La Supply Chain dell’auto costringe a rivedere i contratti

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La situazione di grande instabilità, che mina le performance del settore, porta la catena logistica automotive a mettere le mani avanti

C’è poco da fare, la Supply Chain è inceppata e questo è sotto gli occhi di tutti. Oggi per ottenere una vettura nuova occorre sopportare tempi di consegna più che semestrali, il più delle volte indefiniti: oltre che un disagio per gli acquirenti, si tratta di un boomerang per l’industria stessa dell’auto, non in grado di garantire le consegne e costretta, dunque, a perdere clienti.

La situazione non ha l’aspetto di essere passeggera, anzi, vista l’altrettanto incerta evoluzione della guerra russo-ucraina c’è da aspettarsi che le cose peggiorino.

I primi segnali di un’ondata che si abbatterà sul settore si palesano da parte della logistica dedicata al settore auto in Spagna, ma non si tratta che di avanguardie.

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Supply Chain instabile, contratti a rischio

Quello che un lungo elenco di aziende che lavorano nell’indotto dell’auto, che in Spagna rappresenta l’8,5% del PIL e che conta importanti aggregazioni industriali in Navarra, La Rioja, Valencia, Aragona, Galizia, Catalogna, Castilla y León e Cantabria, ha pubblicato è un comunicato che parla chiaro.

I contratti in essere tra industria automobilistica, logistica e fornitori reggono da anni sulla base di un qui pro quo: prezzi bassi in cambio di una garanzia sui volumi.

Adesso questo patto viene per forza meno, in quanto gli uni devono scaricare a valle i rincari di materie prime, energia e trasporti, mentre gli altri non hanno più certezza dei volumi.

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Infrante le economie di scala

Il problema sta proprio lì, nelle economie di scala necessarie per rendere profittevole il sistema: tra i fermi degli stabilimenti in era Covid e l’interruzione delle forniture, i benefici di un settore che storicamente lavora con margini molto ridotti a fronte di volumi di produzione molto alti si sono polverizzati.

A ciò si somma la prospettiva futura, tutt’altro che chiara: non c’è un orizzonte di ripresa, l’escalation dei prezzi è in piena corsa, l’inflazione vola, in molti Paesi è già su livelli che non si vedevano da almeno 35 anni.

 

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Il crollo dei volumi

Dal luglio del 2021 le vendite di auto in Europa sono calate in media del 19,2% al mese: complessivamente sono state vendute 684.506 unità, il numero più basso da quando si hanno data disposizione, escluso ovviamente il 2020 pandemico.

In base a questo dato risulta chiaro come sia impossibile che gli equilibri della catena logistica rimangano invariati, contratti compresi.

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