La quarantena ridisegna le figure professionali più richieste: sei un demand planner?

Condividi
Uno studio spagnolo fotografa il nuovo assetto della logistica e dei professionisti al tempo dello Smart Work

Che sia Spagna, Italia o Stati Uniti, poco importa: la quarantena ed i lock down stanno modificando l’assetto dei settori produttivi e della distribuzione delle merci, il lavoro agile – smart working, se preferite – sta necessariamente portando con sé scelte strategiche.

Già, perché le aziende – logistiche e non – devono e vogliono sopravvivere alla quarantena, ma naturalmente non può trasferirsi tutto in digitale tale e quale a come era. Nella logistica alcuni settori sono fondamentali per la vita di altre attività industriali (magazzinaggio e trasporto), ma ci sono settori che da un giorno all’altro si sono dovuti fermare.

Il problema è comune, in Europa le somiglianze tra realtà italiana e spagnola sono enormi, dunque ecco che uno studio dei cugini iberici può interessare anche noi.

LEGGI ANCHE Logistica vs COVID-19, come evitare i contagi senza fermarsi

Quarantena e logistica, che professionista serve?

Se i magazzini, con mille precauzioni, continuano a funzionare per tenere attivi i settori della distribuzione alimentare o farmaceutica, per citarne due letteralmente “vitali” per tutti noi, e necessitano del consueto personale fisico, la partita in forte cambiamento si gioca sui ruoli organizzativi e manageriali.

In particolare, emergono due esigenze in questo periodo: organizzare gli ordini e le scorte e gestire le priorità negli impianti.

Hays Spain, la società che ha analizzato il mercato del lavoro iberico relativo alla logistica di questo eccezionale periodo, ha rilevato infatti che la dinamica portata dall’emergenza Covid-19 ha irrobustito un trend che, ad inizio 2020, vedeva già la gestione degli ordini e la previsione della domanda in testa alle competenze più gettonate.

LEGGI ANCHE Il cuore della logistica contro il Covid-19: le donazioni agli ospedali non si fermano

Controllo degli stock e pianificazione degli ordini

Dunque, serve capacità previsionale. Ad avere molto mercato, in questo momento, sarebbero dunque i Demand Planner, ossia quei manager che si occupano di leggere il mercato ed interpretarlo al fine di rifornire le scorte nel modo corretto.

D’altronde, come nelle analisi di inizio crisi, quando ancora pareva un fatto confinato alla Cina e destinato a farsi sentire tutt’al più con ripercussioni sulle catene di fornitura, agire d’anticipo e lavorare sulla base di strategie predittive dovrebbe già essere una best practice.

Tuttavia, il settore logistico iberico – ma immaginiamo anche quello italiano – in questo momento è a caccia di chi si occupa di mantenere il piano della domanda e tutte le attività di previsione associate ai clienti; ossia, di coloro che gestiscono sia le pause che l’eccesso di offerta dello stock.

LEGGI ANCHE Logistica: ok per l’accesso al credito, ma serve meno burocrazia

Professioni che non tramontano mai

Ci sono poi gli “intramontabili”. Come accennato a inizio articolo, alcuni settori lavorano di più, altri meno, qualcuno per niente. L’e-commerce sta però compensando in molti casi le perdite di ordini dai negozi fisici e ci sono ambiti, come quello dei beni di prima necessità, specie in campo sanitario, che rispetto al solito stanno compiendo sforzi extra.

Inoltre, la quarantena colpisce anche magazzinieri, mulettisti, autisti: può dunque esserci più bisogno di turn over che in periodi normali, va da sé.

Hays Spain, non a caso, segnala anche una richiesta aumentata per le professioni “materiali”, non digitalizzatili della filiera logistica, ossia quelle legate al magazzino: laddove occorrono dei veri e propri “highlander” che non si fermino mai. 

Ti potrebbero interessare