Resilienza e innovazione tra le PMI: quanto sono preparate alle interruzioni delle catene di fornitura

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Un’analisi comparativa tra le strategie adottate da piccole, medie e grandi aziende nel contesto globale

Le catene di fornitura rappresentano l’ossatura portante dell’economia globale, ma la loro stessa complessità le rende vulnerabili a interruzioni e crisi. 

Le aziende di qualsiasi settore hanno a che fare con la logistica sotto qualche forma e tutte sono coinvolte in eventuali interruzioni delle forniture: a quattro anni dalla pandemia di Covid-19, che per prima ha fatto emergere in modo drammatico la dipendenza delle nostre attività dalla catena di approvvigionamento, le strategie adottate dalle imprese per affrontare eventuali eventi inattesi si differenziano notevolmente in base alle dimensioni aziendali.

Una questione di preparazione globale

In generale, sono le grandi aziende, ossia quelle con risorse più cospicue, che tendono a investire significativamente nella resilienza delle loro catene di fornitura. 

Non è un caso che proprio le grandi imprese considerino la continuità operativa e, dunque, la resilienza tra i fattori prevalenti da potenziare nel 2024: questo passa attraverso l’adozione di tecnologie avanzate e l’integrazione di pratiche sostenibili. 

Le piccole e medie imprese non sembrano invece adeguatamente preparate per le future interruzioni della catena di approvvigionamento.

Addirittura, la PMI spesso non considerano nemmeno il consolidamento della supply chain tra le loro priorità immediate.

Le priorità delle PMI

A tutt’oggi, per le PMI, la crescita della base clienti e l’espansione del mercato prevalgono sul rafforzamento delle catene di fornitura.

Il rafforzamento della supply chain spesso non è neanche tra le prime cinque priorità; tuttavia, con l’aumentare della complessità della logistica globale e regionale, è diventato un imperativo per le imprese di tutte le dimensioni affrontare l tema della resilienza e della diversificazione delle forniture.

Ignorare la questione può esporre a rischi maggiori in caso di crisi globali, compromettendo la continuità operativa e la stabilità finanziaria.

Strategie per migliorare la resilienza 

Esistono diversi passi considerati cruciali per mitigare l’impatto di una ‘disruption’, per dirla all’americana, della catena di fornitura.

Migliorare la comunicazione tra i fornitori e diversificare le catene di approvvigionamento è tra questi. Stabilire relazioni solide con i fornitori è fondamentale per la resilienza e può portare a una maggiore redditività.

È poi fondamentali non ignorare i segnali di avvertimento che giungono dall’esterno, per non esporre le imprese a rischi reputazionali e perdite di profitto.

Oggi circa un terzo delle imprese sta considerando di diversificare le proprie catene di approvvigionamento, mentre un quarto sta migliorando la comunicazione con i fornitori.

Fattore importante è anche l’ESG: le imprese si stanno concentrando su iniziative di localizzazione, modelli di catena di approvvigionamento resilienti e l’integrazione dell’ESG nelle decisioni di approvvigionamento.

Infine, l’uso di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale è essenziale per stabilire relazioni efficaci con i fornitori, specialmente per le piccole e medie imprese.

E le PMI Italiane?

In Italia, le PMI stanno iniziando a riconoscere l’importanza della diversificazione dei fornitori. 

Un numero crescente di aziende manifatturiere italiane sta scegliendo di collaborare con fornitori domestici per aumentare la resilienza e ridurre la dipendenza da mercati esteri. 

Questo trend riflette una maggiore consapevolezza verso la necessità di catene di fornitura flessibili e affidabili.

Anche le PMI dello Stivale stanno accelerando la valutazione delle loro catene di fornitura in relazione ai percorsi di sostenibilità:

In generale, mentre le grandi imprese sembrano essere meglio equipaggiate per gestire le sfide delle catene di fornitura, le PMI stanno gradualmente adattando le loro strategie per affrontare queste criticità.

Si registra, ad esempio, un aumento delle imprese manifatturiere italiane che scelgono fornitori domestici invece che catene lunghissime e difficili da controllare. Anche questo è un trend che riflette una maggiore attenzione verso la resilienza e la riduzione della vulnerabilità dovuta a catene di fornitura troppo concentrate su un monofornitore.

Una parte significativa delle imprese manifatturiere italiane ha riportato in Italia la fornitura (attuando quello che si definisce ‘backshoring’), sia totalmente che parzialmente, per aumentare la resilienza e migliorare la qualità dei prodotti.

Questo insieme di dati suggerisce che le PMI italiane stanno diventando più consapevoli dell’importanza di una catena di fornitura resiliente e stanno adottando misure per mitigare i rischi associati alle interruzioni della supply chain.

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