Pricing dinamico, i big delle spedizioni contrastano il calo dei volumi

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Il calo dei volumi medi di spedizioni e la domanda per una maggior competitività dall’Asia spinge i colossi delle spedizioni a cambiare modello di gestione

I dati degli ultimi trimestri e specialmente di quello appena conclusosi non lasciano molto dubbi: il mercato delle spedizioni si sta contraendo, con volumi in costante diminuzione sia nello scenario statunitense, sia europeo.

La contemporanea fase critica per i costi di gestione – dai carburanti alla spinta per un ricambio dello stesso parco mezzi con uno più ecologico – acuisce la necessità di trovare degli ammortizzatori per le multinazionali delle spedizioni.

Il pricing dinamico è una delle nuove strategie che stanno prendendo piede oltreoceano.

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Come funziona il pricing dinamico

Come suggerisce il nome, per ‘pricing dinamico’ si intende la continua rimodulazione dei prezzi delle spedizioni: sulla base di un algoritmo che incrocia differenti variabili ambientali – non solo le classiche caratteristiche della spedizione, ma anche il momento in cui essa deve avere luogo, i costi del carburante, difficoltà aggiuntive legate ad no una determinata regione geografica ed altro – il prezzo al pubblico del servizio subisce variazioni.

 

Lo scopo è quello di mantenere un’offerta competitiva per lo specifico momento, massimizzando però la resa con piccole e costanti limature.

 

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Una risposta ai cali di volume

Perché società come FedEx ed UPS si rivolgano ad un simile modello di variazione dell’offerta è presto detto: esse stanno cercando strategie più dinamiche per rispondere ai continui cambiamenti del mercato. Anzi, dei mercati.

Negli Stati Uniti l’ultimo trimestre finanziario ha fatto registrare un calo dei volumi medi di spedizioni nell’ordine dell’11-14%, a seconda dell’operatore.

Sullo scenario asiatico, uno dei principali driver per il mondo dell’eCommerce, gli esperti del settore notano il cambiamento in atto della domanda e prevedono un calo della redditività delle spedizioni in capo a variabili quali la pressione per maggior competitività e il costo dei carburanti.

 

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Pricing dinamico, ma anche integrazione

In UPS, durante l’ultima riunione con gli azionisti, si è sottolineato il dato della crescita della redditività delle spedizioni (+11%) in contrapposizione alla loro diminuzione in volume.

Un segnale che l’adeguamento ottimizzato dei prezzi effettivamente porta a compensare le perdite.

Non sarebbe però sufficiente secondo molti, soprattutto a fronte di ulteriori cambiamenti della domanda ed ai costi di gestione in crescita.

Le altre strade da sondare sono di natura più strutturale e, qui, le diverse label della logistica puntano su strategie diverse.

A tal proposito, FedEx investe su carburanti eco e su una gestione delle flotte, soprattutto aeree, improntate al risparmio di risorse ed al taglio di emissioni; UPS ha lavorato di più negli anni sull’integrazione delle flotte e sulla loro interoperabilità, che secondo molti aiuterebbe ad avere una migliore gestione costi-ricavi.



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