Cerca
Close this search box.

Per l’America di Biden occorre una revisione della Supply Chain

Condividi
A chiedere maggiore competitività sono i Think Tank della logistica a stelle e strisce

Attenzione a non mollare la presa nella lotta per il vantaggio competitivo con la Cina, specie sull’hi-tech. È un po’ questo il monito che una parte dell’intellighenzia della Supply Chain statunitense chiede alla nuova amministrazione Dem guidata da Joe Biden: in determinati settori produttivi occorre una revisione della catena logistica, per assicurarsi di non rimanere mai indietro.

photo credit: jlhervàs 1280px-Joe_Biden_(48605397927) via photopin (license)
Leggi anche:
Biden cambia marcia sull’elettrico: basta mezzi pesanti a combustione

 

Casus belli: i superconduttori

Le nuove guerre commerciali non si fanno se non su prodotti assai raffinati, e sono stati i recenti problemi nell’approvvigionamento di semiconduttori, strategici per diversi settori industriali del Paese nordamericano, ad aver suscitato la richiesta di una revisione generale di sistema.

Secondo la testata Supply Chain Management Review, l’Innovation Technology and Innovation Foundation (ITIF) sarebbe il principale think tank ad aver fatto pervenire le sue osservazioni in proposito al mandato del Presidente Biden in proposito proprio alla Supply Chain.

 

Leggi anche:
Supply Chain globale a livelli pre-Covid, in affanno lo UK

 

Capire cosa sia veramente utile

Una domanda che, probabilmente, non stonerebbe nemmeno all’interno della UE, è che cosa davvero serva o sia d’aiuto alla Supply Chain USA.

Mentre noi europei siamo monopolizzati dalla questione vaccini, gli statunitensi cercano di capire quali siano i punti deboli della loro catena di approvvigionamento industriale nei vari settori, chiedendosi se certe interdipendenze siano convenienti o meno.

Quali regole commerciali vale la pena di rafforzare e quando ha più senso sviluppare fonti di approvvigionamento interne?

 

Leggi anche:
Pensare globalmente, agire localmente: come dovrebbero evolvere le Supply Chain

 

Al di là dei semiconduttori

Uno dei punti riguarda proprio le Supply Chain internazionali. L’ITIF suppone infatti che per mantenere determinati rapporti occorra un equilibrio tra vantaggi reciproci: soprattutto per le industrie tecnologiche avanzate, bisogna evitare dipendenze e vulnerabilità che provengano dall’esterno.

Le grandi catene di fornitura globali sono allo stesso tempo clienti importanti per chi produce tecnologia basata sui semiconduttori: si tratta dunque di una necessaria fonte di liquidità per quel settore.

 

Leggi anche:
Un algoritmo per analizzare il rapporto costi-rischi nella Supply Chain

 

Competitività: la richiesta al Congresso

L’ITIF, in definitiva, chiede al Congresso degli Stati Uniti quello che un po’ tutta ‘industria, anche europea, chiede da tempo: una strategia che innalzi la competitività.

Soprattutto, viene richiesto di salvaguardare, nel caso specifico, la Supply Chain che rifornisce ed alimenta l’industria hi-tech, nell’ottica di mantenere un vantaggio competitivo rispetto al grande competitor, la Cina.

Parole d’ordine? Investimenti, ricerca, sviluppo, infrastrutture e competenze. 

Ti potrebbero interessare