grazie alla manifattura additiva. E per fare tutto questo per più di metà dei rispondenti è necessario il supporto degli Stati attraverso investimenti e defiscalizzazione, come peraltro messo in evidenza dal piano da 2,9 miliardi di euro della Commissione Europea per il sostegno alla ricerca e innovazione nel campo delle batterie. 

 

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I 3 pilastri: attrarre talenti, nuovi mercati, innovazione

L’indagine ha anche puntato i riflettori sulle capacità proprie dell’industria di crescere in così poco tempo. 

Sono infatti emersi tre pilastri su cui il settore fonda le basi per lo sviluppo futuro: la consapevolezza di poter attrarre e mantenere talenti – solo il 16% dovrà selezionare una parte del personale al di fuori della EU – la capacità di entrare velocemente in nuovi mercati e disegnare prodotti fortemente innovativi.   

 

In arrivo una pioggia di investimenti

A ben guardare, combinando i risultati di quest’indagine alle recenti notizie sull’approvazione e la consegna del piano Next Generation EU da parte della Commissione Europea all’Italia, il futuro che si sta allineando sembra sgombero da nuvole: 220 miliardi di euro disponibili per l’Italia per investimenti nella green economy, nella digitalizzazione dell’industria e nella mobilità elettrica che trovano parte dei settori industriali più coinvolti già pronti a raccogliere la sfida. 

E un ultimo dato che emerge è particolarmente importante, soprattutto in questo momento dove la carenza di materie prime sta portando i prezzi alle stelle: su questo i due terzi degli intervistati sono d’accordo, vi è l’urgente necessità di riciclare di più, sia per raggiungere prima gli obiettivi di ESG – Environmental, Social, Governance – sia per ottenere materia prima riutilizzabile, in altre epoche destinata alle discariche. 

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