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Transizione digitale vera chiave della ripresa: ecco perché secondo uno studio Accenture

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Le prime aziende europee a superare la crisi dovuta alla pandemia saranno quelle a più forte digitalizzazione

Uscire dalla crisi attuale in 18 mesi: è possibile? Secondo Accenture, che ha redatto uno studio sulle aziende che operano in Europa, sì a patto che si acceleri la digitalizzazione.

La transizione digitale sarebbe proprio l’elemento ‘game changer’ in grado di dare la spinta necessaria all’industria del Vecchio Continente, vista dallo studio “The European Double Up: A twin strategy that will strengthen competitiveness” come una duplice strategia paragonata alla struttura del DNA.

Come si torna dunque ai livelli di produttività pre-pandemici?

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Resilienza vs prospettive di crescita

Presentato nella cornice di Davos 2021, lo studio afferma inoltre che i leader delle aziende con base in Europa prevedono di ritornare ai livelli di redditività precedenti alla pandemia in 18 mesi circa. Secondo l’analisi, inoltre, la crisi causata dal Covid-19 ha portato ad una differenza nella capacità di resilienza e nelle prospettive di crescita da parte delle aziende europee: 

  • Metà (il 49%) delle aziende ha evidenziato ricavi e profitti in calo negli ultimi 12 mesi e non prevede miglioramenti nel prossimo anno;  
  • Un quinto (il 19%) delle aziende ha registrato ottimi risultati finanziari ma prevede per i prossimi 12 mesi una crescita negativa in termini di ricavi e profitti. 
  • Un terzo (il 32%) delle aziende, che lo studio definisce i “leader di domani”, prevede di realizzare un incremento dei profitti nei prossimi 12 mesi. 

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Digitalizzazone e sostenibilità in primis

Lo studio evidenzia come le aziende pioniere nell’adozione del digitale e nell’implementazione di azioni di sostenibilità abbiano probabilità 2,5 volte maggiori rispetto alle altre di essere “leader di domani”, cioè di recuperare più rapidamente ed uscire rafforzate da questa crisi. 

Fabio Benasso Presidente e Ceo Accenture Italia

«La trasformazione digitale ha caratterizzato il panorama delle imprese nel decennio del 2010 e le società che hanno avviato la trasformazione rapidamente e su grande scala sono risultate vincenti», ha dichiarato Jean-Marc Ollagnier, CEO di Accenture Europa. «Il nuovo decennio porterà una nuova ondata di cambiamenti per le imprese, cambiamenti che saranno definiti dalla transizione alla sostenibilità. Il modo in cui le imprese europee sapranno attuare questa “strategia congiunta” determinerà la rapidità con cui riusciranno ad uscire dalla crisi e come si posizioneranno per sostenere lo sviluppo nel post Covid». 

Secondo lo studio, circa la metà (il 45%) delle aziende europee sta dando priorità agli investimenti sia nella trasformazione digitale, sia nella sostenibilità. In particolare, il 40% delle aziende europee intervistate prevede di effettuare ingenti investimenti nel campo dell’intelligenza artificiale, il 37% nel cloud mentre il 31% sta ri-orientando i propri investimenti per concentrarsi maggiormente su modelli di business orientati alla sostenibilità.

 

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Quali obiettivi per il 2021?

Lo studio rileva anche che il 45% delle aziende europee prevede di realizzare i propri obiettivi di crescita per il 2021. Le aziende del Regno Unito, Francia e Germania sono tra le più ottimiste, con rispettivamente il 59%, il 52% e il 51%. Le aziende intervistate in Italia e Spagna, invece, sono le più pessimiste, con rispettivamente il 34% e il 31% di previsione di realizzare i propri obiettivi di crescita per il 2021. 

«Anche le aziende che riconoscono le opportunità che derivano dall’accelerare la propria transizione al digitale e alla sostenibilità incontrano degli ostacoli nei diversi stadi del percorso verso la “twin transformation” – ha commentato Fabio Benasso, Presidente e Amministratore Delegato di Accenture Italia. «Fra le maggiori sfide, troviamo sicuramente la definizione di un modello di business efficace per realizzare prodotti sostenibili, la liberazione di risorse e la capacità di passare rapidamente da progetti pilota ad iniziative su grande scala che coinvolgono l’intera società». 

 

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Lo studio illustra infine i diversi step che un’azienda deve compiere per superare questi ostacoli e portare a termine la “twin transformation”:

  • favorire modelli di business ecosistemici, orientati alla sostenibilità e abilitati dalla tecnologia: i leader della “twin transformation” generano più del 10% dei loro ricavi in questo modo;
  • unire le risorse per trasformare le applicazioni tecnologiche in pratiche sostenibili: i leader della “twin transformation” investono in innovazione in misura maggiore e ad ogni livello, allocando oltre il 10% dei ricavi annui in Ricerca&Sviluppo. Questi leader riconoscono anche che la sostenibilità e la tecnologia non sono priorità separate.    
  • guidare, abilitare e coltivare il talento: i leader della “twin transformation” si assumono la responsabilità di garantire il continuo livello di occupazione delle proprie risorse, impegnandosi a fondo nella loro riqualificazione e nell’aggiornamento continuo delle loro competenze nella consapevolezza che formare e coltivare talenti sia fondamentale affinché la trasformazione sia un valore tangibile per l’impresa. 

«C’è un motivo per cui il DNA ha la forma di una doppia elica – conclude Benasso – La struttura a spirale della molecola che è alla base della vita è di importanza critica per la replica, l’adattamento e la crescita. È una metafora potente anche per le imprese che sono nel mezzo di due transizioni parallele: la digital transformation e la sostenibilità. Le aziende che continuano a percorrere strade già battute saranno spettatrici impotenti dei concorrenti che diventeranno sempre più competitivi sfruttando il dinamismo alla base del loro DNA. In alternativa, possono seguirne l’esempio e liberare il valore che si trova nella fusione tra le tecnologie più innovative e i tradizionali punti di forza dell’Europa quali sostenibilità e solidarietà».  

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