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Shipping, la fine dell’estate apre all’avvicinamento al 2025

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La fine dell’estate porta con sé anche la ripresa a pieno regime delle operazioni marittime, che, sebbene abbiano vissuto un’anticipazione dei picchi di alta stagione provocati dalla forte ansia di molti distributori di arrivare impreparati all’inverno, subiscono comunque una riduzione dei volumi su alcune delle principali rotte tra Asia e Occidente.

Da settembre ricomincia non solo il consueto ritmo, ma anche quella fase dell’anno che segna di fatto l’avvicinamento al 2025. Gli ultimi due trimestri dell’anno sono dunque fondamentali per determinare il piazzamento di una compagnia sullo scacchiere delle rotte commerciali globali: non è quindi un caso che le società di analisi e consulenza, come Drewry, facciano il punto della situazione, fornendo raccomandazioni strategiche per chi opera nel settore.

I 4 pilastri dello Shipping

Partendo dal presupposto che ormai quello in cui si opera è un ambiente VUCA – acronimo inglese che identifica le circostanze caratterizzate da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità – Drewry indica quattro punti chiave dai quali non prescindere per strutturare le strategie del settore marittimo inteso come spedizioni di container.

Di fatto, si tratta di prendere atto che lo scenario mondiale è connotato dalla volatilità, di mercato, ma anche politica ed economica. Il grande spettro è sempre quello dell’inflazione, che rende inaffidabili gli impegni finanziari a lungo termine, accompagnato dalla certezza di vivere nell’incertezza – che sembra solo un gioco di parole, ma così non è: rotte, alleanze marittime, capacità della Supply Chain di evadere ordini e consegne, tutto è suscettibile di interruzioni improvvise.

Dunque Drewry mette l’accento su quattro punti, vale a dire la capacità di essere flessibili di fronte al mercato in continua mutazione, il non chiudersi in contratti a lungo termine troppo vincolanti, l’avere un ottimo rapporto con i fornitori e agire d’anticipo dal punto di vista strategico.

Volatilità del mercato

Il primo aspetto che interessa lo shipping odierno è la volatilità. Ad essere soggetta ad una nuova normalità fatta di continue interruzioni e disservizi è proprio la Supply Chain, che non può più garantire l’incrollabile puntualità che è stata spazzata via a partire dagli anni del Covid.

Pertanto le compagnie di Shipping debbono pensare in modo fluido ed essere elastiche: il primo campo di applicazione di quanto appreso negli scorsi anni tra pandemia e nuovi conflitti è quello della capacità della flotta, da stimare ma anche raggiornare in modo proattivo, facendone una leva per le contrattazioni tariffarie.

Due conflitti aperti, le tensioni tra Cina e USA sui dazi, tra Cina e Taiwan, la spaccatura economica globale cercata dai BRICS, l’attesa per le presidenziali USA, i problemi climatici e molte altre questioni di scala mondiale sono soverchianti: basterebbero quelle di portata più settoriale, come l’effetto dell’inflazione sui commerci e sui noli, le limitazioni ancora in atto ai transiti nel canale di Panama e l’instabilità del Mar Rosso a rendere necessaria una dose eccezionale di fluidità.

Occhio ai contratti

In conseguenza a tutte queste considerazioni vanno siglati contratti adeguati ai tempi che corrono. Per gli analisti di Drewry valgono le raccomandazioni che più volte si sono sentite in questi ultimi anni, che parlano di porre particolare attenzione a non legarsi troppo le mani.

Data la situazione di mercato e finanziaria che con ogni probabilità perdurerà nei prossimi mesi sino a traghettarci nel 2025, lo Shipping non ha convenienza ad intrappolarsi in contratti a lunghissimo termine.

In virtù della disponibilità di spazio in stiva, della capacità della flotta, della visibilità delle operazioni e delle relazioni che si hanno con i carrier, è molto più utile poter continuamente ridiscutere la propria offerta sul mercato e fare sì che gli accordi presi non varchino limiti temporali eccessivi rispetto alle rapidissime evoluzioni che il mercato ormai ha.

Fornitori e strategia 

Qui si innesta anche un altro capitolo, che è quello dei fornitori: servono visibilità e fiducia, ma anche molta proattività. Avere un rapporto preferenziale con i propri NVO partners è fondamentale, come lo è garantirsi vicendevolmente trasparenza nelle operazioni.

A tal proposito, tra fine 2024 e inizio 2025 molte alleanze tra grandi sorelle dello Shipping globale potrebbero essere ridiscusse e questo è un altro punto da osservare con grande attenzione.

La strategia da adottare, quindi, per avvicinarsi al nuovo anno, è lavorare nell’ultimo semestre 2024 con una forte flessibilità contrattuale, basando i rapporti con i fornitori su fiducia e trasparenza e, come strategia commerciale, insistendo sulla forbice risultati ottenuti-capacità ideale. A latere di tutto ciò, è anche fortemente raccomandato rimodulare continuamente la struttura e il numero delle chiamate nei vari scali nei quali si opera, in modo da avere sempre una soluzione adatta a possibili mutamenti delle condizioni commerciali. Lo scopo, in definitiva, è sempre lo stesso: non farsi prendere in contropiede dal mercato delle tariffe spot.

Infine, attenzione alle politiche ambientali: soprattutto gli operatori che fanno scalo nella UE dovranno essere davvero trasparenti in quanto ad emissioni per non incorrere in sanzioni pesanti.

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